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Formula 1
F1, GP Giappone 2019: ennesimo disastro Ferrari. Prima fila vanificata con una partenza disarmante
Alzarsi alle 3.00 del mattino e poi ritrovarsi le due Ferrari in prima fila in Giappone, sede del 17° round del Mondiale 2019 di F1, è qualcosa che ha riportato ai ricordi “Schumacheriani”. Del resto, 8 pole position quest’anno proprio poche non sono e il centro del tedesco Sebastian Vettel e il secondo crono del monegasco Charles Leclerc avevano creato forti aspettative. L’obiettivo “update” per la vittoria a Suzuka, dove l’ultimo sigillo risaliva al 2004, sembrava fattibile.
Come è accaduto però a Sochi (Russia), qualcosa non è andato per il verso giusto ed entrambi i ferraristi hanno dato il peggio di loro nei primi metri di questa corsa: Vettel con una partenza titubante e con spostamento prima del tempo (non segnalata dal sensore) e Leclerc contro Verstappen in curva-2 hanno vanificato tutto quel che di buono avevano fatto nel time-attack. Un’occasione mancata perché, probabilmente, con una gestione diversa allo start avremmo assistito a una gara diversa, territorio di conquista delle Frecce d’Argento che si sono aggiudicate il titolo dei costruttori. Con l’uno-due del Cavallino Rampante alla prima curva è chiaro che il quadro strategico sarebbe stato diverso.
Vero è che con i se e i ma non si fa la storia e dunque per il Cavallino non si aggiornano i successi stagionali ma aumenta il rammarico. E’ evidente poi che queste “imprecisioni” non possano nascondere una chiara criticità dal punto di vista prestazionale con benzina a bordo. La SF90 consuma eccessivamente gli pneumatici e, nel confronto con le W10, è spesso costretta a strategie alternative per ovviare a questa problematica. Ci sarà quindi da lavorare per Mattia Binotto e i suoi uomini perché la Stella a tre punte resta ancora il riferimento della categoria e, al di là delle frasi “di circostanza” di Toto Wolff, è un fatto che i punti siano assegnati in gara e non al termine del time-attack. Annotare un secondo e un sesto posto, dopo una prima fila monopolizzata, invita ad alcune riflessioni.
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Foto: LaPresse