Seguici su

MotoGP

MotoGP, GP Thailandia 2019: Jorge Lorenzo prigioniero di se stesso e della Honda. Un campione piombato nell’anonimato

Pubblicato

il

A volte i numeri dicono molto più di quello che si possa pensare. Nel caso di Jorge Lorenzo, poi, sono vero e proprio sale sulla ferita. Il maiorchino in questa stagione non è mai arrivato nelle prime 10 posizioni di una gara, con il migliore risultato ottenuto a Le Mans con un 11° posto. Per il resto pochi guizzi, due ritiri e ben 4 appuntamenti saltati per infortunio. 

Dopo l’esperienza, ben poco soddisfacente, in Ducati, il 32enne di Palma di Maiorca confidava di rilanciarsi in Honda, invece, ha solamente allungato la sua striscia di risultati negativi. Fa davvero impressione pensare che il numero 99 non si classifica nella top10 di un Gran Premio dal Red Bull Ring 2018, ben 13 mesi or sono. Un digiuno che ha del clamoroso, in un momento nel quale allo spagnolo nulla va per il verso giusto.

La moto, la sua Honda RC213V, proprio non gli piace. Non ha mai avuto un minimo di feeling all’anteriore e, ora come ora, la sta guidando come se fosse sulle uova e con la netta sensazione di non volere forzare in ingresso curva per non correre ulteriori rischi dopo una serie di cadute ed infortuni davvero da Guinness dei primati.

Il team che, ad inizio anno, doveva essere il nuovo Dream Team, è tutto per Marc Marquez, sia dal progetto alle gerarchie e, per un pilota come Jorge Lorenzo, che ama avere tutto sotto controllo e nella sua direzione, è un’ulteriore difficoltà. Inoltre, non dobbiamo dimenticare i suoi tentativi di smuovere le acque a livello di mercato per un ritorno in Ducati che, come detto, non è stato certo il Paradiso per il maiorchino, ma è sicuramente stato meglio dell’attuale inferno della Honda.

Una serie di complicazioni notevoli e che, per larga parte, dipendono proprio da lui. Tra scelte di scuderie errate, una notevole rigidità nei rapporti personali e nello stile di guida, ed un carattere che sembra averlo abbandonato, ormai lo spagnolo è un fantasma, dentro e fuori la pista.

La sua carriera è davvero in bilico sotto tutti i punti di vista. Che senso ha rimanere in Honda nell’ombra di Marquez, con una moto che non riesce a guidare e con la sensazione di non poterla spingere al massimo per non rischiare? Forse le sue valutazioni di altre strade non sono state un’idea campata in aria. Chi, in questo momento, potrebbe inserirlo in squadra? Ad occhio e croce la risposta è “nessuno”. Quindi si potrebbe parlare di un anno sabbatico?

Le opzioni sono numerose, e tutte di seconda fascia per un cinque volte campione del mondo. Un pilota che troppo rapidamente è passato dalle stelle a una ben altra collocazione. Costretto, nelle ultime uscite, a correre solo per limitare i danni e rimanere attorno al mezzo minuto di ritardo dai primi della classe. Davvero troppo poco. Una fine ingloriosa per il maiorchino? La caduta appare inesorabile. Starà a lui rispondere in pista e raddrizzare la situazione. 

[embedit snippet=”adsense-articolo”]

alessandro.passanti@oasport.it

Twitter: @AlePasso

Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter

Foto: Valerio Origo

Pubblicità

Dalla Home

Pubblicità

Facebook

Pubblicità