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Atletica, Mondiali 2019: Maratona di notte, lotta tra Kenya ed Etiopia. L’Italia ci prova con Meucci e Rachik

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La prima Maratona della storia che si corre a mezzanotte: questo è il claim con cui sono state presentate le 42 km ai Mondiali 2019 di atletica leggera, gli uomini saranno impegnati domani sera (ore 22.59 italiane di sabato 5 ottobre) per le strade di Doha dove settimana scorsa è andata in scena la Maratona femminile sotto una cappa di calore di 32 °C (temperatura percepita attorno ai 40 °C). Il clima potrebbe non essere così proibitivo come quando hanno corso le donne anche se permane un’elevata umidità, si preannuncia una gara molto tirata e avvincente con un pronostico difficile da fare. Il 24enne keniano Geoffrey Kirui si presenta per difendere il titolo conquistato due anni fa a Londra ma se la dovrà vedere con l’eterno ugandese Stephen Kiprotich, trionfatore nel 2013 e uomo da tenere sempre in forte considerazione.

Nel novero dei favoriti spiccano naturalmente tutti gli altri keniani: Amos Kipruto (personale di 2h05:43), Laban Korir (2h05:53), Paul Lonyangata (2h06:10). I due migliori tempi della stagione, però, sono stati siglati da atleti etiopi: Mosiner Geremew col suo 2h02:55 in occasione della trionfale Maratona di Londra ed Eliud Kipchoge che nella capitale britannica fu secondo (2h03:16). Da non sottovalutare l’altro etiope Lelisa Desisa ed Elabassi El Hassan dal Bahrain mentre il turco Polat Arikan potrebbe essere un outsider. Sembra essere un discorso tutto africano ma gli italiani cercheranno di mettersi in luce anche se sarà tutt’altro che semplice, il nostro terzetto proverà a rimanere nel gruppo in caso di gara tattica e a quel punto proverà a giocarsi le sue carte.

Yassine Rachik, capace l’anno scorso di mettersi al collo la medaglia di bronzo agli Europei, cercherà di mettersi in luce e lo stessa vale per Daniele Meucci, già Campione d’Europa e sesto ai Mondiali di due anni fa: la stagione del toscano non è stata delle migliori ma potrebbe avere un colpo di coda e attenzione a non sottovalutare Eyob Faniel.

 

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Foto: Valerio Origo

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