Sci Alpino

Slalom parallelo Varettoni-Alfieri: “Pinturault favorito, Shiffrin può vincere tutte le coppe. Paris e Goggia…”

Pubblicato

il

Nel prossimo weekend sul ghiacciaio del Rettenbach che sovrasta Sölden, deliziosa località alpina situata nella valle dell’Ötztal, in Tirolo (Austria), scatterà la 54esima edizione della Coppa del Mondo di sci alpino. Prima con il gigante donne, sabato 26 ottobre (manche alle ore 10 e 13) e poi con quello maschile, stessi orari, ma il giorno dopo, domenica 27. La prima dopo il ritiro di Marcel Hirscher, vincitore delle ultime otto edizioni, mentre Mikaela Shiffrin proverà a conquistare la quarta sfera di cristallo consecutiva, impresa riuscita solamente ad Annemarie Moser-Pröll agli inizi degli anni ’70, tra le donn (anche Vonn ne ha conquistate quattro, ma non consecutive).

Parte proprio questa settimana la rubrica “Slalom parallelo Varettoni-Alfieri“, che vedrà impegnati a rispondere alle stesse identiche domande, a volte anche “piccanti”, due ex atleti della Nazionale italiana, il discesista Silvano Varettoni, da tre stagioni abbondanti voce tecnica per Eurosport nello sci alpino maschile, e la gigantista Camilla Alfieri, un passato da opinionista-commentatrice per Sky Sport ed Eurosport e oggi responsabile della comunicazione per la Unity italiana della Head.

Parte la Coppa del Mondo di sci alpino, orfana, al maschile, di Marcel Hirscher, dopo 8 trionfi consecutivi nella classifica generale. Aumenterà dunque la pressione per Alexis Pinturault ed Henrik Kristoffersen, eredi naturali dell’austriaco e in qualche modo ‘obbligati’ a vincere? 

Silvano Varettoni: “Non c’è dubbio che la pressione aumenti per entrambi. Facciamo però il solito gioco delle percentuali. Io vedo Pinturault vincente al 50%, subito dietro metto Kristoffersen con il 40% di possibilità, gli altri più staccati: nel 10% restante inseriamo pure Vincent Kriechmayr, Dominik Paris e chissà, un Marco Odermatt sempre in grande crescita e in diverse specialità. Ma sarà sfida a due tra il francese e il norvegese. Punto su Alexis perché ha più discipline nelle quali è in grado di fare tanti punti: le combinate le vince tutte, nei paralleli è più forte di Kristoffersen e se in slalom continua ad andare come nella stagione 2018-2019, Henrik dovrà veramente superarsi per stargli davanti alla fine”.

Camilla Alfieri: “Inevitabile partire da loro due per la successione all’austriaco. Per processo mentale e per anzianità definiamola ‘di partecipazione’, vedo Pinturault favorito, più pronto. E’ stato l’eterno secondo, anche se poi l’etichetta ha connotato più Kristoffersen per altri motivi, ma in realtà il francese dall’inizio dell’era Hirscher (2011-2012) gli ha corso dietro senza riuscire però mai a prenderlo o a scalfirlo, se non in combinata o saltuariamente tra le porte larghe. Certo, un aspetto può essere divertente: se non dovesse vincere uno dei nomi citati, allora vuol dire che Alexis e Henrik devono farsi qualche domanda, ci sarebbe tanto di sbagliato! Perché se anche senza Hirscher non vinci, chiaro che ti manca qualcosa. Sarebbe persino divertente, una vera e propria notizia “bomba”. Ma dovrebbe accadere qualcosa di folle. Ci vorrebbe un Odermatt formato fenomeno, il che non è nemmeno impossibile visto che va bene ovunque tranne in slalom. In ogni caso, resto con Pinturault”.

Per alcuni addetti ai lavori sono in risalita anche le quotazioni di Dominik Paris, che potrebbe diventare il primo specialista delle prove veloci in 22 anni (cioè dopo Luc Alphand, stagione 1996-1997) a mettere le mani sulla “sfera di cristallo” assoluta. Esiste un’ipotesi concreta di tale successo per lui, considerato che gareggerà anche in combinata e, saltuariamente, in gigante, o rimane un’utopia?

