Ciclismo

La nuova vita di Adriano Malori: “Ho rischiato la sedia a rotelle, ora sono felice. Ganna è da record dell’ora”

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A volte risulta difficile credere al fatto che la vita ti offra sempre una seconda possibilità. Adriano Malori ci ha creduto profondamente, ha lottato come un vero e proprio guerriero per riprendere in mano la sua esistenza, avere il coraggio di guardare in faccia la realtà, capire che purtroppo la sua carriera era finita troppo presto, e ripartire da zero; reinventarsi, scrivere un’altra storia della sua seconda vita. Una vita che adesso lo appaga, che lo rende orgoglioso. Anche se ogni tanto la mente torna a quel 22 gennaio 2016, a quella maledetta caduta al Tour de San Luis, al calvario subìto, alla tenacia nel ritornare nuovamente in sella dopo otto mesi. Ma poi, nel luglio del 2017, è arrivata la decisione più dura, più difficile: il ritiro.  

Dalla medaglia d’oro tra gli Under 23 nella prova a cronometro del Mondiale di Varese 2008, all’argento nella medesima prova, ma tra gli Élite, a Richmond 2015, passando per i tre titoli nazionali nella prova contro il tempo, il trentunenne parmense, ex corridore prima della Lampre, poi della Movistar, ci dà un suo giudizio, da grande cronoman qual è stato, dei titoli conquistati dagli italiani e non in questi ultimi Mondiali. Passando poi per un bilancio generale sulla nostra Nazionale, senza dimenticare il suo nuovo presente da preparatore atletico con 58×11 by Adriano Malori.  

Un tuo bilancio complessivo del Mondiale per quanto riguarda la spedizione azzurra. 

“Un bilancio assolutamente positivo! Con due ori, due argenti e un bronzo, è stata una delle migliori spedizioni degli ultimi anni. Ci ha detto che il ciclismo italiano sta davvero molto bene”. 

Quanto ti hanno stupito Filippo Ganna e Antonio Tiberi? C’è tanto orgoglio per quanto fatto dai nostri italiani a cronometro. 

“Filippo Ganna non mi ha stupito più di tanto, ha le doti per diventare un grande cronoman. Quest’anno col metodo del Team Ineos ha fatto il salto di qualità su strada. Antonio Tiberi invece mi ha sorpreso. Speriamo che le squadre dove militerà, sia da Under 23 che da professionista, siano capaci di farlo crescere bene”. 

Secondo te, dove possono arrivare Ganna ed Edoardo Affini? Un giorno potranno lottare anche per le Classiche del Nord? 

“È difficile a dirsi. Per le Classiche vedo più Affini, mentre Ganna dovrebbe iniziare a preparare il record dell’ora: la combo crono/pista gli calza a pennello”.  

Un tuo giudizio su Rohan Dennis e Remco Evenepoel; pensando anche a Tokyo 2020. 

Rohan Dennis non mi piace. La sua forza è indubbia, ma è un po’ troppo “testa calda”; e non è il tipo di cronoman che preferisco. Evenepoel, invece, devono farlo crescere; su questo fenomeno si dovrebbe avere un’azione più preservativa. Per Tokyo vedo Tom Dumoulin nella cronometro e Alejandro Valverde per la strada”. 

Parlaci della tua nuova vita e di 58×11 by Adriano Malori. 

“La mia nuova vita è uno spettacolo! Con 58×11 by Adriano Malori riesco a veicolare ciò che ho imparato nella mia carriera alla gente comune, adattando il metodo che mi ha portato lassù alla vita di tutti; e posso dire con orgoglio che sta avendo molto successo. Una grossa mano me la sta dando mia moglie Giorgia: io sono il braccio e lei la mente”. 

Ogni tanto ripensi a quel maledetto incidente? Nonostante tutto ti sei riscattato e sei diventato, anche sceso dalla bici, un esempio per molti nel non arrendersi mai. 

“Non pensarci è impossibile, però vedo il bicchiere mezzo pieno. Dovrei essere sulla sedia a rotelle, invece vado in bici quasi forte come prima! Mi fa piacere essere un esempio, ancora adesso c’è gente che mi scrive dalla Spagna e dal Sud America ringraziandomi perché hanno visto il documentario che era uscito sulla tv spagnola, “Informe Robinson”, e grazie a quel video hanno ritrovato la forza di fare riabilitazione. È un peccato che in Italia sia passato un po’ in sordina”. 

Che consiglio daresti a quei giovani corridori che si arrendono troppo presto e non lottano fino all’ultimo per i propri sogni? 

“Che io ho lottato finché c’è stato l’ultimo briciolo di speranza…fatelo anche voi! I sogni sono la benzina della vita, i rimpianti il freno”. 

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Foto: Jan de Wild / Shutterstock.com

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