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F1, Mondiale 2019: Red Bull e una crescita che si è arrestata. Progressi per la McLaren

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La stagione della Formula 1 è ormai entrata nella fase finale del lungo percorso che ha accompagnato team e piloti in questo Mondiale 2019. Mancano solamente quattro appuntamenti da qui ad Abu Dhabi, dove ci sarà il consueto arrivederci, per garantire un po’ di riposo e lanciarsi nel migliore dei modi verso il duro lavoro dell’inverno, fondamentale per partire col piede giusto in primavera dell’anno prossimo. A Suzuka si è matematicamente deciso il titolo costruttori, vinto dalla Mercedes per il sesto anno consecutivo e per quanto riguarda quello piloti non dovremmo essere molto lontani dalla conferma del britannico Lewis Hamilton a cui basterebbe guadagnare 13 punti sul compagno di squadra Valtteri Bottas per laurearsi campione del mondo già in Messico la settimana prossima.

La maggior parte dell’attenzione pubblica all’inizio di questo 2019 si era focalizzata sul dualismo Mercedes-Ferrari, ma l’avvio a dir poco balbettante della SF90 ha fin da subito spento i sogni di potersi godere una battaglia all’ultimo sangue. Un valido motivo d’interesse è dunque diventato celermente il confronto alle spalle dei bolidi d’argento che hanno dominato la stagione, dove da una parte trovavamo il team di Maranello e dall’altra la Red Bull, stanca di giocare il ruolo di terza forza del campionato. Col passare delle corse la scuderia austriaca ha nettamente battuto in termini di sviluppo quella italiana e il divario prestazionale tra le due vetture si è assottigliato sempre più.

Nella fase centrale della stagione, quando pareva evidente che la SF90 non riuscisse a liberarsi dei problemi di carico aerodinamico e temperatura delle gomme, la RB15 aveva compiuto il definitivo sorpasso, trascinata anche da uno strepitoso Max Verstappen che dall’Austria all’Ungheria era riuscito letteralmente a volare. Due vittorie, un secondo posto quasi eroico e il quinto in Germania (nonostante il tamponamento subito da parte di Sebastian Vettel) avevano proiettato l’olandese come il principale candidato a dare del filo da torcere ad Hamilton nella seconda parte della stagione.

Tuttavia qualcosa nella pausa estiva è misteriosamente cambiato in Red Bull. Il precoce errore di Verstappen in curva 1 a Spa con l’incolpevole Kimi Raikkonen è stato solamente l’inizio di una serie di prestazioni sotto le aspettative, derivate soprattutto da numerosi problemi di affidabilità e decisioni strategiche da rivedere. Sia a Monza che in Russia sono arrivate penalità in griglia per sistemare i componenti del propulsore e farsi trovare pronti per la gara casalinga del motore Honda in Giappone, ma è noto che andare all in su un unico evento può rivelarsi controproducente e infatti è bastata la sciocchezza di Charles Leclerc al via a Suzuka per compromettere interamente anche questo atteso Gran Premio. Al contrario, invece, chi sta decisamente brillando nonostante la situazione non certo semplicissima è il thailandese Alexander Albon, sparato in sella alla RB15 senza preavviso e capace di portare a casa tantissimi punti come un esperto vero regolarista. Basti pensare a tal riguardo che il giovane rookie ha racimolato 48 punti da Spa in poi mentre il talentuoso orange solamente 31.

Al di là dei risultati, però, è proprio lo sviluppo della vettura che è mancato a Red Bull in queste ultime occasioni. La SF90 non è certo diventata né perfetta né imbattibile ma ha saputo reinventarsi e trovare una risposta ai propri punti di debolezza maggiori, mentre la vettura austriaca si è decisamente persa in questo caos di penalità ed errori e deve ancora riuscire a reagire.

Un discorso a parte lo merita invece la McLaren che, passo dopo passo, sta tornando ad essere una scuderia di alto prestigio che milita nelle posizioni di classifica che le competono. Con l’addio di Fernando Alonso (e non è affatto un caso) il team di Woking è immediatamente riuscito a ritrovare quegli equilibri e quella serenità interna che mancavano da troppi anni. La coppia di piloti, a questo proposito, è certamente una delle più interessanti ed elogiate del panorama. Carlos Sainz ha finalmente effettuato quel salto di qualità che ci si attendeva da lui da tempo, diventando un vero trascinatore e motivatore, e il giovane rookie britannico Lando Norris si è rivelato senza ombra di dubbio una scommessa vinta, sia in pista che fuori, dove è diventato il nuovo fenomeno mediatico del circus.

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michele.brugnara@oasport.it

Twitter: MickBrug

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