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Tennis, chi è Luca Nardi. Un classe 2003 di talento sulle orme di Jannik Sinner

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Un giocatore d’istinto, lontano da quegli schemi di regolaristi terraioli che hanno caratterizzato troppo spesso i giovani talenti italiani del tennis, un ragazzo con basi solidissime da fondo campo che ama attaccare e rischiare, costruire il punto come piace a lui senza aspettare che l’avversario affossi il proprio colpo in rete o lo spari sui tabelloni. Stiamo parlando di Luca Nardi, giovane pesarese classe 2003 salito agli onori della cronaca in particolar modo l’anno scorso quando, a soli quattordici anni, è riuscito nell’impresa di battere nel primo turno dell’ITF di Sassuolo il cileno Bastian Malla (allora numero 770 della classifica mondiale), conquistando il suo primo punto ATP. In quel momento l’azzurro è diventato il giocatore più giovane in assoluto in classifica, tra i quasi 2000 giocatori del circuito professionistico del tennis.

Nato e cresciuto al TC Baratoff di Pesaro sotto la guida di Francesco Sani prima e di Francesco Mendo poi, Nardi era già entrato nei radar degli esperti quando nel 2017 si era imposto nel Mondiale under 14 del famoso torneo Les Petits As, considerato tra i più importanti eventi junior in circolazione, che ha aperto in passato la strada a campionissimi del calibro di Richard Gasquet e Rafael Nadal.

Con l’exploit a Sassuolo dello scorso giugno si è lanciato come uno dei giovani più interessanti del tennis, non solo italiano, e tanti prevedevano un salto in avanti immediato nella sua carriera, purtroppo, però, nella seconda parte della stagione Luca è stato vittima di un leggero infortunio muscolare alla schiena che lo ha tenuto fermo dai campi per quasi quattro mesi e ha di fatto stoppato l’ondata positiva di risultati. La parte iniziale del 2019 gli è servita per ritrovare le giuste sensazioni sul campo, poi, poco più di un mese fa, l’azzurro ha finalmente esordito in un torneo dello Slam (junior, naturalmente), trovando un comodo successo al primo turno degli US Open contro lo statunitense Govind Nanda. Al secondo turno si è arreso al ben più esperto ceco Jonas Forejtek, testa di serie numero 4, che ha proseguito poi fino a vincere la manifestazione.

Vedendolo dal vivo non si può che rimanere impressionati dal gioco fluido e pulito di Nardi, un tennis completo e moderno, basato principalmente su servizio e dritto, ma decisamente solido anche sul lato sinistro, oltre che accompagnato da una manualità stupefacente. Per certi versi il paragone, visto il momento attuale del tennis italiano e la predilezione per le superfici rapide, non può che cadere su Matteo Berrettini, ma c’è anche chi l’anno scorso si è spinto ben oltre: l’ex numero 42 del mondo Stefano Pescosolido è arrivato infatti a dichiarare che, per facilità di gioco e schemi in campo, Luca Nardi può essere considerato, tra i ragazzi italiani, quello che più si avvicina alla qualità di Roger Federer. 

Il tennis giovanile maschile sta vivendo una sorta di epoca dorata, il futuro appare luminoso come mai in passato e tantissimi nomi si sono affacciati a grandi palcoscenici come promesse di elevatissima caratura. Jannik Sinner, Lorenzo Musetti e Giulio Zeppieri (che proprio domenica ha conquistato anche il primo successo nel circuito professionistico della sua carriera, trionfando nel 25.000$ +H di Santa Maria di Pula) hanno aperto la strada, ma il movimento italiano non si limita assolutamente a loro tre. In ogni caso è comunque saggio rimanere coi piedi per terra e lasciar crescere questi ragazzi con i loro specifici tempi e ritmi, visti gli innumerevoli esempi (anche in casa Italia, vedere alla voce Gianluigi Quinzi) di ottimi prospetti tra gli juniores che poi hanno fallito il definitivo salto di qualità.

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michele.brugnara@oasport.it

Twitter: MickBrug

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Foto: Twitter Tennis World English

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