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Biathlon, Daniele Cappellari: “Il tiro mi viene naturale, so dove lavorare nel fondo. La Federazione sta investendo sui giovani”

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Un sogno diventato realtà. Nell’arco di due stagioni Daniele Cappellari, ventiduenne di Forni di Sopra (UD), ha saputo conquistarsi spazio nella squadra azzurra del biathlon. Dopo il Mondiale juniores di Otepää del marzo 2018, quando era tesserato per l’ASD Società Sportiva Fornese, ha esordito in Coppa del Mondo nella staffetta di Oslo. Ad Anterselva, sede dei prossimi Mondiali, ha potuto gareggiare nella sprint e in questa stagione l’atleta delle Fiamme Oro, con il passaggio nella squadra A, si troverà a disputare la sua prima annata nel circuito maggiore.

Con il passaggio alla Squadra A è cambiato anche il programma? Cosa puoi dirci dei tuoi allenamenti con Klaus Hollrigl e Nicola Pozzi?

“Sono aumentate parecchio le ore di intensità, anche se ho un programma più conservativo rispetto a Windisch e Montello, che sono abituati a rispettare questi carichi di lavoro da anni. Dal punto di vista atletico pensavo di essere più indietro rispetto al lavoro fatto sugli skiroll con gli atleti della squadra A, devo sicuramente lavorare ancora per presentarmi al meglio nella stagione agonistica”. 

Dove stai concentrando i tuoi sforzi per poter migliorare durante questa preparazione? Quali pensi che siano i tuoi punti deboli su cui lavorare ancora in vista dell’inverno? 

“Mi sto concentrando dal punto di vista tecnico in particolare sulla sciata, a livello di forza fisica lavoro abbastanza bene ma non riesco a esprimermi al 100% per via della tecnica di sciata. A questo fine ho lavorato molto nei raduni dove abbiamo potuto allenarci sugli sci e ho ancora alcuni aspetti su cui migliorare, ma vedo già dei passi in avanti”.

Come valuti le tue prestazioni ai Campionati Italiani estivi svolti in Val Martello?

“Nella sprint mi sono sentito davvero bene, nell’inseguimento la neve ci ha preso un po’ alla sprovvista, però è stato importante per me riuscire a completare la gara nonostante le condizioni avverse”.

La passata stagione hai gareggiato in Ibu Cup, partecipando inoltre ai Campionati Europei e ai Mondiali juniores, ma il tuo miglior risultato è sicuramente il secondo posto ottenuto nella super sprint di Otepää, il che la dice lunga sulle tue prestazioni al tiro, pensi che sia il format più adatto per esaltare le tue qualità?

“Ho il vantaggio di avere un tiro abbastanza preciso e veloce, soprattutto sotto pressione. Avendo l’Ibu prolungato la categoria juniores di un anno, ha permesso agli atleti del 1997 la possibilità di poter ancora gareggiare per una stagione anche nelle categorie giovanili. Mi sono trovato su tre fronti differenti e in base allo stato di forma venivo indirizzato alla competizione più consona. Mi sento più adatto a gare corte con numerose sessioni di tiro, non a caso è arrivato il podio nella super sprint che è il format ideale, sicuramente è innovativo e televisivo. La gara è avvincente e si decide sempre al poligono, difficile che possa essere disputata in Coppa del Mondo nei prossimi anni, ma tengo accesa una speranza perchè potrei giocarmi le mie carte”.

Hai già esordito in Coppa del Mondo nel 2018 nella staffetta di Oslo e proprio ad Anterselva 2019 nella sprint, sei pronto per gareggiare in pianta stabile nel circuito maggiore?

“Diciamo che in quest’anno e mezzo sono successe molte cose, dalla squadra juniores potevo solamente ammirare atleti come Hofer e Windisch, con i risultati ottenuti in Ibu Cup ora ho la possibilità di potermi allenare con loro. Sono contento e motivato di poter avere questa opportunità, darò il massimo per testarmi nella mia prima stagione in Coppa del Mondo”.

Il tuo obiettivo in questa stagione potrebbe essere quello di partire subito bene nella stagione in Coppa del Mondo per poter gareggiare ai Mondiali di Anterselva, appuntamento chiave della stagione?

“Sicuramente il Mondiale di Anterselva potrebbe essere il punto di riferimento per questa stagione, la Federazione sta cercando dei ricambi generazionali anche per il futuro e sta lavorando, oltre che con me e Patrick Braunhofer, anche con i ragazzi della squadra B. Spero di poter essere al via nel Mondiale di casa, ma punto a concentrarmi sul fatto di poter fare più gare in Coppa del Mondo possibile in questa prima stagione, senza mettermi troppe aspettative o pressioni”.

Tu e Patrick Braunhofer siete ritenuti tra i maggiori talenti azzurri a livello giovanile. Come è il tuo rapporto con lui e che stimoli vi date durante l’arco di tutta la stagione?

“Con Patrick ormai il rapporto è di amicizia perchè, oltre a essere mio compagno in camera, abbiamo fatto tutte le trafile insieme, nonostante abbia un anno in più di lui. Sicuramente mi aiuta a crescere perchè siamo atleti piuttosto simili, veloci al tiro e sullo stesso livello come passo sugli sci e ce la giochiamo spesso alla pari. Spesso ci stuzzichiamo facendo delle gare “interne” tra noi due a chi fa meno errori oppure chi fa segnare il tempo migliore sugli sci. Sono piccoli giochi che ci stimolano a dare il meglio negli allenamenti quotidiani, ma alla fine ci vogliamo bene, se vince uno dei due siamo contenti lo stesso”. 

Dominik Windisch ha dichiarato di aver trovato in voi due uno stimolo per migliorare al tiro. Un bel attestato di stima da parte di un campione del mondo nei vostri confronti.

“Sicuramente poter allenarci con lui è molto motivante. Lui è un grandissimo atleta dal punto di vista atletico, ma al tiro abbiamo, come ad esempio Wierer e Vittozzi, più naturalezza nel gesto tecnico, quasi istintivo. Dominik cerca questo per poter migliorarsi al tiro, poi riesce a fare dei numeri quando meno te lo aspetti”. 

Durante il raduno di Forni Avoltri abbiamo seguito i vostri allenamenti e la pista è stata ripristinata dopo l’alluvione avvenuta a gennaio 2018. Tu, Lisa Vittozzi e Giuseppe Montello, così come i ragazzi delle giovanili, riuscite comunque ad allenarvi al meglio nella struttura friulana, oppure necessita di ulteriori miglioramenti a confronto con i principali centri di allenamento?

“L’alluvione ha portato parecchi disagi e disastri, con alberi in pista e pezzi di asfalto portati via dal fiume. La situazione era davvero tragica, per fortuna con il supporto di volontari e Protezione Civile abbiamo potuto usufruire della pista. La Regione poi ha erogato dei fondi per la ricostruzione e ora la pista è davvero performante, riuscendo inoltre a realizzare una palestra ben fornita. L’innevamento purtroppo è un po’ tardivo, manca anche la possibilità di avere neve confezionata per poter essere utilizzata già per l’autunno, il cosidetto snowfarming, rispetto ad alcune strutture che invece permettono agli atleti di sciare già in questo periodo”.

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Foto: Federico Angiolini

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