Silvano Varettoni: “Ovviamente faccio il tifo per Domme, ma sarà molto, molto difficile conquistare la Coppa del Mondo generale, anche se non impossibile. Il discorso è sempre il solito: quante gare in più hanno a disposizione gli slalomisti, o comunque gli specialisti delle prove tecniche, rispetto ai velocisti, considerato che paralleli “vari” e combinate sono comunque più favorevoli a loro che ai discesisti? Se n’è già parlato tante volte. E’ tutto a favore degli slalomisti. E sarà così anche quest’anno. A meno che Dominik non sia in grado, per l’intera stagione, di trasformarsi sempre nello sciatore visto nel finale dell’ultima annata, cioè un atleta capace di vincere tutte le gare, in serie. Per quanto riguarda le possibilità sul gigante, resto scettico: gareggerà a Solden e probabilmente anche a Beaver Creek, come ha sempre fatto del resto essendo già in Colorado per discesa e superG, poi secondo me si concentrerà sulle sue discipline. Non dico che non possa ottenere buoni risultati tra le porte larghe, assolutamente, specie su alcune piste quali, per esempio, la stessa Beaver Creek, Hinterstoder o anche Garmisch, che presenta una tratto iniziale ripido e uno finale ben più semplice e pianeggiante; ma per puntare alla Coppa generale gli servirebbero tanti punti anche in questa specialità, ci vorrebbero piazzamenti addirittura tra i primi 5-6, nemmeno nei dieci, e non sono facili da raggiungere per lui, soprattutto su piste come quelle di Val d’isère o Badia, che oltretutto arriva dopo Gardena e prima di Bormio: c’è il rischio di stancarsi troppo. Io penso invece che lui possa vincere entrambe le coppe di specialità e debba concentrarsi su quell’obiettivo, pur sapendo che in estate è sempre andato forte in allenamento in gigante, dove, ribadisco, in alcune situazioni particolari potrebbe anche sorprendere. Credo che l’idea sia chiara: farà Soelden e Beaver Creek e poi tirerà le somme per il resto dell’annata”.

Camilla Alfieri: “ Io penso che in Italia nessuno sia pronto, proprio come mentalità, per la Coppa generale, tolta forse Sofia Goggia, ma anche per lei l’impresa è difficile causa Shiffrin. Non siamo ancora preparati, da troppo tempo purtroppo, ad avere un atleta che…. vinca ovunque, o quanto meno sia competitivo ai massimi livelli in tre discipline. Dominik Paris naturalmente è un fenomeno e io credo che potrebbe vincere la Coppa di discesa e superG  tutti gli anni, ma sulla generale il discorso è diverso. Non so quanti vantaggi possa portare un impegno massiccio in gigante, facendo un po’ il passo più lungo della gamba. L’unica chance che vedo in ottica Overall è… provare a vincere tutte le gare veloci, ma non è mai accaduto e non è detto nemmeno che basti, visto che gli altri hanno più chance. Prendiamo sempre Pinturault: in gigante difficilmente esce dai primi tre, in slalom, se vuole, resta sempre tra i migliori cinque, in superG comodamente nei dieci a patto di mantenere alta la concentrazione, in combinata non lo batte nessuno e a quel punto come fai a superarlo?  Poi c’è un altro discorso prettamente tecnico, che riguarda proprio lo sci attuale: ormai è molto più facile che un atleta tecnico e bravo riesca a fare punti, e punti pesanti, in superG, rispetto al contrario, per il livello che esiste in gigante. Esempio: Vincent Kriechmayr, un discesista estremamente bravo tecnicamente, non è ancora mai entrato tra i primi 20 tra le porte larghe in 21 tentativi. Forse potrebbe farcela a Garmisch o Beaver Creek, come Paris. Ma sugli altri tracciati la vedo molto più complessa”.

