Ciclismo

Ciclismo, Alessandro De Marchi si sfoga sui social: “Sono stufo, un automobilista poteva uccidermi”

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Alessandro De Marchi all’attacco. Non è un’espressione tanto strana conoscendo le qualità del corridore del CCC Team, che fa della combattività e del fondo alcune delle sue qualità. In questo caso, però, non si parla di uno scatto dei suoi, alzando sui pedali per staccare gli avversari. Il 33enne nativo di San Daniele del Friuli ha posto l’accento attraverso “un infuocato” post su Facebook e Instagram riguardante il rischio di essere ucciso da un automobilista, mentre si stava allenando. Il tutto è avvenuto domenica nei pressi di Buja e, stando alla testimonianza di De Marchi, il conducente avrebbe rischiato di recare un danno molto importante al ciclista, per aver affrontato con eccessiva velocità il tratto di strada. Uno sfogo in piena regola quello dell’atleta, apertamente schierato in favore della lotta per la sicurezza stradale dei corridori, vista anche la sua esperienza. Di seguito il post:

IL LUNGO POST SUI SOCIAL DI ALESSANDRO DE MARCHI

“Sono stufo, letteralmente stufo e con i nervi a fior di pelle. Ho ancora male alla gola dal troppo urlare e inveire contro l’ennesimo automobilista durante l’ennesimo “quasi incidente” in cui sono stato coinvolto oggi. Non ce la faccio più. Mattina di oggi, domenica 17 novembre, qualche minuto alle 10. Parto da casa come ogni giorno e mi dirigo verso il centro di Buja, salendo verso la salita di “Tonino 2” come è conosciuta qui. Salgo piano, sulla dx , senza intralciare. Circa a metà di questa percepisco prima il rumore di un auto e poi la sensazione di “sfioro” sul mio gomito e mano sx. L’auto, una grossa Audi, mi passa, al triplo della mia velocità, sfiorandomi per una questione di cm, ripeto CENTIMETRI. Mi sbilancio, finisco sul marciapiede basso che segue la salita e con tutta la mia voce inveisco contro l’automobilista. Lo stesso viene fatto dall’auto che lo segue, una piccola jeep blu, che, avendo visto tutta la scena, a forza di clacson lo fa accostare. Da lontano vedo che l’automobilista della Jeep discute con l’altro. Arrivo sul posto che l’Audi è ancora ferma, gli grido che ha rischiato di ammazzarmi e mi viene risposto : “Non ti ho mica toccato, vai a cagare !!! Allibito non faccio in tempo nemmeno a replicare, che questo riparte sgommando.Riparte sgommando per fermarsi 200m dopo di fronte ad un’edicola! Arrivo giusto per fare la foto a targa, auto e guidatore (mentre scende per andare all’edicola ) e sentirmi ancora maledire dal soggetto.Caro automobilista ignorante, riguarda bene la mia faccia qui sotto nella foto, riguarda la faccia di quello che stavi quasi per ammazzare stamattina . Perché si, caro automobilista ignorante, il “toccarmi” di cui parlavi, nella migliore delle ipotesi mi avrebbe mandato dritto all’ospedale o su una carrozzina, nella peggiore dritto in una bara! Caro automobilista ignorante, oggi, con la tua bella Audi A6 grigia metallizzata, mi hai quasi ammazzato … per arrivare prima all’edicola! Caro automobilista ignorante ti odio con tutto me stesso e spero che tu legga queste righe o che qualcuno ricordando la tua auto pensi a te e te le faccia vedere. Al contrario, automobilista della Jeep blu ti ringrazio per avermi mostrato solidarietà e avermi dato una mano. Se leggerai questo messaggio, o qualcuno che ti conosce riconoscerà la tua Jeep ( una specie di Suzuki blu credo ) contattami per favore. Finisco. Automobilisti in generale: merito tutto questo? Davvero merito di rischiare la pelle per il semplice fatto di pedalare su di una strada troppo stretta o troppo trafficata? O perché mi sono spostato troppo in mezzo alla carreggiata e vi ho fatto rallentare ? Davvero merito di morire perché vi ho momentaneamente ostacolato? Riflettete: potete uccidere con un’auto! E non ucciderete un semplice ciclista : ucciderete un marito, una moglie, un padre o una madre, un amico. Ripeto: ucciderete”.

 

 

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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Foto: Pier Colombo 

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