Ciclismo

Ciclismo, Tonina Pantani: “Ho sempre ripetuto sin dal primo giorno che Marco è stato ucciso”

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Tuttosport torna a parlare della morte di Marco Pantani: il quotidiano torinese ha intervistato Tonina Pantani, la mamma del Pirata, che ormai da 15 anni chiede giustizia per la morte del figlio. Queste le sue dichiarazioni.

Una vicenda con tanti lati oscuri: “Spero che la commissione parlamentare antimafia si spinga più in là di dove si è fermata la giustizia ordinaria. Quando mi dicono che non ci sono prove, io non ci sto, perché basta leggere gli atti di indagine e le documentazioni che abbiamo portato in questi anni per rendersi conto di quanti siano ancora adesso gli aspetti da chiarire“.

Sull’intervista allo spacciatore andata in onda a “Le Iene“: “In questi 15 anni non ha mai parlato. E adesso dice quello che io ho sempre ripetuto sin dal primo giorno, cioè che Marco è stato ucciso. Me l’hanno anche fatto incontrare ma,onestamente, io non so cosa dire di questa persona“.

Pantani, se fosse ancora vivo ormai avrebbe quasi 50 anni: “Se chiudo gli occhi, lo vedo con tre o quattro figli, perché è sempre stato innamorato dei bambini e avrebbe costruito una famiglia. E poi sarebbe vissuto fuori dal mondo del ciclismo. Dopo tutto quello che gli hanno fatto, ne sarebbe rimasto lontano“.

Queste invece le parole di Fabio Miradossa, lo spacciatore che vendeva cocaina a Pantani nei suoi ultimi giorni di vita: “Marco non è morto per cocaina. Marco è stato ucciso. Magari chi l’ha ucciso non voleva farlo, ma è stato ucciso. Non so perché all’epoca giudici, polizia e carabinieri non siano andati a fondo. Hanno detto che Marco era in preda al delirio per gli stupefacenti, ma io sono convinto che Marco quando è stato ucciso era lucido. Marco è stato al Touring, ha consumato II e quando è ritornato allo chalet era lucido“.

 

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roberto.santangelo@oasport.it

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Foto: LaPresse

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