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Rugby, Mondiali 2019: Italia-Sudafrica, le chiavi tattiche per inseguire il miracolo sportivo

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Il dado è tratto. Rassie Erasmus e Conor O’Shea hanno annunciato le formazioni che venerdì mattina alle 11.45 si affronteranno a Shuzuoka in quella che è la sfida decisiva per il passaggio di turno ai quarti di finale della Rugby World Cup in Giappone. Favoriti d’obbligo gli Springboks, sulla carta nettamente superiori agli azzurri, che dopo il ko con la Nuova Zelanda devono vincere per evitare una clamorosa eliminazione. L’Italia insegue un vero e proprio miracolo sportivo e vediamo, formazioni alla mano, cosa potrebbe accadere.

La prima chiave tattica parte dalle fasi statiche, cioè mischia chiusa e touche, e qui si affrontano due pacchetti di mischia esperti e di peso. Rispetto alle ultime uscite, sia nelle amichevoli estive sia nei primi due turni del torneo, l’Italia dovrà alzare nettamente le percentuali in rimessa laterale per non regalare facili palloni al Sudafrica. Luca Bigi dovrà migliorare molto, le chiamate dovranno essere coerenti per offrire palloni giocabili a Tito Tebaldi. Anche in mischia chiusa si dovrà evitare di venir messi sotto da un pack sudafricano che in prima linea si affida all’esperienza di Tendai Mtawarira, con Bongi Mbonambi che viene preferito a Malcolm Marx.

Nell’ultima settimana il tema principe in Italia ha, però, riguardato la terza linea. Sergio Parisse titolare, o impact player dalla panchina, dando spazio a quel triangolo che tanto bene ha funzionato con il Canada? Conor O’Shea ha deciso di non rivoluzionare il suo credo e il capitano azzurro è regolarmente in campo, con Braam Steyn che torna flanker e Sebastian Negri sacrificato in panchina. Sicuramente l’Italia guadagna il suo leader, ma di fronte a un Sudafrica che fa dei punti d’incontro una delle sue armi migliori si rischia di avere una terza linea meno reattiva quando si tratta di contestare l’ovale in ruck. Qui si potrebbe decidere la partita e il Sudafrica sembra partire con un buon vantaggio.

Altra zona dove le scelte di O’Shea lasciano molti dubbi e che gli azzurri dovranno smentire è nel canale centrale della trequarti. Contro Namibia e Canada, non certo due formazioni del livello del Sudafrica, l’Italia ha concesso troppo in prima fase, con gli avversari che si sono infilati senza difficoltà nella difesa azzurra. E il canale formato da Tito Tebaldi, Tommaso Allan e Jayden Hayward appare molto leggero, con giocatori come Faf De Klerk e Handré Pollard che rischiano di trovare – o far trovare – ampi spazi che possono fare malissimo. I tre azzurri dovranno essere concentrati al 100% e alzare notevolmente il proprio livello qualitativo per contrastare il Sudafrica in questa zona.

Infine, sempre guardando alla difesa, dovrà smentire che lo vede titubante in difesa Michele Campagnaro. Il centro azzurro è stato spostato all’ala per sfruttarne al largo le qualità palla in mano, ma di fronte a sé avrà Cheslin Kolbe, la piccola ala sudafricana che fa della velocità e della qualità tecnica le sue armi migliori. Annullare Kolbe è imperativo se si vuole restare in partita contro gli Springboks e sarà Michele Campagnaro ad avere questo ingrato compito.

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Foto: Roberto Bartomeoli – LPS

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