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Ciclismo
Ciclismo su pista, la riapertura del velodromo di Montichiari cruciale verso i Giochi di Tokyo 2020. Tutto fermo a Spresiano
Pian piano la Nazionale Italiana su pista sta ritrovando il velodromo di Montichiari, la casa degli azzurri, che negli ultimi mesi sono stati costretti ad emigrare all’estero per prepararsi in vista degli appuntamenti clou della stagione dopo la chiusura dell’impianto bresciano. A quest’ultimo erano stati posti i sigilli da parte dalla Procura di Brescia nel mese di luglio del 2018 a causa di diverse problematiche strutturali, e che quindi avevano portato al sequestro dell’area interessata. Ma a quanto pare, adesso, il punto di riferimento della Nazionale sta tornando piano piano a disposizione dei nostri atleti; o almeno ce lo auguriamo in prospettiva dei Mondiali di inizio 2020 ma soprattutto delle Olimpiadi di Tokyo.
Il 23 e il 24 ottobre le formazioni azzurre, sia quella maschile che quella femminile, hanno effettuato un test sull’anello di Montichiari per constatarne l’affidabilità del suolo. Ovviamente sussistono limitazioni in quanto la struttura, l’unica in Italia ad essere totalmente al coperto, e quindi di cruciale importanza per gli atleti, continua ad essere sotto sequestro: il rifacimento della copertura e la rilevigatura della pista, danneggiata dalle infiltrazioni, sono terminati, ma non l’iter di ripristino totale; e manca ancora il certificato di prevenzione incendi a cui si sta lavorando. E attualmente possono accedere solo cinquanta persone alla volta, tra atleti e tecnici. Inoltre, da oggi a sabato 2 novembre, ci sarà un altro test dell’anello della pista per la nazionale femminile, che risulta quindi un ulteriore passo di avvicinamento alla tanto agognata riapertura definitiva del velodromo.
Il tempo per preparsi in vista dei Mondiali 2020 e dei Giochi Olimpici inizia a scarseggiare; per non parlare delle varie prove di Coppa del Mondo che inizieranno già da domani a Minsk (Bielorussia). E quello che hanno subìto finora gli azzurri è stata una vera e propria beffa ed un sacrificio veramente enorme; basti pensare che hanno passato questi ultimi mesi di allenamento in velodromi come quello di Aigle, in Svizzera, e quello di Novo Mesto, in Repubblica Ceca per fare due esempi.
Discorso ancor più critico per l’impianto di Spresiano, il nuovo sogno della pista azzurra. Con sei mila posti a sedere e la possibilità di ospitare Mondiali e Olimpiadi, questo sarà il più grande impianto ciclistico italiano al coperto. Inizialmente era stato detto che ci sarebbero voluti 18 mesi per la sua costruzione, secondo l’accordo tra la Federazione Ciclistica Italiana e la ditta costruttrice dell’impianto dopo i nove mesi dedicati alla progettazione. I lavori dovevano concludersi nella primavera del 2020, in tempo per la preparazione dell’Olimpiade di Tokyo, ma attualmente sembrano fermi. A mettere in dubbio la realizzazione dell’opera sono le difficoltà della ditta che ha vinto l’appalto per i lavori di costruzione, che con uno stato di passivo di oltre 110 milioni cerca ora di poter mettere in atto un piano di concordato per saldare i propri creditori, come i sub appaltatori impegnati nelle opere per il velodromo.
Sarà quindi quasi impossibile vedere l’apertura di Spresiano nei tempi concordati, e l’unico appiglio rimasto agli azzurri sembra essere soltanto Montichiari. Il countdown è iniziato, e la corsa verso Tokyo per i nostri azzurri non può essere frenata.
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@lisa_guadagnini
Foto: Shahjehan / Shutterstock.com