Ciclismo
Ciclismo, Simone Velasco: “Non potevo dire di no alla Gazprom-Rusvelo. Ringrazio Scinto e mi ispiro a Valverde”
Il 2019 di Simone Velasco è stato, senza ombra di dubbio, l’anno del riscatto. Una stagione iniziata nel migliore dei modi con la prima vittoria da professionista, quasi inaspettata e sudata fino all’ultimo, al Trofeo Laigueglia. E qui il corridore elbano, classe 1995, ha trovato la motivazione giusta per continuare a puntare in alto. È bastato un solo mese per agguantare anche il secondo sigillo in carriera in occasione della terza tappa della Settimana Internazionale Coppi e Bartali. Successivamente qualche problema fisico ha frenato parte della sua stagione, ma da agosto in poi ecco che Simone è riuscito a ritrovare la carica giusta, grinta da vendere e grande resistenza, per cercare di chiudere questo 2019 ad alti livelli. Questo ha fatto sì che arrivasse l’interesse da parte di diversi team, e il conseguente cambio di casacca per il prossimo anno con il passaggio dalla Neri Sottoli-Selle Italia-KTM alla Gazprom-Rusvelo, che finalmente ha aperto i battenti anche ai corridori stranieri e non soltanto russi. Una nuova sfida e ulteriori obiettivi per Velasco, un ragazzo che sogna in grande.
Tracciamo assieme un bilancio stagionale, tra gioie e rammarichi…
“Il 2019 è stato sicuramente un anno più che positivo. Sono tornato ad esprimermi sui livelli a cui ero abituato nelle categorie precedenti e finalmente ho iniziato a sentire l’allontanarsi dei problemi fisici avuti nei primi anni da professionista. Detto questo, mi ritengo soddisfatto della stagione che ho fatto. Vincere tra i professionisti credo sia il sogno che ogni bambino, avvicinandosi al ciclismo, ha nel cassetto. Beh, io ho aperto il cassetto e sono andato a prendermi quel sogno per ben due volte. La prima vittoria poi è stata fantastica, una giornata perfetta! Arrivare da solo dopo gli ultimi 50 km in solitaria, in una gara storica come il Laigueglia, è un qualcosa di sportivamente entusiasmante! Ripetersi poi, a poco più di un mese di distanza, in condizioni totalmente diverse, è stata la ciliegina sulla torta. Come le gioie arrivano anche le delusioni, che sono inevitabili per qualsiasi atleta. Il periodo di giugno/luglio non è stato semplicissimo. Ero un po’ stressato e ambizioso, forse troppo, per fare grandi cose nella seconda parte di stagione. Oltretutto si è messa in mezzo una tendinite alla bandelletta del ginocchio destro che non mi ha permesso di essere quel che volevo. Nonostante ciò mi sono rimesso subito in carreggiata, tornando nuovamente a competere dove volevo. Da agosto in poi le gioie non sono mancate. Tra Tour of Utah, Belgio, e le varie corse in Italia, ho dimostrato ancora di poter essere là davanti. Sono rimasto un po’ deluso dalla mancata presa in considerazione da parte del ct per i Mondiali. La condizione era ottima e sapevo di poter essere un buon appoggio. Poi per me la maglia azzurra è sacra e anche essere riserva sarebbe stata una grande motivazione d’orgoglio. Ma le decisioni spettano ai commissari tecnici, che giustamente avranno fatto le loro valutazioni. Ci riproverò il prossimo anno!” .
Cosa ti hanno lasciato questi due anni alla corte di Scinto e Citracca?
“Venivo da due anni un po’ bui. Devo ringraziarli per aver creduto in me e avermi permesso di tornare ad essere quello che ero. Mi sono sentito come in famiglia e credo sia stata la chiave di tutto”.
Com’è nato l’accordo con la Gazprom-Rusvelo?
“È nato quando hanno ricevuto l’ok per l’apertura ai non russi. Stavo valutando alcune squadre ed aspiravo ad un team World Tour, che però tardava a concretizzarsi. Tornando dallo Utah sono andato alla sede del team a Lonato del Garda e ho avuto subito l’impressione di una squadra che non ha niente da invidiare alle big. Così, dopo aver aggiustato la trattativa, non ci ho pensato due volte e ho firmato con loro”.
Come affronterai l’inverno? Su cosa ti concentrerai per migliorarti ulteriormente?
“Dopo una bella pausa mi sono rimesso sotto a lavorare. Passo dopo passo andrò ad impostare il piano di lavoro per creare le fondamenta della prossima stagione. Ho impostato la preparazione in modo graduale tra palestra, bici ed attività alternative come nuoto, sci e camminate fino al primo ritiro di Calpe dal 3 al 23 dicembre dove tornerò a focalizzarmi solamente sulla bici. A gennaio poi faremo il secondo training camp dal 10 al 21, in cui andremo a lavorare più sulla qualità e la velocità in vista dell’avvicinamento al debutto stagionale”.
Primo obiettivo stagionale? Doppietta al Laigueglia?
“Magari!!! Dico così perché non è mai facile ripetersi, ma ci proverò di sicuro! Intanto cercherò di partire bene e di fare una bella prima parte di stagione”.
Qual è la corsa dei tuoi sogni? A quale corridore ti ispiri?
“Ogni corsa la sogno…vorrei vincerle tutte, ma è una cosa impossibile e lo so. Però vincere una grande classica come il Lombardia o la Liegi-Bastogne-Liegi, o la Milano-Sanremo, sarebbe fantastico! Non mi guardo molto intorno, ma Valverde è senza dubbio un corridore da cui tutti dovrebbero prendere esempio”.
Che tipo di corridore vorresti diventare? Hai già trovato una tua dimensione?
“Devo ancora capire bene dove posso arrivare. Intanto voglio vincere più che si può. Alla fine è quello il bello della competizione, la vittoria!”
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Foto: Twitter Neri Sottoli-Selle Italia-KTM