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MotoGP, GP Thailandia 2019: Jorge Lorenzo, che senso ha? Umiliazioni in serie per un campione del mondo caduto in basso

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Se gli ultimi appuntamenti erano risultati simili ad una vera e propria Via Crucis, oggi il Gran Premio di Thailandia 2019 di MotoGP è andato addirittura oltre per Jorge Lorenzo. Il maiorchino, ormai, sta vivendo un calvario sportivo che non sembra avere fine. Nella gara di Buriram, infatti, il numero 99 ha concluso in 18esima posizione con un ritardo abissale: 54.726 secondi dalla vetta. Già di per sè un gap che non ha spiegazioni, che diventa ancor più incredibile se si pensa che il campione del mondo 2015 ha incassato anche 10 secondi da Tito Rabat, e 14 da Miguel Oliveira.

La carriera dello spagnolo sembra essersi infilata in una buca senza fondo. Dopo gli anni di sofferenza vissuti in Ducati, con diverse cadute rovinose che hanno condizionato il suo finale di 2018, lo sbarco in Honda era condito di tante speranze. Tutte naufragate in un battito di ciglia. Jorge Lorenzo non ha mai capito come guidare la sua moto e, inoltre, dopo la brutta caduta di Assen, ha aggiunto anche la paura. Un aspetto che un pilota di MotoGP non può avere.

Gli ultimi risultati non sembrano nemmeno più di un pilota di Motomondiale, non solo di un cinque volte iridato. Prendere quasi un minuto di distacco significa procedere con una andatura quasi da amatore, o da chi non vuole cadere più. Quando queste preoccupazioni iniziano a ronzare nella testa niente può più andare nella giusta direzione. Ogni volta che si prova a spingere non si può che ottenere il risultato opposto.

A questo punto, non è folle chiederselo: ha senso andare avanti così? Per Jorge Lorenzo queste ultime gare, e sopratutto il prossimo anno, che significato avranno? Sarebbe forse il caso di salutarsi? Dirsi addio? Cercare nuove sfide altrove? Tutte domande che il maiorchino si pone da mesi, come il suo tentativo di tornare in Ducati spiega perfettamente. C’è poco da fare, però. Opzioni non se ne vedono molte all’orizzonte e il rischio di un anno sabbatico è tutt’altro che da escludere. La cosa più importante, tuttavia, sarebbe che lo spagnolo risolvesse i suoi problemi interni, per tornare di nuovo il pilota che tutti abbiamo conosciuto. Non certo uno che vivacchia in pista a un minuto dai migliori, e non solo da questi…

 

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alessandro.passanti@oasport.it

Twitter: @AlePasso

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Foto: Lapresse

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