Le combinate non scompaiono, anzi vengono rilanciate alla grande, con tre gare al maschile, quattro al femminile e il reintegro della coppa di specialità. In più, saranno quasi sempre con il superG (almeno al femminile), con la novità della start list legata al risultato del superG nella prova di slalom (il primo classificato nella manche “veloce” sarà il primo a prendere il via anche tra i “rapid gates”, senza inversione dei trenta). Nasce anche la “Coppa di specialità” del Parallelo, con relativa WCSL (World Cup Start List, lista di partenza), soprattutto per mettere ordine a una disciplina ancora in divenire. Novità che ritenete giuste o siete per l’abolizione di entrambe le specialità?

Silvano Varettoni: “Personalmente non sono troppo affascinato dalle combinate, anzi. Se mi chiedete di scegliere tra la prova multipla e il Parallelo, non ho dubbi: vado con il Parallelo e senza esitazioni. Perché? Intanto è più spettacolare, attrae un numero superiore di spettatori e si può disputare persino in città; in più, esiste una motivazione tecnica: sono numerosi gli atleti competitivi in questo format di gara rispetto alla combinata. In combinata tanto vince Pinturault, o al limite possono creargli qualche problema solo Kristoffersen o Schwarz, in contumacia di Hirscher.  Diverso il discorso per le ragazze, loro sì sono in tante a poter andare bene, per dire, in tre specialità, penso a Shiffrin, Brignone, Holdener, Vlhova e molte ancora. Ecco, tra le donne, soprattutto se le combinate sono con superG, lo spettacolo non mancherà. Tra i maschi, invece, la storia è ben diversa. Per questo mi tengo stretto il Parallelo e sono contento che abbiano creato una coppa di specialità a parte e soprattutto tolto i punti per la WCSL di gigante o slalom, cosa che non aveva nessun senso. Decisione assolutamente corretta da parte della FIS. Sulle nuove regole della combinata, mi piacciono e quanto meno vanno nella giusta direzione. Prendiamo proprio Dominik Paris: è molto probabile che possa vincere il superG o la discesa della prova multipla e a quel punto con le vecchie regole si sarebbe trovato a partire per ultimo o con uno degli ultimi numeri in slalom. Così, invece, partirebbe per primo, con pista liscia, e per i velocisti può fare tutta la differenza di questo mondo, senza dimenticare la questione legata alla ‘testa’ e al morale, che a quel punto secondo me sarebbe molto più alto. E penso a una pista come Wengen, bellissima anche in slalom, ma che spesso si buca tantissimo. Ecco sì, questa nuova regola renderà la combinata sicuramente più interessante. Ma non cambio idea rispetto al Parallelo”.

Camilla Alfieri: “Il Parallelo è indubbiamente divertente, anche se urge una formula particolare, che lo renda ancora più accattivante e in realtà questa formula magica… andrebbe estesa a tutto lo sci alpino, sport che necessiterebbe più di un restyling per attrarre maggiormente. Dire cosa sia meglio oggi tra combinata e Parallelo non è possibile, secondo me. Certamente capisco la volontà di provare il Parallelo per attrarre un pubblico diverso da quello storico che segue lo sci da decenni. Per il resto, parliamoci chiaro e allarghiamo il discorso alla combinata: magari tra le donne guardi le migliori 5-6 in quella disciplina, mentre tra i maschi potresti quasi andare direttamente… alla manche di slalom perché tanto è quella che decide tutto. La combinata è una disciplina storica, non discuto, ma appunto per quello, dopo tante medaglie mondiali e olimpiche assegnate e rimaste comunque nel mito, ci può anche stare l’idea di cambiare un po’ ’”.

La Federazione austriaca si è lamentata pesantemente per l’intasamento dei calendari: “Le gare sono troppe, manca la possibilità di riposo e recupero per gli atleti”. Siete d’accordo? E come si può agire sul calendario, considerato il fatto che di neve se ne trova sempre meno, soprattutto a inizio stagione?

