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Ciclismo, Gran Piemonte 2019: primo e secondo posto per la Ineos. Bernal e Sosa dominano a Oropa

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Egan Bernal (Team Ineos) stacca tutti sul Santuario di Oropa e vince alla grandissima il Gran Piemonte 2019, corsa che può essere considerata la gara di casa per lui che ha iniziato a praticare ciclismo su strada in questa zona con l’Androni di Gianni Savio. Secondo posto per il suo gregario Ivan Ramiro Sosa che è stato autore di un lavoro straordinario in favore del vincitore del Tour de France. Chiude il podio il francese Nans Peter (Ag2r La Mondiale).

Le prime fasi di gara sono state caratterizzate da un tentativo di sei atleti, questi i loro nomi: Stephane Rossetto (Cofidis), Carlos Barbero (Movistar), Elie Gesbert (Arkéa-Samsic), Francesco Romano (Bardiani-CSF), Mattia Bais (Androni-Sidermec) e Enrico Battaglin (Katusha-Alpecin). Il gruppo, però, li ha tenuti sempre sotto controllo ed è andato a riprenderli sulla salita di Nelva.

La corsa è, poi, proseguita in maniera tranquilla fino all’imbocco dell’ascesa che porta al Santuario di Oropa. Qua il Team Ineos si è messo in testa e ha iniziato a imporre la sua tipica andatura che pian piano ha sgretolato il gruppo. A rompere gli indugi, successivamente, è stato l’elvetico Mathias Frank (Ag2r La Mondiale), primo a scattare quando mancavano 4,5 km al traguardo. Diego Rosa (Team Ineos), tuttavia, è andato a chiudere senza troppi problemi.

A 3,5 km dal traguardo il piemontese del Team Ineos ha finito il suo lavoro ed è stata la volta di Ivan Ramiro Sosa, ultimo gregario rimasto a Bernal. Il forcing del colombiano è stato a dir poco devestante e in testa sono rimasti solo in sette. Con lui e il capitano, infatti, c’erano Emanuel Buchmann (Bora-Hansgrohe), Daniel Martin (UAE Team Emirates), Davide Villella (Astana), Mathias Frank e Nans Peters (Ag2r La Mondiale). A 2 km dalla fine hanno perso contatto anche Villella, Frank e Martin. Cento metri dopo è stata la volta di Buchmann e Peters, mentre Bernal partiva e si involava verso il primo successo in Italia della carriera.

 

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Foto: Valerio Origo.

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