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Tennis: bilancio stagionale più che positivo per Jannik Sinner e non è ancora finita
Si sta per concludere un anno, il 2019, che ha rivelato tutto l’enorme potenziale di cui dispone Jannik Sinner, che nel giro di pochi mesi è passato dall’essere nei bassifondi della classifica mondiale, come è peraltro normale per un ragazzo così giovane, a essere di gran lunga il miglior tennista del mondo della classe 2001.
Il bilancio ufficiale stagionale dell’altoatesino nato il 16 agosto di 18 anni fa a San Candido e residente a Sesto, in Alta Val Pusteria, è di 50 vittorie e 21 sconfitte, così suddivise: 15 a 4 nei tornei ITF, 23 a 7 negli ATP Challenger, 4 a 7 (a oggi) nei tabelloni principali del circuito maggiore ATP e 8 a 3 nelle relative qualificazioni. Il bilancio nei main draw potrebbe salire ancora: Jannik è ancora in corsa nell’ATP 250 di Anversa dove gli è stata data una wild card e dove al secondo turno affronterà domani senza avere nulla da perdere ma tutto guadagnare il francese numero 13 del mondo e testa di serie numero 1 del torneo Gael Monfils, inoltre a partire dal 5 novembre, anche qui grazie a una wildcard, parteciperà alle ATP NextGen Finals di Milano, riservate ai migliori otto Under 21 del mondo, e nella cui classifica Race Sinner, nel momento in cui scriviamo, è tredicesimo.
Due ulteriori occasioni per il nostro teenager per fare esperienza affrontando tennisti di alto livello, in un’annata cominciata da numero 551 del ranking fino ad arrivare all’attuale numero 119, 114 nella classifica live (e se batterà Monfils entrerà quasi sicuramente tra i top 110) e lungo la quale ha battuto quattro volte un giocatore classificato nei primi 100 del mondo. Ma l’obiettivo è anche quello di entrare direttamente nel tabellone principale dei prossimi Australian Open per quello che sarebbe il suo secondo tabellone principale in un torneo del Grande Slam dopo quello degli US Open, nel quale, superate le qualificazioni (cosa che non gli era riuscita a Wimbledon) ha ceduto con onore al primo turno allo svizzero vincitore di tre Slam Stan Wawrinka togliendogli perfino un set.
Oltre al computo di vittorie e sconfitte, che è largamente positivo, il bilancio del 2019 di Sinner parla anche di quattro tornei vinti, due Challenger a Bergamo e a Lexington entrambi sul cemento ma il primo indoor, e due ITF a Trento, ancora cemento indoor, e a Santa Margherita di Pula. Ma soprattutto parla di miglioramenti esponenziali sia nel prendere l’iniziativa e nel fare gioco sia nella tenuta mentale e nel giro di pochi giorni si sono visti tutti: sabato infatti, nella semifinale del Challenger di Mouilleron-le-Captif ha perso sì in tre set dal francese Mathias Bourgue senza prendere mai l’iniziativa, forse perché pensava di avere vita facile contro un avversario di classifica decisamente inferiore alla sua.
Ieri invece nel primo turno di Anversa col polacco Kamil Majchrzak è stato aggressivo fin dall’inizio, forse ricordandosi della sconfitta da lui subita nella finale del Challenger sul rosso di Ostrava dove aveva raccattato solo un game, e l’ha dominato, eccezion fatta per la parte finale del primo set, quando ha allentato un po’ la morsa, ma quando si è trattato di chiudere il match non ha tremato. E’ proprio questa la maggior qualità di Sinner, oltre al suo stupendo tennis pulito e violento dal fondo, con perfino qualche incursione a rete, anche se ancora un po’ acerba: la capacità di giocare ogni punto come se nulla fosse, anche avendo commesso un errore grave nel punto precedente. Al match con Monfils e alle ATP NextGen Finals milanesi il compito di evidenziare ulteriori miglioramenti in questo ragazzo che sta già facendo ottime cose e dal quale l’anno prossimo ci si aspetta un ulteriore salto di qualità.
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massimiliano.valle@oasport.it
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Foto: Gabriele Menis / LivePhotoSport