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Rugby, Mondiali 2019: da Farrell e Kolbe, le stelle della finale Inghilterra-Sudafrica

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Si avvicina sempre più velocemente l’appuntamento con la finale della Rugby World Cup 2019 che si sta disputando in Giappone. Sabato mattina, con fischio d’inizio alle 10 e diretta su Rai 2, a Yokohama scenderanno in campo Inghilterra e Sudafrica per giocarsi il titolo. Due squadre di altissimo livello, ricche di campioni unici che sapranno dare spettacolo per ottanta minuti. Ma tra i 46 giocatori che si sfideranno ecco le stelle che brillano di più.

Amato e odiato per il suo atteggiamento in campo, sicuramente dopo la semifinale contro gli All Blacks Owen Farrell è diventato il simbolo di questi Mondiali. Il suo sguardo sarcastico, la sua smorfia immortalata mentre i neozelandesi stavano facendo la haka ha fatto il giro del mondo ed è l’emblema della mentalità della squadra di Eddie Jones. Apertura, ma schierato a primo centro dal tecnico australiano, Farrell è un cecchino al piede, ma ha anche grandissime doti palla in mano. Molto al limite, e per questo criticatissimo, il suo stile di placcaggio, ma che è comunque un altro marchio di fabbrica, seppur non da imitare, che lo contraddistingue.

In questo Mondiale, prima a causa dei turnover nella fase a gironi e poi di un problema alla caviglia, si è visto poco, ma l’ala del Sudafrica Cheslin Kolbe è sicuramente il giocatore più bello da vedere degli Springboks. Con i suoi 171 centimetri d’altezza si fa riconoscere in uno sport sempre più fisico e dominato da giganti, ma è soprattutto la sua velocità e la sua tecnica nel muoversi nel campo a farlo amare dai tifosi. Metaman letale, se gli viene lasciato spazio fa male agli avversari e sarà il nemico pubblico numero 1 da tenere a bada dagli inglesi.

Restando in Sudafrica e restando sotto i 175 centimetri d’altezza, una delle stelle che si sono più messe in mostra in questa Rugby World Cup è sicuramente il mediano di mischia Faf de Klerk. Personaggio scomodo, spigoloso, facile alle provocazioni – si veda il faccia a faccia con Jake Ball (196 cm) in semifinale – de Klerk è però anche un mediano di mischia di assoluto livello. Veloce a far uscire l’ovale dai punti d’incontro quando serve, ama però una gestione un po’ più lenta, ma ragionata, della palla. Ottimo, come si è visto con il Galles, il suo gioco tattico al piede, sarà sicuramente fondamentale anche sabato.

Restando nella trequarti, l’Inghilterra affianca a Owen Farrell a centro l’iconico Manu Tuilagi. Potenza pura, il giocatore d’origine samoana è devastante sia in fase di placcaggio sia palla in mano. Le altre stelle dell’Inghilterra sono Maro Itoje, decisivo nella sfida con gli All Blacks, dominatore dei punti d’incontro e placcatore fantastico, e i fratelli Vunipola. Mako, probabilmente oggi il miglior pilone al mondo, e Billy, numero 8 cui Eddie Jones non può rinunciare.

Il Sudafrica, invece, porterà a Yokohama alcuni nomi che hanno già scritto la storia recente del rugby mondiale. Dal pilone Tendai Mtawarira, il cui soprannome “The Beast” già dice tutto, all’esperta seconda linea Eben Etzebeth e alla terza Duane Vermeulen, che guidano un pacchetto di mischia veramente fortissimo. Infine, una citazione a parte non può mancare per Frans Steyn. Il centro degli Springboks, infatti, ha già disputato una finale di Coppa del Mondo, ma lo ha fatto da giovanissimo nel lontano 2007, quando il Sudafrica conquistò lo scettro mondiale proprio ai danni dell’Inghilterra. E sabato Steyn potrebbe fare il bis. Dodici anni dopo.

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Foto: LaPresse

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