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Basket, Dino Meneghin: “E’ un onore e privilegio il ritiro della maglia. Messina ha il tutto per far tornare grande Milano in Europa”
Dino Meneghin ha fatto la storia del basket italiano e dell’Olimpia Milano in particolare. Proprio per questo motivo la società milanese ha deciso di ritirare la maglia di colui che è tuttora uno dei simboli di quella grande Olimpia capace di vincere tutto in Italia ed in Europa. Meneghin è stato intervistato da Tuttosport, parlando proprio di questa cerimonia, che ci avverrà il 19 Novembre: “È un onore e un privilegio. Un qualcosa che abbiamo costruito tutti insieme in tanti anni di gioco”.
Meneghin si è soffermato su Ettore Messina, che ha il grande compito di portare risultati importanti soprattutto in campo europeo: “Ci proverà come tutti quelli che si sono succeduti su quella panchina prima di lui e che erano i migliori. È un compito difficile, ma Ettore ha dalla sua le capacità, il carisma e la personalità per dare a tutti i suoi giocatori la giusta dimensione sia italiana, sia europea. Un compito difficile, perché le squadre avversarie sono delle corazzate. Le somme però si tireranno a fine anno e sono sicuro che tutti faranno un grandissimo lavoro per accontentare il palato fino dei tifosi milanesi e anche per rispetto agli investimenti del gruppo Armani”.
Il format dell’Eurolega che proprio non piace a Meneghin: “Io sono più legato al sistema di una volta, quando per giocare la Coppa dei Campioni, ammetto che questo nome mi piace di più, dovevi vincere la coppa oppure il tuo campionato nazionale. Non mi piace il numero chiuso e il sistema della licenza pluriennale, ma credo che ormai si vada verso questa direzione. Certamente si vedono gare bellissime e una bellissima pallacanestro, nulla da obiettare, ma trovo antisportivo il concetto di qualificazione. Sarò un sentimentale, ma era più bello ai miei tempi”.
La storia di Meneghin ha un intreccio speciale con il Maccabi Tel Aviv e proprio contro gli israaeliani verrà ritirata la sua maglia: “Quella di poter celebrare questa cerimonia contro il Maccabi è stata una mia richiesta. Questo perché con questa società c’è un legame di stima che dura dal 1966, quando giocai per la prima volta a Tel Aviv. C’è un feeling particolare con la società, con il presidente Shimon Mizrahi. È un qualcosa di nostalgico, il sistema Maccabi mi ha sempre affascinato”
Meneghin ricorda i suoi momenti più belli con Milano: “In realtà i miei ricordi più belli sono due. Il primo scudetto nel 1981-82 quando ero appena arrivato da Varese. Mi ruppi il menisco, soffrii, ma recuperai e vincere fu la conferma delle possibilità di quella squadra. L’altro è la partita di ritorno contro l’Aris Salonicco del 1986. In campo non c’erano 12 giocatori, ma eravamo in 10mila. Quella è la partita che rappresenta lo spirito combattivo dell’Olimpia”
Su Milano in campionato: “Per ora Milano è come l’Anas, ha il cartello lavori in corso. Ci sono squadre come Bologna con Teodosic, Venezia, Sassari anche Brindisi che possono ambire al titolo. Tutto si deciderà come sempre nei playoff è lì che bisognerà dimostrare di essere la squadra più forte”.
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Foto: LaPresse