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MotoGP, GP Giappone 2019: la stagione fallimentare di Jorge Lorenzo. Un feeling mai nato con la Honda ed il confronti umiliante con Marquez

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Mancano quattro appuntamenti alla conclusione del Mondiale MotoGP 2019. La stagione, dopo il trionfo di Marc Marquez, non ha più spunti di interesse particolari in questo suo ultimo scorcio. Alcuni piloti cercheranno gloria e, se possibile, qualche successo di tappa. Ce n’è uno, invece, che non vede l’ora che tutto questo si conclusa. Jorge Lorenzo sta segnando nel calendario, tacca dopo tacca, l’avvicinamento al Gran Premio di Valencia di metà novembre. La fine, quantomeno per lui, di un vero e proprio incubo sportivo.

Per il maiorchino, infatti, questa annata assomiglia sempre di più ad una vera e propria Via Crucis. Se l’inizio di stagione di quello che doveva essere il nuovo Dream Team, era stato annacquato dalle difficili condizioni fisiche del cinque volte campione del mondo, dopo la brutta caduta di Assen Jorge Lorenzo ha letteralmente alzato bandiera bianca, ed i risultati lo confermano in maniera nitida. In Thailandia lo spagnolo in 18esima posizione con un ritardo abissale: 54.7 secondi dalla vetta. Un gap che non ha spiegazioni ma che diventa ancor più incredibile se si pensa che ha incassato anche 10 secondi da Tito Rabat, e 14 da Miguel Oliveira, non propriamente due rivali che hanno a disposizione moto di primo livello.

La carriera del campione del mondo 2015 sembra essersi infilata in una buca senza fondo. Dopo gli anni di sofferenza vissuti in Ducati, con diverse cadute rovinose che hanno condizionato il suo finale di 2018, lo sbarco in Honda era condito di tante speranze. Tutte naufragate in un battito di ciglia. Il miglior risultato del numero 99 è un pallido, pallidissimo, 11esimo posto a Le Mans nel Gran Premio di Francia. Sì, Jorge Lorenzo in questi mesi non si è mai classificato nelle prime 10 posizioni di una gara. A questo 11esimo posto vanno aggiunti due 12esimi (Argentina e Spagna), quindi due 13esimi (Qatar e Mugello), due 14esimi (Gran Bretagna e Misano), prima di un 18esimo e 20esimo nelle ultime due uscite, senza dimenticare i ritiri di Texas e Barcellona, più la non partecipazione di Assen.

Come si può spiegare un andamento tanto negativo da collocare il portacolori della Honda al 19esimo posto della graduatoria generale davanti ai soli Tito Rabat, Hafizh Syahrin e Karel Abraham? Jorge Lorenzo, in soldoni, non ha mai capito come guidare la sua moto e, inoltre, dopo la brutta caduta del weekend olandese, ha aggiunto anche la paura. Un aspetto che un pilota di MotoGP non può avere e con il quale non può convivere.

Le ultime prestazioni non sembrano nemmeno più di un pilota di Motomondiale. Prendere quasi un minuto di distacco significa procedere con una andatura quasi da amatore, o da chi non vuole cadere più. Quando queste preoccupazioni iniziano a infiltrarsi nella testa niente può più andare nella giusta direzione. Ogni volta che si prova a spingere non si può che ottenere il risultato opposto.

Questa è l’amara situazione di Lorenzo, acuita dal fatto che, dall’altra parte del box c’è un fuoriclasse come Marc Marquez che lo sta continuamente umiliando. 23 punti l’uno, 325 l’altro. 302 punti di differenza che, forse, sono persino riduttivi per quello che sta succedendo ora in pista. Alzi la mano chi, prima dell’avvio del campionato a Losail, si sarebbe mai immaginato un divario simile. Qualche difficoltà di ambientamento era preventivabile. Un disastro sportivo simile no. Siamo ormai al capolinea della storia d’amore tra Jorge Lorenzo e la Honda, oppure il maiorchino dirà “basta” al Motomondiale in generale?

 

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alessandro.passanti@oasport.it

Twitter: @AlePasso

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Foto: Valerio Origo

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