Formula 1
F1, GP Giappone 2019: Valtteri Bottas e il gentile omaggio della Mercedes. Un “ringraziamento” per una vita da scudiero
Il Gran Premio del Giappone 2019 di Formula Uno (clicca qui per la cronaca) ha messo in mostra una grossa e peculiare novità. Per la prima volta, forse da sempre, una strategia della Mercedes (che oggi ha meritatamente festeggiato il suo sesto titolo nel Mondiale Costruttori) è andata a favore di Valtteri Bottas e non di Lewis Hamilton.
Una vera e propria prima volta, che ha numerose spiegazioni, tutte decisamente sensate. Il team di Brackley, in soldoni, ha deciso di fermare il suo pilota inglese per un secondo pit-stop che, forse, non era del tutto necessario. Un modo per sottolineare che non aveva senso cambiare i piani in tavola ed andare a “fregare” il numero 77 (che si era ampiamente lamentato nel corso di alcuni team radio) per l’ennesima volta.
Quali sono, quindi, questi motivi? In primo luogo oggi il finlandese meritava di vincere. Non c’era alcun dubbio. Dopo mesi complicati Bottas è tornato ad altissimi livelli e, dopo aver preceduto il proprio compagno in qualifica, si è sbarazzato di entrambe le Rosse sin dai primi metri, ha messo in mostra un ritmo davvero notevole e ha gestito la sua W10 come era stato stabilito a monte, ovvero a parità di strategie. Hamilton, invece, dopo metà gara ha dato il tutto per tutto, provando a non effettuare la seconda sosta, e quindi a sorprendere ancora una volta il suo vicino di box. Questa volta non è stato così, con lo zampino di Toto Wolff che, in questo modo, ha voluto “premiare” un pilota che ha dato sempre tantissimo al team.
Con il risultato odierno la Mercedes centra il suo ennesimo titolo Costruttori consecutivo (il sesto, come la Ferrari tra il 1999 ed il 2004) e rafforza i rapporti interni nel team, con due piloti che danno sempre tutto per la causa. Il primo campionato è stato già ampiamente messo in archivio, il prossimo arriverà presto e premierà anche in questo caso per la sesta volta Lewis Hamilton. Il muretto box delle Frecce d’argento lo sapeva benissimo e, proprio per questo, ha scelto Suzuka per dare via libera a Bottas.
Un fido “scudiero”, che sovente si è piegato ai voleri del team, talvolta anche in maniera non del tutto gradita (come dimenticare Sochi 2018?), che anche in questo modo si è meritato la conferma nel 2020. Un buon pilota, che ha a disposizione picchi importanti, ma che nel complesso di una annata non può competere con un pilota che entrerà nella leggenda come il nativo di Stevenage. Ma questa è un’altra storia…
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alessandro.passanti@oasport.it
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Foto: Lapresse