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Vuelta a España 2019: Tadej Pogacar impressionante, un attacco da fenomeno. Può segnare un’era insieme ad Egan Bernal

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Tre vittorie di tappa e un terzo posto finale alla Vuelta a España 2019, a soli 20 anni, al debutto in un Grande Giro, alla prima stagione di professionista. Quello che ha realizzato Tadej Pogacar in questa corsa è stato davvero qualcosa di fenomenale. Un corridore che non scopriamo certo ora, visto che nel 2018 aveva vinto il Tour de l’Avenir e quest’anno aveva già ottenuto cinque vittorie, tra cui i successi finali alla Volta ao Algarve e al Giro di California, ma i risultati arrivati in queste tre settimane di corsa vanno ben oltre le aspettative.

Nell’ultimo tappone di montagna di questa 74ma edizione, lo sloveno ha realizzato un’altra azione impressionante, che ha sbaragliato la concorrenza, ribaltando completamente la situazione. Alla vigilia della frazione odierna era quinto in classifica e secondo in quella dei giovani, per riuscire a salire sul podio e conquistare la maglia bianca doveva superare Miguel Angel Lopez e Nairo Quintana, serviva quindi una vera impresa e l’ha realizzata.

Il corridore della UAE-Team Emirates ha attaccato a 38 km dall’arrivo, sulla penultima salita di giornata, facendo subito il vuoto. Indubbiamente un azzardo, ma sapeva di avere le gambe per farcela, visto che in un attimo si è riportato sulla coppa di testa e poi è rimasto da solo al comando, guadagnando in breve tempo un margine di 1’30” sugli avversari. La strada per arrivare al traguardo era lunga, ma lui ha saputo gestirsi in modo impeccabile, spingendo sempre a tutta e riuscendo a mantenere inalterato il suo vantaggio. Arriva così una vittoria in solitaria davvero memorabile, che si va ad aggiungere a quella ottenuta a Cortals d’Encamp, mentre a Los Machucos si era tolto lo sfizio di battere la maglia rossa Primoz Roglic.

Pogacar ha così dimostrato di possedere le qualità per ambire al successo di un Grande Giro. Infatti oltre alle sue grandissime doti da scalatore, che erano già note, sono emerse anche un’intelligenza tattica e una capacita di gestione delle energie davvero ottime, visto che non aveva certo una squadra a livello dei rivali per le salite. Inoltre ha dimostrato di sapersi difendere al meglio anche nelle prove contro il tempo (11° nella cronometro di Pau). A ciò si aggiunge la capacità di reagire alle difficoltà, visto che bisogna ricordare che questa Vuelta era iniziata nel modo peggiore per lo sloveno, con la caduta di tutta la squadra nella cronometro a squadre inaugurale e un conseguente ritardo pesante in classifica.

Detto ciò e considerando la sua età, lo sloveno potrà segnare un’era insieme ad Egan Bernal. Il colombiano infatti ha conquistato il Tour de France a 22 anni e per molti anni potremmo quindi assistere ad un duello tra di loro per la conquista delle grandi corse a tappe. Due corridori che hanno molto in comune e che appiano simili anche per caratteristiche, ma potrebbero presto dare vita a una di quelle rivalità che segnano il ciclismo. Quello che ha fatto Pogacar in questa Vuelta è quindi solo l’inizio di una carriera che si preannuncia ricca di grandi trionfi, come abbiamo detto lo scorso luglio per Bernal.

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alessandro.farina@oasport.it

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Foto: LaPresse

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