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MotoGP, Mondiale 2019: il digiuno di Valentino Rossi e una stagione avara di soddisfazioni. I numeri negativi del “Dottore”

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25 giugno 2017: 843 giorni fa Valentino Rossi ha posto il suo ultimo sigillo in MotoGP. Un’eternità per un nove volte campione del mondo in cerca di feeling con la Yamaha, che ormai sembra averlo un po’ tradito. Sì perché la M1, amica di una vita, pare “apprezzare” più lo stile di guida del “nuovo che avanza” Fabio Quartararo e anche del “Top Gun” della classe regina Maverick Vinales. Sono invece 185 i giorni che sono trascorsi dall’ultimo podio, ovvero il secondo posto ad Austin (Texas). Il sesto posto in classifica generale a 180 lunghezze dal campione del mondo Marc Marquez la dice lunga sulle difficoltà del “46”.

I soli due podi stagionali, nei fatti, pongono l’accento su una crisi di risultati innegabile frutto, come detto, della mancanza di affinità tra uomo e moto e nello stesso tempo dell’incapacità al momento di trovare delle soluzioni. Le sole due prime file ottenute nel 2019 rafforzano questa idea e il rischio che la stagione sia la peggiore di sempre di Valentino nella top class è concreto. Un “Dottore” in cerca di una cura, verrebbe da dire, perché alcuni dati sono decisamente “impolverati”.

I 501 giorni dell’ultima pole (Mugello 2018) è un altro riferimento significativo, visto che è stato il 65° episodio della serie e non ha avuto un update. Le 115 vittorie (89 in MotoGP) e i 234 podi sono sempre numeri importanti da esibire ma, in una categoria di così alto livello, sfogliare l’album di storia serve davvero a poco. Lo sa perfettamente anche Rossi. Il suo contratto scadrà nel 2020 ed è chiaro che la continuazione del rapporto con Yamaha sarà strettamente connesso ai risultati, tenuto conto dell’ascesa di Quartararo e di altre eventuali nuove leve.

Nel prossimo appuntamento, a Motegi (Giappone), l’ultima firma è stata posta nel 2008. Undici anni sono davvero molti e, con un Marquez in grado di segnare un’era e gli altri del Circus pronti ad ostacolarlo, aggiornare il dato sarà complicato. I numeri sono negativi ma la voglia di competere c’è. All’alfiere di Iwata spetterà il compito di invertire il trend.

 

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Foto: Valerio Origo

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