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Fate, grazie di tutto: l’Italia vi ama. Squadra surreale, un bronzo biblico che segna un’epoca: ora siete grandi

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Sudore, fatica, arduo lavoro, sacrifici. Una vita intera dedicata alla ginnastica artistica, con ritmi massacranti, con allenamenti serrati, rinunciando a tutto, abbandonando una vita da “adolescenti normali” per inseguire un sogno enorme, per diventare grandi in pedana a suon di evoluzioni impossibili ai più, per sbocciare come Fate in un pomeriggio d’autunno in uno dei templi della Polvere di Magnesio. L’Italia ha conquistato la medaglia di bronzo nella gara a squadre ai Mondiali a Stoccarda, le azzurre hanno compiuto una delle imprese sportive più belle dello sport italiano in questa stagione e hanno riscritto la storia di questa disciplina alle nostre latitudini: salire sul podio iridato nella gara delle gare, quella che valuta il movimento di un’intera Nazione, non è cosa da tutti ed è estremamente prestigioso. Per intenderci: non è l’exploit di un singolo che può arrivare da un momento all’altro (vale in tutte le discipline) ma è la sublimazione di un lavoro costante, mirato, incessante, costruito mattone su mattone nel corso di anni durissimi.

Questa è l’Italia, messa in mano a quattro ragazze della classe 2003 dal talento cristallino e a una “veterana” del 2000 che negli ultimi mesi ha compiuto una crescita esponenziale. Questa è la nostra Nazionale, il gruppo che non molla mai, il quintetto delle guerriere, la formazione delle magie che ci ha fatto vivere un sogno e che ci ha fatto piangere di gioia: il trucco si è sciolto, il mascara e il rossetto non hanno retto su quel palco, non hanno retto nemmeno i nostri cuori e la lacrimuccia è scesa anche sul volto dei tanti appassionati che hanno seguito il numero antologico da lontano. Una cosa è certa: le ragazze di Enrico Casella sanno come farci saltare le coronarie, sabato si sono qualificate a questa finale per appena tre centesimi dopo una drammatica rotazione alla trave, oggi hanno conquistato il bronzo chiudendo la prova proprio sui 10 cm.

Questo trionfo è frutto dell’operato d’elite che si svolge quotidianamente al PalAlgeco di Brescia, una squadra su cui si è puntato da diverse stagioni (le ginnaste hanno solo 16 anni ma per ottenere dei risultati si parte prestissimo) che ha vinto tutto tra le juniores e che oggi ha festeggiato tra le grandi alla prima occasione utile. Giorgia Villa, 16enne bergamasca, capitana immarcescibile, tenace più che mai. Asia e Alice D’Amato, 16enni gemelle genovesi, grintose e spumeggianti dalla folta chioma bionda. Elisa Iorio, 16enne modenese, colei che ci ha trascinato a questa finale. Desiree Carofiglio, 19enne milanese, closer spettacolare al corpo libero. Martina Maggio, 18enne brianzola, riserva di lusso fondamentale per il gruppo. Enrico Casella, 62enne bresciano, il Guru di tutto insieme al suo spettacolare staff. Grazie, grazie di tutto. Non ci sono più aggettivi, strappate qualsiasi dizionario e ungetevi di magnesio.

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Foto: Simone Ferraro/FGI

1 Commento

1 Commento

  1. Gabriele Dente

    9 Ottobre 2019 at 01:01

    L’unica cosa che posso dire, da italiano, è che sono veramente orgoglioso di queste ragazze e di Enrico Casella.
    Per il talento senz’altro, per il duro lavoro anche, ma soprattutto per il carattere mostrato in una gara contro autentici giganti che godono del supporto totale dei loro paesi. Grazie e complimenti!

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