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F1, GP Giappone 2019: Ferrari, passo gara non all’altezza della Mercedes. Gap ancora evidente su piste ad alto carico aerodinamico

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Avanti. Tempestivo stop. E poi via, al limite del regolamento. La partenza di Sebastian Vettel nel GP del Giappone 2019 di Formula 1 è stata subito una prima doccia fredda che la corsa sarebbe andata in maniera molto diversa da quella che i tanti tifosi che si erano svegliati nel cuore della notte avevano sognato dopo le qualifiche. E pochi metri più tardi ci ha pensato Charles Leclerc, già partito abbastanza male, a completare il disastro perdendo la linea in curva 1 e centrando l’incolpevole Max Verstappen.

La frittata è stata fatta, per l’ennesima volta la Ferrari ha gettato al vento una grossa opportunità di riscatto dopo il disastro già combinato in Russia quindici giorni fa. Si potrebbero trovare ancora una volta mille giustificazioni al trionfo Mercedes ma la realtà è una sola, ovvero che la scuderia di Brackley è ancora oggi la scuderia da battere. Gli aggiornamenti portati da Maranello tra le gare europee post pausa estiva e soprattutto a Singapore sono serviti a rilanciare pesantemente le ambizioni della scuderia e a salvare in qualche modo una stagione altrimenti completamente fallimentare. Tuttavia non ci si può limitare ad analizzare solamente i risultati ma è necessario prendere in considerazione il quadro generale per comprendere al meglio quanto sta avvenendo.

Gli upgrade sul fondo e sul muso hanno rivitalizzato la SF90 in percorrenza, riuscendo rapidamente a colmare un gap importante rispetto ai due principali rivali, ma fin da Singapore si era comunque potuto notare come il degrado gomme in gara fosse un problema rimasto attuale per la Ferrari e che anche in questo periodo decisamente più positivo in termini di risultati, sul passo gara spesso la Mercedes risulti ancora la più forte e non di poco. Sul tracciato di Marina Bay era molto complicato superare e la doppietta è arrivata grazie a un’ottima strategia e a una prestazione eccellente di entrambi i piloti; in questa occasione poi è stato ribadito il concetto che nonostante sul giro secco le migliorie stiano rendendo la Rossa la vettura più performante, in gare e a pista libera le Frecce d’Argento restano su tracciati d’alto carico come questo veramente difficili da battere.

A tutto questo si aggiunge l’ennesima corsa dove un errore umano (o più errori, anche in questo caso) sia il principale artefice del risultato finale, e sempre in un’unica direzione. Verso il 2020 a Maranello si dovrà lavorare molto, non solo in termini di carico aerodinamico per riuscire a migliorare la resa delle gomme anche quando cresce l’usura, ma soprattutto a livello interno e gestionale. Necessario sarà riuscire a eliminare i problemi di affidabilità meccanici e le imperfezioni strategiche, ma altrettanto fondamentale sarà far capire ad entrambi i piloti che il tempo di commettere errori è finito. In Mercedes sembra sempre funzionare tutto al meglio e regna sempre la calma, non è un caso che in un ambiente così si lavori meglio e che alla fine sia arrivato con grande anticipo il sesto titolo costruttori consecutivo.

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Foto: LaPresse

michele.brugnara@oasport.it

Twitter: MickBrug

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