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Tour de France 2020, cronometro ai minimi termini. Gli organizzatori cercano di agevolare i padroni di casa francesi

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Già in occasione dell’edizione di quest’anno avevamo visto un Tour de France prettamente adatto agli uomini di punta della Francia, agevolati da soltanto 54 km di cronometro di cui una cronosquadre, il secondo giorno, e una crono individuale mossa in cui alcuni di loro avrebbero potuto difendersi; di fatti in questo caso la vittoria andò a Julian Alaphilippe in maglia gialla. Nel 2020 questa situazione si ripeterà, anzi, migliorerà per i transalpini, che già se la ridono con i soli 36 km contro il tempo de La Planche de Belles Filles.

I primi 15 km saranno pianeggianti, ma la conclusione prevede 5,9 km all’8,5% con picchi fino al 20% in vista dell’arrivo; quindi una crono divisa a metà: la prima di grande accelerazione per gli specialisti, la seconda per uomini completi, quindi ottimi scalatori che sanno difendersi bene nelle prove contro il tempo. Questa frazione deciderà il Tour oppure sarà la ciliegina sulla torta per colui che avrà addosso la maglia gialla e con un discreto vantaggio sui più temuti avversari. Quindi nessuna crono ad hoc per specialisti, e nessuna cronosquadre per formazioni come il Team Ineos di Egan Bernal, Chris Froome e Geraint Thomas, o per la Jumbo-Visma di Primoz Roglic e Steven Kruijswijk.

Ora come ora nessuno sa chi ci sarà alla 107esima edizione della Grande Boucle, ma tra i presenti quest’oggi alla presentazione del Tour a Parigi, sicuramente Julian Alaphilippe e Thibaut Pinot se la sghignazzano e non poco. Il primo, che quest’anno ha passato ben quattordici giorni in maglia gialla, si è avvicinato e non poco al sogno inaspettato di portarsi a casa la corsa francese; un primato per i transalpini che non arriva dal lontano 1985 con Bernard Hinault. Durante la crono di Pau ha sbaragliato la concorrenza; certo, le pendenze de La Planche des Belles Filles sono diverse, ma dalla sua precisione certosina nel preparare gli obiettivi stagionali, potrà migliorarsi nuovamente in questo tipo di tappe. Ovviamente, se vorrà tentare di andare alla caccia della Grande Boucle, dovrà perfezionarsi anche in salita; ma il Tour 2020 presenta diverse tappe mosse, ricche di incognite, che non dispiacciono affatto al corridore della Deceuninck-Quick Step. In questo 2018 nessuno si sarebbe mai aspettato un exploit così imponente da parte sua; non gli resta altro che affinare la preparazione e puntare dritto all’obiettivo.

Passiamo poi a Thibaut Pinot, che ha un conto in sospeso con la corsa di casa che ha dovuto forzatamente abbandonare durante la diciannovesima tappa dello scorso luglio. Tutti hanno ancora in mente il volto e le lacrime del capitano della Groupama-FDJ mentre sale in ammiraglia e dice addio al sogno di salire sul podio, se non di vincere finalmente il Tour de France nell’anno perfetto per lui e sul percorso giusto per il ventinovenne. Ma un’altra chance ce l’avrà l’anno prossimo, perchè avrà di sicuro tirato un sospiro di solievo nel vedere una sola cronometro, in cui potrà difendersi, e tante tantissime Alpi: il pane per i suoi denti. Certamente, come nel caso di Alaphilippe, anche Pinot dovrà fare i conti con la corazzata degli Ineos su tutti, che però non avranno dalla loro la possibilità di fare la differenza a crono, e quindi dovranno stare attenti al Moschettiere della Deceuninck nelle tappe intermedie in cui potrebbe regalare diverse sorprese, e poi sarà difficile scansare o mettere comunque in difficoltà Pinot in salita.

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@lisa_guadagnini

Foto: Lapresse

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