Sci Alpino
Sci alpino, Coppa del Mondo 2019-2020: nasce la classifica riservata ai paralleli. Velocisti quasi tagliati fuori nella corsa alla generale
Il calendario della stagione di Coppa del Mondo di sci alpino maschile che sta per cominciare conferma il trend degli ultimi anni, nei quali il numero totale di gare è sempre più sbilanciato a favore degli slalomisti rispetto ai discesisti.
Prendendo in considerazione gli ultimi quattro inverni, quello con la più alta percentuale di discese o superG disputate sul totale delle gare è stato il 2015-2016, con 19 gare veloci su 44, il 43%. E per gare veloci quindi non intendiamo le combinate, che dalla FIS sono curiosamente considerate come tali ma che nelle ultime sei stagioni sono state vinte in 10 occasioni su 13 da un atleta molto più slalomista che discesista o supergigantista. Tornando ai calendari degli ultimi anni, nel 2016-2017 e nel 2017-2018 sono andati in scena 15 discese o superG su 36 (41,6%), nel 2018-2019 15 su 38 (39%), quest’anno saranno 18 su 44 gare, il 40,9%, e se non fosse stato cancellato il parallelo maschile di Stoccolma, sarebbero state 18 su 45, il 40%.
E’ proprio l’aumento dei paralleli degli ultimi anni, con la nascita a partire dalla stagione che sta per iniziare della relativa classifica di specialità, e il rilancio della combinata, che sembrava morta nel format attuale e che invece la FIS ha clamorosamente resuscitato, a rendere sempre più difficile per i “velocisti” la conquista della sfera di cristallo assoluta, un trofeo che teoricamente dovrebbe essere appannaggio dello sciatore più completo dell’anno. Scorrendo l’albo d’oro, l’ultimo “polivalente” ad aggiudicarselo è stato lo svizzero Carlo Janka nel 2009-2010, l’anno successivo ci riuscì Ivica Kostelic, principalmente slalomista ma che si inventò vincente o competitivo in tutte le specialità in particolar modo nel mese di gennaio del 2011, quando ottenne ben sette successi “di tappa”. Poi è seguita l’era Hirscher: Marcel di fatto si è rivelato il più polivalente del mondo semplicemente perché i polivalenti, cioè quelli forti quantomeno in tre specialità, come per esempio discesa, superG e gigante, non c’erano più.
Non lo era più Aksel Lund Svindal dopo il suo secondo trionfo in Coppa del Mondo, non lo sono mai stati né Henrik Kristoffersen e Alexis Pinturault né Kjetil Jansrud, il quale è stato prima un grande gigantista e poi un grandissimo velocista, né tanto meno Ted Ligety, mai forte nella velocità eccezion fatta per qualche superG molto tecnico e competitivo in combinata solo nei grandi eventi. Hirscher invece è salito più volte sul podio, ogni tanto anche vincendo, in superG e combinata, ma negli ultimi due anni gli è bastato essere enormemente superiore agli altri in gigante e slalom per portarsi a casa i suoi copponi, oltretutto la FIS si è giustamente ben guardata dal penalizzarlo dal punto di vista dei regolamenti come invece aveva fatto colpevolmente con Ingemar Stenmark, al quale per le magagne regolamentari, che prevedevano per gli atleti lo scarto di molti risultati ottenuti nell’arco di una stagione, sono state sottratte almeno altre tre Coppe del Mondo assolute, se non quattro, oltre alle tre che aveva già intascato.
Morale della favola: per vincere la Coppa generale un discesista deve essere contemporaneamente forte almeno anche in gigante o in combinata. Non è un caso che l’unico discesista e supergigantista ad aggiudicarsela sia stato Luc Alphand nel 1997. Anche allora i polivalenti scarseggiavano, o quantomeno avevano vissuto una stagione al di sotto delle attese, come nel caso di Lasse Kjus e Kjetil Andre Aamodt (quest’ultimo pur sempre secondo a 34 punti da Alphand), o non erano ancora “esplosi”, come nel caso di Hermann Maier e Stephan Eberharter. Per questo un discesista come Dominik Paris, per fare un nome che interessa agli appassionati di sci italiani, oltre che vincere tantissimo in una sola stagione dovrebbe anche approfittare delle circostanze favorevoli e degli inciampi altrui per poter puntare al bersaglio grosso, in questo caso dovrebbe sperare in incidenti di percorso dei due grandi favoriti, Pinturault e Kristoffersen.
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massimiliano.valle@oasport.it
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Foto: Fisi / Pentaphoto