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Vuelta a España 2019: Slovenia padrona. Roglic e Pogacar esaltano una nazione senza tradizione, ma con un futuro da anti-Colombia

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Nell’universo del ciclismo balcanico la Slovenia ha sempre rappresentato la nazione faro. Ricordiamo, ad esempio, corridori come Tadej Valjavec, in carriera nei 10 sia al Giro che al Tour, e Janez Brajkovic, vincitore del Giro del Delfinato davanti a un certo Alberto Contador, tenere alto l’onore del Lato Solare delle Alpi nel decennio scorso. Mai prima d’ora, però, avevano avuto dei campioni del livello di Tadej Pogacar e Primoz Roglic, assoluti mattatori della 74esima edizione della Vuelta a España.

La Slovenia, come tutti i paesi della ex Jugoslavia, ha una tradizione sportiva incredibile. Basti pensare che sono campioni europei di pallacanestro in carica. Una nazione che conta poco più di 2 milioni di abitati, praticamente, ha battuto il meglio del Vecchio Continente, trascinata dall’estro del duo composto da Goran Dragic e Luka Doncic, stelle anche in NBA. Per certi versi possiamo dire che proprio Roglic e Pogacar sono i gemelli ciclistici dei cestisti sopraccitati.

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I due sono arrivati al ciclismo in modo diversissimo. Roglic era un campione in erba del salto con gli sci, poi una brutta caduta ha stroncato quella che poteva essere una brillante carriera. Ha iniziato ad andare in bici per divertimento, ma già alle prime gran fondo era chiaro che ci si trovasse davanti a un talento di rango elevato. Nel ciclismo che conta ha mosso i primi passi con l’Adria Mobil, squadra di Novo Mesto, grosso centro della parte sudorientale del paese. Con il team rossoblù ha conquistato il suo primo Giro di Slovenia nel 2015, guadagnandosi un pass per il World Tour con la Jumbo-Visma (all’epoca LottoNL-Jumbo). Anno dopo anno è cresciuto, fino a diventare uno dei migliori corridori al mondo, l’unico in questo 2019 che può puntare a conquistare due podi in due grandi giri.

Tadej Pogacar, invece, è un predestinato. Da junior, nel 2016, ha conquistato il Giro della Lunigiana, una delle corsa a tappe più importanti della categoria. Al primo anno tra gli U23 è arrivato in top-5 al Giro di Slovenia. Nel secondo ha vinto Corsa della Pace, Giro del Friuli e, soprattutto, Tour de l’Avenir. Quest’anno, alla prima stagione da professionista, sta facendo la storia. Tadej, infatti, è il corridore più giovane di sempre a vincere due tappe di montagna in un grande giro.

I due insieme rappresentano una forza irresistibile. Basti pensare che, al momento, in questo 2019, combinano ben 17 successi (10 Roglic e 7 Pogacar), di cui 14 nel World Tour. Considerando quanto è precoce Pogacar, già oggi capace di lottare per un podio nei grandi giri, e quanto, invece, sia più fresco, atleticamente parlando, Roglic rispetto ai coetanei, vista l’età tarda in cui ha cominciato a correre in bici, la Slovenia, nel prossimo lustro, sembra una delle nazioni più accreditate a mettere i bastoni tra le ruote alla Colombia nei grandi giri.

Già in questa Vuelta hanno messo in chiaro le cose, con la tappa odierna che rappresenta l’autentico manifesto della loro incredibile superiorità. Roglic e Pogacar erano stati i più forti già a cronometro e, oggi, lo sono stati anche in salita. Al Giro d’Italia Primoz aveva regalato al suo paese il primo, storico, podio in un grande giro. Ora, però, la Slovenia punta a qualcosa in più, ovvero a vincere la Vuelta mettendo, oltretutto, due corridori sul podio. Un traguardo che fino a tre anni fa sembrava letteralmente impensabile.

Non solo solo Roglic e Pogacar, però, a tenere alto l’onore sloveno. Dietro ai due c’è un movimento sicuramente molto solido, nonostante i praticanti, per ovvi motivi, non siano tantissimi. Corridori come Matej Mohoric, Jan Polanc e Luka Mezgec, negli anni scorsi, sono stati tutti capaci di vincere tappe nei grandi giri. In particolare il primo, campione del mondo sia tra gli juniores che tra gli U23, rappresenta la più grande speranza del suo paese in tutte le classiche che non si chiamano Giro di Lombardia e Liegi-Bastogne-Liegi. Infine, va tenuto in considerazione anche un corridore che gareggia nella categoria U23, ex compagno di Pogacar alla Ljubljana Gusto Xaurum, vale a dire Ziga Jerman, oggi stagista alla Groupama. Jerman è un corridore dotato di ottimo spunto veloce che si difende anche su percorsi misti, al momento il punto più alto della sua carriera lo ha toccato vincendo la Gand-Wevelgem U23, un ottimo biglietto da visita per il professionismo.
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Foto: Pier Colombo

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