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Tennis, Coppa Davis 2019: i possibili convocati dell’Italia. Fognini e Berrettini le punte, Bolelli per il doppio. Sonego e Seppi sperano
Manca un mese alle finali di Coppa Davis 2019, o meglio del nuovo formato, che nulla mantiene e molto stravolge dell’Insalatiera così come s’è conservata lungo gli anni, con la sola eccezione del Challenge Round abolito fin dal 1972 in favore del Gruppo Mondiale.
L’Italia, che è arrivata al nuovo e controverso evento di Madrid tramite la non complessa vittoria in India a inizio anno, è inserita in uno dei sei gironi che si giocheranno alla Caja Magica, e affronterà Stati Uniti e Canada. Due selezioni, queste, che di giocatori abili sul veloce ne possiedono tanti: gli americani possono contare su tre a scelta tra John Isner, Taylor Fritz, Reilly Opelka, Frances Tiafoe e Sam Querrey, oltre che naturalmente sui gemelli Bob e Mike Bryan, mentre i canadesi puntano molto sul trio Milos Raonic-Denis Shapovalov-Vasek Pospisil.
L’Italia può contare su due punte di primissimo piano, oggi numero 11 e 12 del mondo: Matteo Berrettini e Fabio Fognini, entrambi provenienti da una stagione di successi. Il romano, allo stato attuale, è in piena corsa per le ATP Finals dopo due vittorie in altrettanti ATP 250, semifinali in ATP 500 (Halle), Masters 1000 (Shanghai) e Slam (US Open), con una continua e costante crescita sotto l’occhio vigile di Vincenzo Santopadre. Il ligure, invece, è riuscito a vincere il Masters 1000 di Montecarlo, oltre a raggiungere i quarti in Canada e a Shanghai e gli ottavi al Roland Garros. Certo, resta da capire come potrebbero evolvere due situazioni parallele, quella delle ATP Finals (in verità in corso di allontanamento) e soprattutto quella relativa a un piede che da mesi lo tormenta.
L’altro posto certo ce l’ha, in doppio, Simone Bolelli, che con Fognini ha vinto gli Australian Open nel 2015, raggiungendo con il ligure tre ulteriori semifinali (due delle quali perse contro i Bryan) a livello Slam. La sua attività in singolare è ormai ridotta al lumicino, mentre in doppio rimane tuttora nei primi 80 dell’apposito ranking, anche se in passato (2015) è stato numero 8.
Restano due ulteriori carte da giocare: la prima sembra nelle mani di Lorenzo Sonego senza tanti problemi, vista la crescita del torinese con annessa vittoria nell’ATP 250 di Antalya, sull’erba, e la sua prossimità ai primi 50 del mondo (oggi è numero 56). L’altra, invece, è la mossa dell’esperienza: Andreas Seppi, che pur con i suoi 35 anni è ancora in grado di disputare tornei di buon livello, come a Mosca questa settimana e a Sydney a inizio anno (finale persa con l’australiano Alex de Minaur).
Naturalmente, questi nomi sono i prescelti a scanso di infortuni o rinunce, nel qual caso la classifica, limitandoci per il momento ai primi cento della graduatoria di lunedì 14, offre un ventaglio di possibilità ampio: Marco Cecchinato, che sta cercando di uscire da un periodo estremamente negativo, Stefano Travaglia e Salvatore Caruso, entrati nel gotha del tennis mondiale proprio negli scorsi mesi, e Thomas Fabbiano, ammazzagrandi negli Slam se ce n’è stato uno tra Wimbledon e US Open.
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federico.rossini@oasport.it
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Foto: Leonard Zhukovsky / Shutterstock.com