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MotoGP, GP Thailandia 2019: Andrea Dovizioso alza bandiera bianca. Ducati sempre più distante da Honda e Yamaha, lo sviluppo non ha funzionato

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11″218: è questo il responso del GP della Thailandia per Andrea Dovizioso (quarto) e la Ducati. Nel giorno dell’ottavo trionfo mondiale dello spagnolo Marc Marquez, il team italiano deve leccarsi le ferite e interrogarsi su quello che non ha funzionato.

La Rossa è tornata a risentire tanto delle criticità in percorrenza di curva. Per dirla in altre parole, la GP19 fatica a curvare e non è un caso che nei tratti più guidati del layout asiatico non abbia tenuto il passo di chi poi ha vinto. Dovizioso si è trovato a guidare sulle uova perché le Michelin di questa stagione sono un po’ come le Pirelli per la Ferrari, volendo fare un’analogia con la F1, anche se forse a Maranello sembrano aver trovato la quadra (con ritardo).

A Borgo Panigale la risposta non c’è stata e oggi si è alzata bandiera bianca al cospetto della superiorità della Honda dell’iberico ma anche della Yamaha. Il francese Fabio Quartararo e lo spagnolo Maverick Vinales, rispettivamente secondo e terzo, non sono mai stati nel mirino del forlivese, costretto semmai a guardarsi le spalle per gli attacchi dell’iberico Alex Rins sulla Suzuki.

Appare chiaro che, in ottica 2020, si dovrà lavorare tanto sotto il profilo tecnico per tornare a quanto si era visto nel 2018, quando il “Dovi” era il “Quartararo” della situazione. Vederlo fuori dai giochi sempre più distante dall’asso nativo di Cervera deve forse dare degli spunti e delle idee ai tecnici ducatisti, per capire come sfruttare al meglio le mescole francesi e nello stesso tempo come minimizzare i punti deboli della moto.

Marc rischia di entrare nella leggenda del Circus delle due ruote e la Ducati rischia seriamente di osservare le foto dell’australiano Casey Stoner del 2007 con nostalgia crescente.

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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