Sivano Varettoni:Posso rompere un po’ le scatole e… fare la domanda contraria? Quanti atleti gareggiano in tutte le discipline? Poche o pochissimi, dai. Alla fine una cosa si annulla con l’altra. Devi accontentare un po’ tutti e secondo me non puoi mettere le gare di sci alpino in calendario ad agosto, non le seguirebbe nessuno. Le competizioni di questo sport vengono  guardate da gente che… fuori dalla finestra trova neve o quanto meno freddo. Poi, certo, le gare sono tante soprattutto da quando alle combinate si sono aggiunti i paralleli e allora tu, FIS, puoi anche prendere una decisione drastica e togliere una disciplina, ma è anche vero che la gente vuole più spettacolo e un numero superiore di competizioni. Alla fine da vent’anni abbondanti è tutto più o meno uguale, comprese le località di gara e il numero di prove complessive. Lo sci alpino è uno sport per appassionati puri, c’è poco da fare, a meno che non nasca, soprattutto in Italia, un altro Alberto Tomba che vince tutte le gare, con il carisma e il magnetismo che aveva lui, e fa impazzire di nuovo tutti. Altrimenti le gare le guarda solo il super appassionato”.

Camilla Alfieri: “Bisogna ragionarci su un attimo. Solo per chi fa davvero tutte le specialità e quindi tutte le gare è davvero una super fatica. Ormai parliamo di uno sport che vive per quattro mesi all’anno, anche meno. E l’alternativa qual è? Ridurre il numero di gare, certo, così riduci anche il margine d’errore, ma già parliamo di un’esposizione mediatica che dura appunto poche settimane all’anno. Secondo me il problema è un altro: è la base che dovrebbe ridurre il numero di gare, i giovani ne fanno anche più dei principali agonisti! Per il resto, trattasi di semplice gestione. Allora cosa dovrebbero dire gli atleti NBA, che per carità guadagnano milioni di dollari,  ma possono giocare anche quattro volte in una settimana sobbarcandosi viaggi da una costa all’altra degli Stati Uniti in aereo? Fa fa parte del gioco. Qualche soluzione ci sarebbe, magari ridurre il numero di concorrenti in partenza per non averne 80 ogni volta. Allora risparmieresti in termini di tempi ed energie. Per il resto non vedo troppe vie d’uscita, soprattutto pensando ai cambiamenti climatici. Già iniziare a ottobre è un rischio. Ecco, si potrebbe invece pensare di finire più tardi, perché la neve ultimamente resiste fino a maggio… Agosto? Un’ipotesi che non mi ha mai convinto. Tra Motomondiale, Formula1, calcio che ricomincia, avresti una concorrenza enorme da affrontare e in orari non consoni, perché dovresti gareggiare nell’altro emisfero, quindi al pomeriggio o in tarda serata in Europa“.

In campo femminile sarà tutto scontato, con il quarto successo consecutivo in Coppa di Shiffrin (impresa riuscita solo alla fuoriclasse austriaca Annemarie Moser-Pröll) o è pronosticatile un duello vero con Petra Vlhova? Sofia Goggia, in una recente intervista al Corriere della Sera, ha comunque lanciato il guanto di sfida all’americana, anche se quello che voleva dire era semplicemente “in velocità mi auguro di dare del filo da torcere a Shiffrin”. Per quali motivi dovremmo credere a una sfida più aperta per l’ambito trofeo?

Silvano Varettoni: “Signori, Mikaela Shiffrin ha una marcia in più rispetto a tutte le altre. E’ un dato di fatto. Provo a farmi capire con un esempio estremo: se, per paradosso, si stufasse dello slalom e decidesse di puntare tutte le sue fiches sulla discesa libera, beh credo proprio che potrebbe vincere anche la coppa di quella specialità! Al 99% conquisterà la classifica generale, alle altre resta l’1% di chances.  A meno che non si faccia male o non accada qualcosa di veramente strano, imponderabile. Sofia Goggia, come Dominik Paris, deve puntare alle due coppette di velocità, le può vincere benissimo, pur con il rientro di Stuhec e Veith, anche se in tempi diversi. Attenzione soprattutto al superG, che lei ha sempre detto essere la specialità dove vanta più margine di miglioramento: se mette assieme le prime 2-3 gare senza sbagliare, poi le possibilità di fare doppietta in Coppa si alzano e di parecchio”.

