Seguici su

Ciclismo

Vuelta a España 2019: uno dei peggiori bilanci di sempre per l’Italia. I numeri e le statistiche

Pubblicato

il

Vuelta a España 2019 da dimenticare il prima possibile per l’Italia. Il Bel Paese è rimasto a secco di vittorie parziali, nel grande giro spagnolo, per la prima volta dal 1993. Da quando la Vuelta è stata spostata a settembre, ovvero dal 1995, mai era accaduto che gli azzurri non conquistassero nemmeno una frazione. Inoltre, nessuno dei nostri alfieri è riuscito a fare classifica e nemmeno a lottare per traguardi secondari come la maglia dei GPM. Non è esagerato definire questa gara come un incubo lungo 21 giorni per i supporters dei corridori che battono bandiera tricolore verde, bianco e rosso.

Purtroppo la spedizione azzurra ha subito un brutto colpo già dopo appena una settimana dall’inizio della corsa. Infatti, il campione italiano Davide Formolo (Bora-Hansgrohe), il quale era il miglior azzurro al via, è stato costretto a ritirarsi, nella settima tappa, in seguito a una brutta caduta. Roccia, dopo il primo arrivo in quota sull’Observatorio Astrofisico de Javalambre, occupava una buona 12esima posizione in classifica generale e poteva puntare a una top-10, ma anche a uscire di classifica per andare a caccia di un successo parziale, dato che il percorso presentava molte frazioni adatte.

Stessa sorte è toccata anche a Fabio Aru (UAE Team Emirates), partito per fare classifica, ma crollato già alla fine della prima settimana. Il sardo, ad ogni modo, prima di ritirarsi ha fatto a tempo a regalare un paio di belle prestazioni nella seconda e nella settima tappa, ove sulla salita di Mas de la Costa aveva fatto registrare una delle sue migliori prestazioni in maglia UAE. Il crollo nel tappone di Andorra, però, ha messo la parola fine sui suoi sogni di gloria. Ora si è scoperto che ha preso il citomegalovirus e la sua situazione sembra sempre più complessa.

L’azzurro migliore, alla fine, possiamo dire che è stato Gianluca Brambilla (Trek-Segafredo), il quale ha colto tre top-10 grazie a delle fughe da lontano. In totale l’Italia può vantare un misero bottino di appena 8 top-10 di tappa. Mentre in classifica generale il migliore è stato sempre il sopraccitato corridore della Trek che ha chiuso 42esimo. Secondo posto, tra i nostri, per il bravo Matteo Fabbro, il quale ottenuto un 54esimo posto.

Debacle che si spiega col fatto che, senza Formolo e Aru, l’Italia era rimasta con pochissimi corridori a rappresentarla. Nessun velocista azzurro quest’anno si è presentato al via della corsa a tappe di tre settimane spagnola. Inoltre, tutti gli uomini che puntano al Mondiale hanno preferito un avvicinamento diverso, non è un caso che gli unici due reduci dalla Vuelta presenti nella preselezione fatta dal CT Davide Cassani ieri siano due gregari puri come Dario Cataldo (Astana) e Salvatore Puccio (Team-Ineos).

 

[embedit snippet=”adsense-articolo”]

Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter
Foto: Valerio Origo

Pubblicità

Dalla Home

Pubblicità

Facebook

Pubblicità