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Ciclismo, Vincenzo Nibali sulle orme di Alejandro Valverde. Vincere (e tanto) dopo i 35 anni si può

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Vincenzo Nibali come Alejandro Valverde. Quattro anni di differenza, nazionalità, squadre, caratteristiche diverse, ma al contempo una carriera che sta prendendo la medesima piega. Ebbene sì, sicuramente non stiamo parlando di due “giovincelli” del caro, vecchio e amato ciclismo, ma è anche per questa ragione che la stima nei loro confronti dovrebbe essere maggiore. Perché le motivazioni, l’esperienza e la classe di questi due uomini, questi due campioni che hanno fatto e continuano a fare la storia, sono alquanto impareggiabili. 

Alejandro Valverde, all’alba dei quarant’anni, ha ritrovato, in queste ultime stagioni, una “seconda giovinezza” che ha avuto il suo culmine lo scorso anno con la vittoria del Campionato del Mondo di Innsbruck. Competitivo sempre e comunque, non ha mai mancato all’appello negli appuntamenti più importanti senza mai sfigurare. Tra le Classiche, i Grandi Giri e le brevi corse a tappe, continua a dare del filo da torcere a ventenni che potrebbero essere quasi suoi figli, dimostrando una classe, un’eleganza, una dose di esperienza senza eguali, e che continuano a mandarlo avanti in una carriera che non vuole affatto terminare. E per fortuna, perché campioni del calibro dello storico capitano del Team Movistar sono quasi una rarità e al contempo servono come forte insegnamento per la nuova generazione.

E più passa il tempo più sta prendendo la medesima strada lo Squalo dello Stretto, Vincenzo Nibali, pronto a voltare pagina e a scrivere un’altra storia a 35 anni con la Trek-Segafredo, che lo ha ingaggiato per due anni come punta di diamante della formazione italo-statunitense. Sicuramente le motivazioni, i cambiamenti che affronterà dal prossimo anno saranno quelli giusti per dargli un nuovo slancio. Gli anni vanno avanti, ma la classe non cambia; perché, come lo stesso Valverde, anche Nibali ha sempre fatto di tutto pur di dimostrare, in primis a se stesso, il suo valore nonostante le giornate e i periodi no. Quello che ci si aspetta dal vincitore di due Giri d’Italia, un Tour de France e due Lombardia (tralasciando tutto il resto del palmares che conta cinquantadue vittorie), è sempre tanto e conta molto anche la testa e quel bagaglio che si porta sulle spalle da quasi quindici anni di carriera stellare. 

Non sarà stata di certo una stagione non troppo positiva a frenare le ambizioni del siciliano, che ha ancora addosso tutta la responsabilità di leader assoluto del ciclismo italiano, soprattutto per i Grandi Giri, e per un 2020 che presenta un Giro d’Italia, un’Olimpiade e un Mondiale disegnati a pennello per Vincenzo, e che potrebbero regalargli ulteriori motivazioni e gioie per continuare a fare la storia di questo sport.

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@lisa_guadagnini

Foto: Lapresse

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