Camilla Alfieri: “E’ giusto dare chance anche ad altre atlete, se non altro per… il gusto di farlo. Oltretutto se uno guarda allo step in avanti che ha fatto Vlhova un anno fa, è impressionante e ancora non gareggia nelle discipline veloci. Sofia Goggia è una fuoriclasse assoluta, ma resto sempre dell’idea che in Italia non ci sia ancora la capacità di portare qualcuno a vincere la Coppa generale. Chi ci riesce in altre Nazioni ha un team privato con allenatori personali. All’estero la mentalità rimane diversa. Anche se è vero che Sofia è atipica per me, per mentalità non sembra nemmeno un’atleta italiana. Sofia quando vuole non sbaglia un colpo per diverse gare, mentre, per dire, Federica è più “tipicamente” nostrana, cioè un pochino più discontinua. Però signori, guardiamo a Shiffrin: solo sei anni fa pensavamo tutti che i 2.414 punti di Tina Maze fossero un’impresa da marziani. Oggi li osserviamo con occhi ben diversi. Shiffrin volendo potrebbe tornare dalla trasferta nordamericana di inizio anno con 700 punti dopo sette gare e 4 tappe, qualcosa di surreale. In linea teorica, è l’unica atleta mai esistita ad avere il potenziale per vincere tutte le gare a cui partecipa. Non ci sarà mai più una così. Quando si presenta al cancellato di partenza è sempre una certezza, non puoi avere un dubbio che è uno. L’unico paragone che mi viene in mente è con Janica Kostelic, che ha vinto meno in gigante e superG, ma lo ha fatto quasi sempre nelle occasioni giuste e in più si è ritirata giovanissima, a 25 anni, altrimenti non so come sarebbe andata a finire con il suo palmares comunque ricchissimo. Oppure con la Maze della stagione 2012-2013, quella in cui aveva la possibilità di vincere cinque coppe di specialità. Tre le ha conquistate, quella in slalom l’ha buttata un po’ via, anche se contro una giovanissima Shiffrin già fenomenale, e in discesa ha perso di un punto da Lindsey Vonn per l’annullamento dell’ultima gara. Ecco, fossi Shiffrin, proverei a fare “all-in” quest’anno, visto che viene introdotta anche la Coppa di Parallelo: punterei a vincere tutte le coppe di specialità, cioè addirittura sei. Lei può riuscirci. E sarebbe l’impresa più grande di tutti i tempi, che nessuno secondo me potrebbe mai eguagliare in futuro. Tra le donne poi, tolto il gigante, non c’è grande concorrenza, anzi. Detto ciò, resta una considerazione da fare: tutto può sempre succedere. Magari guardi a questa stagione come alla più scontata della storia e invece ti trovi a commentare un exploit dopo l’altro. E attenzione: a livello maschile sono in tanti a vantare velleità da vittoria al cancellato di partenza in ogni singola gara. Potrebbe essere un’annata molto interessante”.

E infine: stagione senza cosiddetti grandi eventi. Per la vostra esperienza personale, come viene vissuta dagli atleti? 

Silvano Varettoni: “Bisogna fare un distinguo: per uno sciatore, faccio per dire, come me, che doveva sempre qualificarsi al grande evento, poteva anche cambiare qualcosa. Per i fenomeni tipo Paris, Pinturault e gli altri primi attori, che tanto ai Mondiali o alle Olimpiadi ci vanno sicuramente al 100%, la situazione è esattamente la stessa. Semplicemente, prendi per buona gara dopo gara e vai avanti con i tuoi obiettivi, che sono “coppette” o “coppona”. Non hai le due settimane centrali di febbraio occupate, ti concentri solo sul circuito maggiore con un po’ più di tranquillità, ma sostanzialmente non cambia nulla”.

Camilla Alfieri: “Non cambia niente, nel senso che secondo me fai un po’ meno calcoli, a ogni gara dài il 200% mentre nelle altre stagioni fai qualche pensiero in più. Ed è per questo che ritengo simili annate le più divertenti in assoluto, perché gli atleti sparano tutte le cartucce proprio in Coppa del Mondo…“.

 

[embedit snippet=”adsense-articolo”]

gianmario.bonzi@gmail.com

Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Exit mobile version