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Ciclismo
Ciclismo su pista, Coppa del Mondo Glasgow 2019: l’Italia cresce a vista d’occhio nell’inseguimento a squadre. Forti segnali in prospettiva Tokyo 2020
La strada verso Tokyo 2020 si fa sempre più bella e interessante per il ciclismo azzurro su pista. Sia a livello maschile che a livello femminile, dopo la seconda tappa di Coppa del Mondo 2019-2020 a Glasgow, i due quartetti dell’inseguimento a squadre sono sempre più saldamente sul podio internazionale tra il secondo posto degli uomini con Francesco Lamon, Filippo Ganna, Simone Consonni e Michele Scartezzini, e il terzo delle donne con Silvia Valsecchi, Simona Frapporti, Chiara Consonni e Vittoria Guazzini. Un buon auspicio e una crescita costante in previsione dei Giochi nipponici dove l’Italia potrebbe giocarsi, senza ombra di dubbio, almeno una medaglia. E non possiamo passare oltre il terzo posto nell’omnium di Francesco Lamon, che, nonostante l’assenza del campione olimpico di questa specialità, Elia Viviani, è riuscito a tenere in alto l’onore nazionale.
Per quanto riguarda l’inseguimento a squadre maschile, la Danimarca, primatista assoluta, sembra quasi inarrivabile, ma dopo il nuovo ed ennesimo record nazionale italiano, per la prima volta sotto il muro dei 3’50”, i nostri ragazzi si sono resi conto del fatto che, nonostante la forza immane dei danesi, il distacco non è poi così abissale tra il nostro 3:49.920 ed il loro 3:49.246, a dispetto di nazioni come la Francia, terza a Glasgow, lontana, con 3:52.143, o come la Gran Bretagna, non tanto brillante. E qualsiasi cambio effettuato nel quartetto azzurro, eccezion fatta per il mai domo trascinatore e recordman mondiale Filippo Ganna, la coesione italiana è sempre più una sicurezza, quella a cui siamo già stati abituati da ormai diverso tempo su strada. Dopo l’argento europeo, il terzo posto a Minsk, ed il secondo a Glasgow, nonostante tutti i problemi del nostro Paese per quanto riguarda la logistica dei velodromi, niente e nessuno riesce a scalfire l’onore nazionale.
Un po’ come il quartetto femminile, abbonato oramai al terzo posto tra Europeo, Coppa del Mondo di Minsk e, ancora una volta, Glasgow. E ciò che esalta ancor di più questa posizione oramai stabile, è che le azzurre riescono a mantenere questo andamento anche e nonostante le assenze di titolari come Letizia Paternoster, Elisa Balsamo e Martina Alzini. In terra scozzese non hanno esaltato nelle qualificazioni con il loro quinto posto, ma per l’ennesima volta hanno sprigionato nella finale per la terza piazza una perfezione esemplare degna del loro primato nel ranking UCI, gestendosi alla perfezione e dimostrando un’unione tale e quale a quella maschile. L’unico dubbio sta nell’avvicinamento a secondo e primo posto, che attualmente appaiono lontani, dati i tempi della Gran Bretagna e della Germania, due colossi quasi inarrivabili, ma a cui non abbiamo molto da invidiare.
Chiudiamo con la parentesi riservata ad un sorprendente Francesco Lamon. Il campione olimpico Viviani non era presente, ma il veneto ha trovato nel suo corregionale un degno sostituto che fa ben sperare per il futuro. Francesco si è esaltato in scratch, tempo race ed eliminazione, ed ha corso sulla difensiva nella corsa a punti, ma è comunque riuscito a resistere a rimonte incredibili, difendendosi egregiamente contro un mostro sacro come Benjamin Thomas. L’omnium è in assoluto la disciplina più completa della pista, e data la giovane età di Lamon, questo terzo posto non è affatto da sottovalutare, anzi, forse è solo l’inizio di qualcosa di ancor più bello e inaspettato.
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Foto: Twitter Federciclismo