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MotoGP, GP Australia 2019: gerarchie ribaltate in casa Yamaha. Come Fabio Quartararo ha ottenuto lo status di prima guida con una moto non ufficiale

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Quattro pole position, dieci prime file, quattro secondi posti e due terzi: sono questi i numeri del 2019 in MotoGP del francese Fabio Quartararo. Il “Luke Skywalker” della classe regina è la nuova speranza contro “L’Impero” Honda guidato dallo spagnolo Marc Marquez, vincitore anche quest’anno del titolo mondiale (ottavo in carriera e sesto in top-class) e assai prodigo nell’aggiornare le sue statistiche da record.

Tuttavia, da par suo, il buon Quartararo proprio grazie al peso dei risultati citati ha ottenuto il titolo di “Rookie of the Year” e, cosa più importante, ha conquistato o, per meglio dire, sta conquistando in pista lo status di prima guida in Yamaha. Nonostante non goda del supporto della scuderia ufficiale, il transalpino sta lavorando benissimo con il Team Petronas, riuscendo ad interpretare come nessun altro la M1.

Se per Valentino Rossi la moto di Iwata è un enigma, per Fabio è un diamante da sgrezzare e la portata delle sue prestazioni lo dimostra chiaramente. Con la sua guida morbida, gestendo nel miglior modo possibile la frenata, il centauro francese ha trovato il modo di interpretare le gomme e la propria moto, rivaleggiando con il “Cannibale”, pur non avendo un grande bagaglio d’esperienza.

Attualmente Quartararo è sesto in classifica generale, a quota 163 punti, ma è vicinissimo alla terza posizione occupata dalla Suzuki dell’iberico Alex Rins (-16 punti). Se la tendenza dovesse continuare, è chiaro che l’obiettivo top-3 al primo anno di MotoGP sarebbe centrato e andrebbe considerato con tutti gli onori del caso. In questo senso, la Yamaha ha scoperto di avere tra le mani un bel “cavallino” e sarà interessante capire come la situazione dovrà essere gestita l’anno venturo. Forte di una stagione da apprendista, “El Diablo” vorrà vincere e lottare fianco a fianco con Marquez in ogni GP, visto che nella stagione dei primati per l’asso nativo di Cervera il pilota della M1 si è tolto la soddisfazione di cancellare il nome dell’iberico in una statistica particolare, ovvero quella del poleman più giovane (20 anni e 14 giorni, 48 in meno di Marquez, a Jerez de la Frontera). Una goccia in un oceano, ma un indizio chiaro.

 

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Foto: Valerio Origo

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