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Scherma, Mara Navarria: “Tokyo 2020? Ho un obiettivo chiaro in testa. La squadra è rinata con tre parole: fiducia, empatia, collaborazione”

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Mamma, campionessa, moglie. Sempre in movimento. Una vita intensa, vissuta con enorme passione, per la scherma e non solo. Iridata individuale 2018 a Wuxi, in Cina (la terza azzurra della spada a riuscirci dopo Laura Chiesa, Atene ’94, e Rossella Fiamingo, Kazan 2014, Mosca 2015), bronzo a squadre 2019 a Budapest, Mara Navarria da Carlino, provincia di Udine, ha appena compiuto 34 anni e si ritrova in mano l’entusiasmo di una ragazzina. Dopo aver girato metà Italia per questioni professionali, ha trovato l’oasi felice in quel di Rapallo, con il maestro Cirillo, ma è legatissima alla sua terra d’origine, dove vive ancora la sua famiglia e dove lei si rifugia molto spesso. La spada femminile  è trascinata a livello individuale proprio da Mara e da Rossella Fiamingo, ma sembra aver finalmente creato la chimica giusta per conquistare il pass a Tokyo 2020 e poi sognare in grande, anche nella gara a staffetta, grazie all’apporto di Federica Isola ed Alice Clerici. Il prossimo 1 novembre, da Tallin, in Estonia, scatterà una stagione di importanza capitale per Mara, che in testa ha un obiettivo ben preciso. Da non svelare, al momento. Ecco l’intervista concessa a OA Sport.

Mara, come sta? Estate?

“L’estate è stata bella, lunga e divertente. Ho fatto base a Carlino, in Friuli, dove oltre ad esserci la mia famiglia è stato anche Samuele. Lui è rimasto in Friuli Venezia Giulia mentre io ero all’Europeo e al Mondiale, cercavo di raggiungerlo appena possibile. In agosto ho partecipato a un camp internazionale a Houston: è il secondo anno che collaboriamo ed è un ambiente molto stimolante. Siamo rimasti in Texas per altri 15 giorni di pura vacanza: dal mare del golfo del Messico al Rodeo di Forth Worth. Devo ringraziare mio figlio e la sua passione sfrenata per gli animali, abbiamo cercato molte attività per lui, ma alla fine si sono dimostrate attività “di famiglia”. Ho chiuso l’estate in Sicilia, a Sciacca da amici, e a casa dei miei genitori. Sono ridiventata operativa l’ultima settimana di agosto con il Fencing Lab (il summercamp con Paolo Pizzo, Alessio Foconi, Arianna Errigo, Enrico Berrè, Luigi Samele e Andrea Lo Coco): negli anni è diventato sempre più numeroso e sfidante. Mi piace stare con i ragazzi e trasmettere loro valori ed educarli in pedana, mi ha dato la giusta energia per iniziare la nuova stagione”.

Quando ha ripreso ‘a pieno regime’? 

In realtà durante l’estate non ho mai mollato del tutto. Allenamento mentale e respirazione li reputo davvero parte di me quindi ci lavoro continuamente. Sono a pieno regime da circa tre settimane“.

Come analizza la sua ultima stagione? 

Chiudo da dodicesima al mondo con un bel podio individuale in una gara di Coppa del Mondo e con 4 podi a squadre, di cui 3 in qualificazione olimpica. È stata una buona stagione condizionata nel finale da un problema al tendine della gamba posteriore, che mi ha creato qualche problema“.

 

La squadra sembra “rinata”. Si è creata una nuova chimica?

Siamo arrivate in Cina con una nuova squadra e con la consapevolezza che sarebbe stata l’ultima gara “fuori qualifica” quindi era necessario ritrovarsi e emettersi a completa disposizione del gruppo: fiducia, empatia e collaborazione sono state le parole chiave. Io ho fatto questo e questo è quello che ho percepito dalla nostra panchina: tutte noi, insieme, a dare il massimo. Non si poteva più sbagliare…”.

Tokyo 2020: che pensieri le vengono? E… sarà la sua ultima Olimpiade?

Non so come sarà la prossima stagione, ho tante idee, su più fronti. Potei continuare, come potrei iniziare la strada del tecnico mettendo a frutto la mia laurea o pensare a ingrandire la mia famiglia… Per ora vivo bene il presente con un obiettivo chiaro in testa e penso a divertirmi in pedana”.

 

Mamma e atleta: esiste una giornata tipo?

Mi piacerebbe avere una giornata tipo, il mio piano di allenamento e gli impegni di mamma e moglie rendono uniche e speciali le mie giornate. La mia sveglia suona alle 7 e una volta alla settimana faccio una torta per la merenda di Samuele. Tendenzialmente corro la mattina prima/post colazione e finché il tempo lo permetterà mi godo il lungomare di Rapallo. Tutti i giorni lezione alle 11.30 con Roberto Cirillo e scherma 3/4 volte alla settimanaDue volte alla settimana, prima dell’allenamento specifico sulla scherma, vado in piscina (protocollo forza/apnea), dipende dal periodo di allenamento e dalla possibilità del mio istruttore. L’apnea mi fa stare bene, è un lavoro tosto sia mentale che fisico, ma quando lo finisco mi sento rinata, mi da una carica energetica molto positiva. Tutti i giorni è fondamentale l’allenamento di respirazione. Poi immancabile la preparazione fisica con Andrea, mio marito, 2/3 volte alla settimana. Soprattutto per i lavori di forza e di calcolo dei carichi utilizza sensori isoinerziali. La tecnologia  serve per dare riferimenti oggettivi sul lavoro e stato di forma”.

Impegni promozionali, sponsor: è cambiato tanto dopo il titolo iridato a Wuxi 2018?

Sicuramente dopo la vittoria del Mondiale ho lavorato con il mio team anche su questo aspetto. La scorsa stagione è iniziata in modo diverso dalle altre, in modo positivo su lato sponsoring e comunicazione e sono molto contenta anche delle varie interazioni che sto creando per il presente, ma soprattutto per il futuro. Da militare ho la possibilità di praticare questo sport e ormai sono quasi venti anni che faccio parte del gruppo sportivo dell’Esercito. Da settembre 2019 ho un sostenitore d’eccezione: la mia regione, Il Friuli Venezia Giulia“.

Cosa pensa in generale dell’ultimo Mondiale dell’Italia? E dell’oro di Moellhausen nella spada?

Non sono brava a fare statistiche, personalmente posso dire che mi sarebbe piaciuto tantissimo replicare Wuxi e conquistare una seconda medaglia d’oro mondiale. Il livello della scherma per fortuna si sta alzando e questa è una cosa positiva per tutto il movimento, comporta anche un’attenzione tecnica maggiore (vedi video-analisi). Sono molto felice per Nathalie, siamo amiche anche se avversarie in pedana, e so quanto abbia lavorato per raggiungere questo risultato”.

Come vede il movimento della spada femminile dietro di voi? Giovani interessanti?

“Pensavo ci fosse più ricambio generazionale e sinceramente vedo tante annate assenti. Vedo ragazze super seguite e già impostate verso l’agonismo in età dove io pensavo ancora a guardare i cartoni animati. Ho visto qualche ragazza brava, ma in rapporto vedo molti più ragazzi maschi bravi, diciamo in prospettiva. Mi piacerebbe ci fosse una maggiore presenza femminile tra i tecnici: sarebbe un plus sulla gestione della comunicazione ed empatia, dove molti tecnici maschili mancano. Detto questo non cambierei mai il mio Maestro Roberto Cirillo!”.

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Foto: Roberto Pedi 

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