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Ginnastica, Mondiali 2019: Simone Biles, la Reginetta venuta dal Futuro. Dominio da 5 ori, la più grande di sempre

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Cinque medaglie d’oro nella stessa edizione dei Mondiali (in passato ci erano riuscite solo la sovietica Larisa Lattina nel 1958 e la ceca Vasta Dekanova nel 1938), 19 titoli iridati in carriera (di cui cinque nel concorso generale, record), 25 medaglie complessive, due elementi da brivido inventati per l’occasione. Semplicemente Simone Biles, in piccoli e semplici numeri. Una fuoriclasse in tutto e per tutto che ha stavolto la ginnastica artistica, che ha cambiato il modo di vedere questo sport e che lo ha portato in una nuova dimensione, un autentico funambolo che è stata più volte capace di riscrivere le logiche della fisica e di spingersi ai limiti dell’umano. Doppio salto con triplo avvitamento al corpo libero, Tsukahara avvitato alla trave: una difficoltà J (istituita appositamente per questo elemento) e una difficoltà H (i giudici hanno pensato che quell’uscita dalla trave fosse troppo pericolosa e allora ha conferito un coefficiente che non convincesse altre ragazze a emularla).

Greatest of All Times. GOAT. La più grande di tutti i tempi. La Reginetta della Polvere di Magnesio, una vera e propria diva che verrà ricordata a lungo come i più grandi dello sport: non si straparla quando si dice che la statunitense verrà affiancata a miti come Diego Armando Maradona, Roger Federer, Michael Jordan e tante icone che hanno segnato un’epoca nei rispettivi sport e che sono entrati nell’immaginario collettivo. I voli di Simone Biles fanno ormai parte della cultura planetaria e non verranno cancellati, probabilmente un’atleta che si spinga così in alto deve ancora nascere e rimpiangeremo questa sorridente ragazza quando deciderà di appendere il body al chiodo (dovrebbe farlo dopo le Olimpiadi di Tokyo 2020, stando alle sue dichiarazioni).

A Stoccarda ha semplicemente dominato vincendo sul giro completo, con la squadra, al volteggio, alla trave, al corpo libero. Soltanto alle parallele asimmetriche è rimasta a mani vuote (pur disputando la finale), solo sugli staggi ci sono ragazze migliori di lei. Cresciuta dai nonni perché la mamma era alcolizzata e il padre aveva lasciato casa, afflitta da disturbi di iperattività, esplosa nel 2013 dopo una carriera da junior non così entusiasmante, imbattuta nel concorso generale da ben sei anni (ha perso solo una gara da professionista, l’American Cup del suo debutto tra le grandi contro Katelyn Ohashi). La più medagliata di sempre ai Mondiali, 25 volte sul podio (contro le 23 di Vitaly Scherbo). La più vincente della rassegna iridata. Semplicemente la più grande che ora vuole consacrarsi definitivamente alle Olimpiadi di Tokyo 2020 realizzando il mitico back-to-back dopo aver già vinto quattro ori a Rio 2016.

 

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Foto: USA Gym

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