Formula 1
F1, GP Messico 2019: la Ferrari ottiene le pole, la Mercedes le vittorie. Gap ancora evidente, servirà un lungo inverno di lavoro a Maranello
Un dato balza agli occhi al termine del GP del Messico, 18° round del Mondiale 2019 di F1, in casa Ferrari: 9 pole position e solo 3 vittorie. Un’evidenza non frutto del caso, ma di un rendimento della vettura che meglio si esprime nel time-attack, piuttosto che con benzina a bordo.
La SF90, eccellente il sabato, un po’ si perde la domenica, soprattutto relativamente alla gestione degli pneumatici. Indubbiamente, nell’uscita messicana, qualcosa dal punto di vista strategico e delle soste può essere imputato al box del Cavallino Rampante, però è altrettanto chiaro che era complicato sapere alla perfezione cosa aspettarsi in termini di degrado. Di fatto, nel corso delle prove libere, il consumo delle mescole era stato importante e, da questo punto di vista, la Ferrari ha scelto di diversificare il piano con i due piloti, puntando alla doppia sosta con Charles Leclerc e all’unica con Sebastian Vettel.
Sono però sorti due problemi: Leclerc, con il secondo treno di medie, non ha trovato la quadra, girando con gli stessi tempi di chi aveva pneumatici più usurati e Lewis Hamilton (il vincitore) si è potuto permettere uno stop anticipato e montare delle gomme (dure) che lo hanno portato alla vittoria, senza più fermarsi. Il passo di LH44 è stato controllato e, quando è arrivato il momento di spingere, ha “ucciso” la corsa, centrando il successo n.83 della carriera e avvicinandosi sempre di più alla conquista del suo sesto titolo.
Appare chiaro, quindi, che Mercedes possa permettersi anche degli azzardi, disponendo di una macchina con tanto carico aerodinamico e dunque meno aggressiva sulle mescole. Discorso diverso per la Rossa, non altrettanto “gentile” sulle gomme. Su questi aspetti la scuderia di Maranello dovrà lavorare, in chiave 2020, per avere una macchina equilibrata e in grado di garantire costanza e velocità pura. Il distacco ancora c’è dalla Stella a tre punte e gli uomini del Cavallino dovranno lavorare sodo.
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Foto: LaPresse