Oltre Cinquecerchi
Scacchi, Europei a squadre 2019: via alla ventiduesima edizione. Italia tra esperti, rampanti e altre questioni
Partono oggi gli Europei a squadre di scacchi per l’edizione 2019, che si svolge a Batumi, in Georgia. Quaranta sono i Paesi che partecipano al torneo Open e trentadue quelli in gara nel femminile (in tal senso, però, questa è la dodicesima edizione, dato che l’apposita manifestazione, parallela a quella Open, è stata inserita solo nel 1992). Il titolo Open è detenuto dall’Azerbaigian, quello femminile dalla Russia. Il calendario prevede la disputa di nove turni da oggi fino al 2 novembre, con pausa prevista il 29 ottobre.
Quest’anno, i rapporti di forza all’interno delle squadre fanno sì che la Russia sia la favorita numero 1 dell’elenco delle squadre ammesse su entrambi i fronti, e del resto non c’è nemmeno da mettere in discussione la forza di entrambe le squadre. In quella Open, per esempio, ci sono Dmitry Andreikin, Nikita Vitiugov, Maxim Matlakov e Daniil Dubov, per una forza avvicinata soltanto dall’Inghilterra, presente con Michael Adams, David Howell, Gawain Jones e Luke McShane. Tra le donne, invece, delle prime sei giocatrici per ELO cinque sono dell’intero team russo: Aleksandra Goryachina, Kateryna Lagno, Valentina Gunina, Alina Kashlinskaya, Olga Girya.
L’Italia si presenta a questi Europei con l’eredità dell’ottimo quindicesimo posto del 2017, con annessa clamorosa vittoria al primo turno sui futuri campioni dell’Azerbaigian. I convocati sono Daniele Vocaturo, Luca Moroni, Alessio Valsecchi, Lorenzo Lodici e Francesco Sonis, con questi ultimi due in palese crescita e sulla buona strada per arrivare al titolo di Grande Maestro a breve (senza dimenticare che l’uno ha 19 anni, l’altro 17). Dietro i nomi al via, però, c’è una storia fatta di polemiche, accuse e lettere incrociate apparse sui social tra il numero 2 d’Italia Pier Luigi Basso, il CT della Nazionale Arthur Kogan e il GM Sabino Brunello, in rigoroso ordine temporale. In particolare, Basso critica i metodi del CT, accusato di prendere le decisioni per motivi personali (e di frasi intimidatorie). Risposta di Kogan: c’è serenità di giudizio, con le convocazioni effettuate in passato l’Italia è spessissimo andata meglio dei pronostici. L’affondo di Brunello è ancor più pesante: richiesta di licenziamento del CT. Il Consiglio Federale è intervenuto, in estrema sintesi, con un richiamo scritto nei confronti di Brunello.
Al femminile, per fortuna, non c’è nessuna simile polemica: l’Italia è, per ELO medio, l’undicesima più forte squadra in gara, e presenta Marina Brunello, recentemente insignita del titolo di Maestro Internazionale (quello assoluto, non quello femminile), Olga Zimina, Elena Sedina, Tea Gueci e Daniela Movileanu. L’obiettivo è la conferma, se non il miglioramento, del decimo posto ottenuto nel 2017 a Creta, con quattro vittorie, due pareggi e tre sconfitte.
La competizione funziona in maniera simile alle Olimpiadi scacchistiche: 5 membri per team, in quattro vanno alla scacchiera. Il tempo di riflessione è di 90′ per 40 mosse più 30′ per finire, sempre con incremento di 30 secondi a tratto. La classifica generale si basa sui punti squadra, con secondo criterio di spareggio tecnico il cosiddetto sistema Sonneborg-Berger (detto anche Neustadtl, se non altro perché Sonneborg e Berger quel sistema lo avversavano, e che, in parole semplici, premia le vittorie o patte con giocatori di ELO più alto) e terzo la somma dei punti ottenuti dai singoli giocatori nelle partite.
Si gioca sempre alle ore 15 locali, le 13 in Italia. L’Italia affronterà nel primo turno Open la Spagna e in quello femminile la Svizzera. Gli azzurri Open non hanno avuto molta fortuna: nella Spagna c’è David Anton Guijarro, che ha disputato un grandissimo FIDE Grand Swiss rischiando di arrivare fino al Torneo dei Candidati, ma ci sono anche l’esperto Francisco “Paco” Vallejo Pons e l’eterno Alexei Shirov. Più abbordabile invece il confronto per le donne, dato che la Svizzera rende alle azzurre un ELO medio di quasi 200.
Tra i grandi nomi presenti, oltre ai russi e agli inglesi, l’olandese Anish Giri, l’azero Shakhriyar Mamedyarov, l’armeno Levon Aronian, i polacchi Radoslaw Wojtaszek e Jan-Krzysztof Duda, il ceco David Navara e l’ucraino Vassily Ivanchuk.
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federico.rossini@oasport.it
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Foto: Krutov Igor / Shutterstock.com