Ciclismo
Alessio Martinelli, dall’argento mondiale alla Colpack: “Questa medaglia è un sogno. Devo migliorare a cronometro”
Ciò che sta vivendo in questi giorni Alessio Martinelli è un vero e proprio sogno. Un sogno da cui è difficile svegliarsi; eppure è tutto vero. È vera quella medaglia d’argento da lui conquistata durante la prova in linea riservata agli juniores ai Mondiali nello Yorkshire, sono vere quelle emozioni che ha vissuto sul podio di Harrogate. Ed è ancor più vera quella magnifica impresa fatta dal diciottenne di Valdidentro in terra britannica, secondo giovedì scorso, battuto soltanto dall’americano Quinn Simmons. Questo Mondiale per Alessio è come l’inizio di qualcosa di speciale dopo una bellissima stagione nella quale è riuscito a cogliere ben nove vittorie assieme al Team Fratelli Giorgi, mentre adesso è pronto a lasciare la formazione bergamasca per cominciare la sua avventura tra gli Under 23 assieme ad un’altra squadra orobica, il Team Colpack. Il 2019 non è ancora finito, ma la testa del valtellinese è già proiettata alla prossima stagione, e quella medaglia d’argento che porta al collo è l’energia in più che gli è servita per comprendere ancor meglio quello che è in grado di fare, qualcosa di grande e forse inaspettato per il suo presente e per il suo futuro possibilmente glorioso.
Oramai si sono archiviati questi Mondiali. A mente fredda, ti sei reso conto di quello che hai fatto? Che sensazione provi guardando la medaglia d’argento?
“A distanza di una settimana dall’argento mondiale sono ancora molto emozionato, sorpreso e un pochino incredulo di quello che sono riuscito ad ottenere; e guardandola mi vengono ancora in mente ricordi emozionanti della gara, come ad esempio quando decisi di attaccare e lanciarmi in solitaria all’inseguimento di Simmons. Una decisione presa quasi senza pensarci e senza pensare alle conseguenze, visto che la lontananza dall’arrivo poteva essere un fattore contro le mie caratteristiche da non cronoman, ma comunque presa perché mi sentivo in grado di raggiungerlo. Magari adesso, dopo la gara, riguardandola, potevamo gestire meglio la situazione, non permettergli di guadagnare così tanto terreno, ma con i se e con i ma non si va da nessuna parte, si deve essere solo contenti di quello che siamo riusciti ad ottenere. Un altro ricordo è quando sul palco mi misero al collo questa medaglia e tutto il pubblico, in particolare quello italiano, urlava il mio nome. Io tremavo in quel momento, non so se era per il freddo, per l’emozione o per entrambi, ma non ci credevo, mi sembrava un sogno e ancora oggi continuo a pensarci. Sensazioni veramente belle quelle che ho in mente, e spero che le potrò vivere ancora in futuro”.
Hai qualche rimpianto o sei pienamente soddisfatto della gara che hai fatto?
“Come ho detto prima, non posso avere rimpianti perché ho dato il meglio di me, ci ho messo l’anima e tutte le mie energie. Quando ero solo pensavo a tutti gli italiani e al tifo che facevano, volevo rendere tutti felici cercando di portare all’Italia un oro che l’avrebbe resa ancora più grande, ma purtroppo non ce l’ho fatta. Sono felicissimo comunque di questa medaglia, che ha un valore quasi equo a quella d’oro per me, e spero che anche tutti gli italiani sappiano che meglio di così non potevo fare”.
Ti aspettavi un risultato di questo tipo? Che motivazione ti ha dato per questo finale di stagione e per l’anno che verrà?
“Prima della gara non pensavo a quello che avrei potuto fare, perché questo avrebbe provocato tensioni e aspettative che magari poi mi avrebbero fatto rimanere male ed essere deluso di me stesso, ma anche il fatto di pensare alla gara fa sprecare energie mentali importanti, che non devono essere usate per questi motivi. Onestamente ora sto pensando solo al prossimo anno, le gare che mi restano da fare non sono dure e non sono adatte a me, quindi voglio già organizzarmi per preparare la stagione invernale e il futuro anno insieme al Team Colpack, con il quale voglio impegnarmi al massimo. Mi piacerebbe cogliere l’occasione per ringraziare tutti i miei ex compagni di squadra, lo staff e i dirigenti delle squadre in cui ho corso, in particolare l’ultima, il Team Fratelli Giorgi, dove i tanti momenti avuti insieme avranno sempre un posto nella mia mente. Ovviamente un ringraziamento in particolare va al presidente Carlo Giorgi e al ds Leone Malaga, che non ci hanno fatto mancare niente, dandoci sempre più del massimo e sostenendoci anche nei momenti più difficili. Infine, ma non meno importante, una mia grande espressione di gratitudine va ad Omar Beltran ed al mio preparatore, che mi hanno accompagnato nella crescita negli ultimi due anni. La decisione di andare al Team Colpack è stata presa anche insieme a loro, i quali credono e danno il massimo per il mio futuro e hanno visto nella Colpack la squadra ideale per la mia crescita. Mi hanno insegnato molte cose, dal come allenarsi al come comportarsi in gara e fuori, e sono felice di continuare a collaborare con loro per il futuro”.
Hai già fatto rientro a scuola? Se sì, come sei stato accolto?
“L’accoglienza al rientro a scuola è stata inaspettata, la Preside mi ha chiamato personalmente per farmi i complimenti insieme a tutti i docenti nuovi e vecchi che ho avuto. Hanno sempre cercato di aiutarmi e spero che il rapporto con loro resti sempre così. Anche i compagni di classe mi hanno festeggiato ed è stato veramente stupendo”.
Alla fine che tipo di corridore sei? Quali gare prediligi?
“Sono un atleta abbastanza veloce e adatto a tutti i tipi di corsa. Visti il mio veloce recupero e le caratteristiche da scalatore, sono molto adatto alle gare a tappe, ma il mio punto debole restano le cronometro, infatti sto già cercando di migliorare con allenamenti mirati, senza ovviamente perdere le mie doti principali. Inoltre, grazie alla mia esplosività, sono anche adatto alle classiche, le quali mi sono sempre piaciute. Quindi fino ad ora non ho ancora un tipo di corsa dove eccello, vado bene in tutto”.
Chi è il tuo idolo e qual è la gara dei tuoi sogni?
“Il mio idolo è Chris Froome. Il suo stile di pedalata molto agile e la concentrazione che riesce ad ottenere sono sovrannaturali, lui resta il mio idolo e un giorno spero di gareggiarci insieme e diventare come lui. La gara dei miei sogni è ovviamente il Giro d’Italia, inoltre abito anche ai piedi dello Stelvio, e molte volte la corsa passa vicino a casa mia. Già pensare a tutto il tifo che potrei avere se un giorno lo corressi mi fa molto sperare”.
Cosa ti aspetti dal tuo primo anno tra gli Under 23 con il Team Colpack?
“Il mio obiettivo principale sarà crescere come ciclista, nel senso di fare esperienza imparando dai più grandi e iniziare ad ambientarmi nella nuova categoria. Poi se avrò la possibilità di cogliere qualche soddisfazione personale non mi tirerò sicuramente indietro, però sempre e comunque cercando di aiutare il team. C’è da dire però che il prossimo anno frequenterò l’ultimo anno della scuola superiore, e questo prevederà gli esami, quindi mi dovrò concentrare molto anche su quello”.
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Foto: FCI