Artistica

Ginnastica artistica, Mondiali 2019: Oksana Chusovitina, highlander immortale. 44 anni di cuore, insegue l’ottava Olimpiade!

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Da Indianapolis 1991 a Stoccarda 2019. In mezzo 28 anni di agonismo, una gravidanza, tanti trionfi e una carisma al di fuori del comune, un cuore e una grinta tipici solo degli highlander di un’epoca che non c’è più. Signori e signore, Oksana Chusovitina è ancora qui: dal suo primo Mondiale sono passati quasi tre decenni, nella magica settimana di Indianapolis vinse tre medaglie (oro con la squadra e al corpo libero, argento al volteggio) quando aveva appena compiuto 16 anni, ora ha spento addirittura 44 candeline ma il tempo si è fermato e da venerdì sarà in gara con l’intento di essere protagonista nella rassegna iridata di ginnastica artistica. Oksana Chusovitina ha bevuto l’eliser di lunga vita, in uno sport dove gareggiare oltre i 25 anni (tra le donne) è quasi impossibile, lei rappresenta una gradita eccezione: bisognerebbe studiarla biologicamente, potrebbe uscirne fuori un trattato molto interessante e utile per le generazioni future.

Nel corso della sua gloriosa carriera, Oksana Chusovitina ha vinto 11 medaglie ai Mondiali (3 ori): abbiamo già citato le prime, l’ultima è arrivata a Tokyo 2011 quando si mise al collo l’argento al volteggio rappresentando la Germania. Attualmente l’allieva di Svetlana Boginskaya rappresenta l’Uzbekistan che è il suo Paese Natale (6 podi iridati) ma ha vestito il body di addirittura quattro Nazionali: prima quello dell’Unione Sovietica (1991, stiamo parlando davvero di un’era geo-politica che sembra lontanissima), poi quello della Squadra Unificata (oro con la squadra alle Olimpiadi di Barcellona 1992), poi successivamente ha prestato la propria classe alla Germania in segno di riconoscimento al Paese che ha curato il figlio Alisher da una grave malattia prima di tornare col suo Uzbekistan.

Un mito davvero vivente che a questi Mondiali inseguirà un sogno: qualificarsi alle Olimpiadi di Tokyo 2020, sarebbero gli ottavi Giochi della sua carriera e diventerebbe una delle donne più presenti di sempre nella rassegna a cinque cerchi (la georgiana Nino Salukvadze salirà a quota nove se sarà a Tokyo 2020 nel tiro a segno). La missione è alla portata: le servirà essere tra le migliori 24 del concorso generale escludendo però ginnaste già qualificate con la propria squadra, altra via è un podio nella finale di specialità all’amato volteggio ma potrebbe bastare un piazzamento se i medagliati si saranno già qualificati ai Giochi attraverso altre vie.

 

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Foto: Shutterstock

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