MotoGP
MotoGP, GP Giappone 2019: Valentino Rossi, le cause della crisi. I 5 motivi per cui il Dottore vive il momento più nero della carriera
Una pessima qualifica, lontanissimo dai tre compagni di squadra. Una partenza da dimenticare che lo ha retrocesso ulteriormente nella pancia del gruppo costringendolo alle spallate e al traffico. Un passo discreto ma non eccezionale che non gli ha permesso di reagire. Una scivolata finale che suggella il tutto. Il Gran Premio del Giappone 2019 di MotoGP di Valentino Rossi è stato tutto questo, un agglomerato di “insuccessi” che lo hanno portato al quarto zero stagionale e a doversi leccare le ferite, ancora una volta. In questo momento non sta davvero funzionando nulla negli oliati ed esperti meccanismi del Dottore, i risultati non arrivano e i motivi sono molteplici. Proviamo ad analizzare i principali cinque che stanno rendendo il 2019 la peggiore stagione della carriera del pesarese:
1. L’ETÀ
Inutile girarci intorno, il motivo principale che probabilmente genera tutti gli altri. La questione anagrafica prima o poi avrebbe dovuto presentare il conto anche ad un essere immortale come Valentino e lentamente ci stiamo davvero avvicinando all’ultima fermata di una carriera leggendaria. La costanza di prestazione in gara, da sempre il punto chiave dei successi (specialmente nel recente passato) del quarantenne di Tavullia, sta cominciando a venire meno e moltissimi punti gratuiti utili alla classifica sono stati gettati al vento per errori dello stesso pilota che nulla hanno a che vedere col resto.
2. L’USURA DELLA GOMMA
Come recentemente analizzato in più occasioni, lo stile di guida del Dottore lo porta a stressare maggiormente gli pneumatici in uscita e questo genera un’eccessiva usura del posteriore rispetto alle altre M1 che ne limita fortemente le prestazioni. Spesso abbiamo visto il Dottore costretto a scegliere una mescola più conservativa proprio per questo motivo, con conseguente ulteriore ampliamento del delta prestazionale con i compagni.
3. MANCANZA DI STABILITÀ
Rossi sta cercando in tutti i modi di uscire da questo periodo difficile ma forse gli sforzi personali in corso si stanno rivelando anche troppi e controproducenti. Il pesarese è sempre alla ricerca di numerose modifiche e aggiustamenti, sia sul lato tecnico che quello gestionale e questi continui cambiamenti potrebbero essere difficili da assimilare per un pilota della sua esperienza. Cambiare capotecnico pare una scelta positiva e di rinnovamento, ma i continui cambi di assetto, telaio, forcellone e stile di frenata non stanno portando benefici; per capire questo basta osservare Viñales che con molte meno modifiche e più stabilità di guida si è migliorato notevolmente gara dopo gara.
4. LA QUALIFICA
Un atavico problema di Valentino fin da quando dominava in lungo e in largo è la minore efficacia nel trovare il giro secco perfetto. Con l’evoluzione del motociclismo sta diventando sempre più cruciale partire davanti e non perdere il treno giusto di scie e molte gare di quest’anno gli sono scivolate via fin dai primi giri proprio per le continue partenze da molto più dietro dei principali avversari.
5. I RIVALI IN YAMAHA
La stagione pazzesca di Marc Marquez non può né deve oscurare quanto di buono stiano facendo tutti e tre i compagni di squadra di Valentino in Yamaha. Maverick Viñales e Fabio Quartararo, specialmente da metà stagione in poi, sono costantemente le spine nel fianco più pericolose per il dominio dello spagnolo e anche lo stesso Franco Morbidelli, seppur in maniera leggermente minore, sta portando a termine un 2019 di assoluta autorevolezza. Se nel recente passato avere compagni competitivi ha sempre stimolato il Dottore, visti i problemi di quest’anno probabilmente il contraccolpo psicologico è maggiore del previsto e non deve essere facile per uno come lui vedersi così spesso pesantemente sconfitto.
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Foto: LaPresse
michele.brugnara@oasport.it
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