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Martina Alzini dal Campionato Europeo su pista: “La chiusura del velodromo di Montichiari è stato un sacrificio ulteriore. Siamo un gruppo affiatato e determinato”

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Questa sera le azzurre dell’inseguimento a squadre disputeranno la finale per la medaglia di bronzo contro la Francia ai Campionati Europei su pista 2019 di Apeldoorn, in Olanda. Oltre a Letizia Paternoster, Vittoria Guazzini, Elisa Balsamo e Marta Cavalli, la possibile finalista del quartetto che si giocherà il titolo continentale è Martina Alzini. L’atleta del Team Bigla inoltre, potrebbe disputare anche la prova dell’inseguimento individuale di venerdì. La ventiduenne milanese di Parabiago, una delle stelle del ciclismo su pista italiano, giovanissima sì, ma con alle sue spalle medaglie di valore sia a livello italiano che internazionale, ci parla del suo 2019 e delle ambizioni personali e di squadra in questi giorni olandesi. Martina avrà l’onere, assieme a tutti gli altri azzurri, di tenere alto il grande valore del ciclismo italiano su pista in questa importantissima rassegna europea che potrebbe regalare loro punti importanti per le Olimpiadi di Tokyo 2020.

Tracciamo un bilancio generale della stagione, fra gioie e rammarichi…

“Per me è stata una stagione ricca di emozioni! Se dovessi pensare ad un momento deludente di quest’anno, non posso nascondere che i Mondiali su pista a Pruzkow mi hanno lasciata con l’amaro in bocca, perché le nostre aspettative nel quartetto andavano ben oltre un quinto posto generale. Anche se non rappresenta un vero e proprio rammarico, perché comunque un Mondiale è un’esperienza unica. Ma d’altro canto questo 2019 è stato ricco di soddisfazioni, con il primo posto ai Giochi Olimpici Europei nel quartetto a Minsk (che emozione!) e subito dopo l’oro nell’Europeo Under 23 a Gent, in Belgio (il mio terzo oro consecutivo in questa categoria). Andando indietro a questo inverno, ricordo con grande piacere il mio primo posto in Coppa del Mondo, dove con un giovanissimo quartetto (Balsamo 21 anni, Cavalli 21 anni, Paternoster 20, io 22) stabilimmo allora un nuovo record italiano in 4.17.438”. 

Adesso sei impegnata negli Europei su pista…

“Sono iniziate le competizioni qui ad Apeldoorn, ed e io sarò impegnata assieme a Guazzini, Paternoster, Balsamo e Cavalli nell’inseguimento a squadre per la conquista della medaglia di bronzo (ma è ancora da decidere la riserva), e domani, forse, anche in quello individuale. L’ambizione, per quanto riguarda quello a squadre, è di portare a casa un buon risultato sia per noi stesse, che per il nostro Ct Dino e tutto il suo staff, ed ultima cosa, ma non meno importante, per la qualificazione olimpica!”  
 

Come vedi le altre azzurre? 

“Vedo le mie compagne di Nazionale come un grande gruppo affiatato e determinato a far bene, in qualsiasi situazione! Lavorare con queste ragazze è un grande onore, e farne parte mi motiva a dare il massimo sia per me stessa che per loro e per chi lavora duramente ogni giorno per noi”. 
 

Come hai affrontato il percorso di avvicinamento a questo appuntamento? 

“Purtroppo non è una novità che dall’anno scorso, ovvero da quando hanno chiuso la ‘nostra’ pista di riferimento per problemi all’impianto, ossia il velodromo di Montichiari, tutti noi abbiamo dovuto accettare la situazione ed essere disposti a fare sacrifici; con questo intendo appoggiarsi ad altri velodromi spesso all’aperto (Vigorelli, Busto Garolfo ecc..). Oppure affrontare lunghi viaggi per andare nei velodromi al coperto in Svizzera, o nel caso premondiale a Roubaix; a volte, purtroppo, senza dare quella continuità che la preparazione ottimale per la pista (specie per il quartetto) necessita. Nonostante tutto questo ci siamo sempre rimboccati le maniche, e anche per questo evento ci siamo ritrovate tutte quante a Grenchen in Svizzera una settimana fa”.  
 

Gli Europei su pista potrebbero risultare come un possibile riscatto o vendetta femminile nei confronti di coloro che hanno tanto criticato le azzurre durante i Mondiali su strada? 

“Da sempre (e non è un segreto) la forza della Nazionale azzurra è il gruppo, quindi anche in questo caso ci faremo forza l’un l’altra per raggiungere il massimo risultato”. 

C’è nella tua testa quel possibile sogno chiamato Tokyo 2020? 

“Certo! Ma sono abbastanza scaramantica a riguardo, quindi per Tokyo 2020 mi limito a dire che di strada da fare (anzi.. di pista!) ne ho ancora molta”.

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Foto: Pagina Facebook UEC 

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