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ATP Finals 2019, Matteo Berrettini e il piacere della scoperta: Londra è un sogno e una base per il futuro
Londra e la magia del Tower Bridge, Buckingham Palace o della Cattedrale di Saint Paul. Londra e le sue bellezze resteranno nella memoria di un 23enne che mai avrebbe immaginato di essere in Inghilterra, per questioni di “lavoro”, in questo periodo dell’anno. Ci si riferisce a Matteo Berrettini, che concorrerà nelle ATP Finals di tennis.
Una stagione da sogno per Matteo: il 4 novembre è diventato numero 8 del mondo ed è volato ufficialmente in terra londinese per sfidare i grandi con racchetta e pallina. Cose che nel Bel Paese non si vedevano da 41 anni, ripensando a un aitante Adriano Panatta o ad un Corrado Barazzutti con qualche capello in più. Le immagini di quei tempi erano sbiadite dall’inevitabile scorrere del tempo e ci ha pensato il romano a rinverdire i vecchi fasti. Lo ha fatto a proprio modo, senza urlare ai quattro venti di aver centrato l’obiettivo, ma con umiltà e stupore. Quanto fatto nella stagione è paragonabile ad un quadruplo salto mortale e mezzo avanti carpiato del mondo dei tuffi.
Del resto i numeri spiegano tante cose: 2 tornei vinti, 42 vittorie in 63 partite disputate e 2.613.218 dollari (premi) guadagnati. Tanta roba e per noi italiani, abituati ad anni bui e anonimi, tutto questo ha quasi il sapore di una nevicata nel deserto. Ora, però, toccherà svegliarsi perché nella O2 Arena servirà una versione ben centrata e di alto livello. Il serbo Novak Djokovic (n.2 del mondo), lo svizzero Roger Federer (n.3 del ranking) e l’austriaco Dominic Thiem (n.5 ATP) non staranno lì ad aspettare. Sarà dura, anzi, sarà durissima perché le qualità dei giocatori citati non si discutono. Nole, reduce dal trionfo a Parigi-Bercy (34° Masters 1000 in carriera), è in forma e i problemi alla spalla sembrano essere acqua passata. Matteo non ha mai affrontato il campione nativo di Belgrado e il confronto del 10 novembre ha il sapore dell’impossibile. Djokovic è il miglior ribattitore del circuito e con il rovescio fa la differenza, colpo con il quale Berrettini fa ancora un po’ fatica. Riguardo a Federer, la lezione di tennis a Wimbledon (ottavi di finale) l’azzurro se la ricorda ancora e il suo obiettivo sarà quello di far vedere qualcosa di meglio all’elvetico e dimostrare il proprio valore. Con Thiem, indubbiamente, le chance di vittoria sono maggiori, come dimostrano gli ottimi match disputati dall’azzurro a Shanghai (vittoria) e a Vienna (sconfitta).
Un’esperienza, questa, importante per gettare le basi sul futuro. Abituarsi a disputare incontri di questo genere non ha prezzo e vale molto più di qualsiasi allenamento. Prepararsi a gestire la tensione su palcoscenici importanti, quindi, darà una grande mano alla crescita mentale del giocatore del Bel Paese e, parlando di un tennista in evoluzione, può far ben sperare.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto: LaPresse