Ciclismo

Ciclocross, Superprestige 2019-2020: a Ruddervoorde torna Mathieu Van der Poel. L’Olandese Volante atteso al duello con Iserbyt

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De Vliegende Hollander, l’Olandese Volante, Mathieu Van der Poel (Corendon-Circus) è pronto all’esordio stagionale nel ciclocross. Questa domenica, infatti, il neerlandese sarà al via della quarta prova di Superprestige 2019-2020 che si svolgerà sul circuito di Ruddervoorde. Il padre di Mathieu, il leggendario Adrie Van der Poel, iridato nel ciclocross nel ’96 e vincitore, su strada, di Liegi-Bastogne-Liegi, Giro delle Fiandre, Amstel Gold Race e Parigi-Tours, dice, però, che non si aspetta una vittoria del figlio già in questo weekend. Lo stesso campione del mondo in carica, inoltre, afferma di stare bene, ma di non essere ancora al top.

Tuttavia, date le caratteristiche del circuito, molto veloce e tecnico, ricco di brevi salitine e con un tratto sabbioso poco prima del traguardo, il talento del neerlandese (l’anno scorso ha vinto 32 gare su 33 concluse nel ciclocross) e il suo storico a Ruddervoorde, viene difficile non considerarlo il favorito principe. Su questo tracciato, Mathieu, fu 2°, peraltro battuto solo in volata da Tom Meeusen, tra i professionisti, già nel 2014, quando aveva appena 19 anni. Dopo aver saltato per infortunio l’edizione del 2015, l’Olandese Volante ha infilato tre successi consecutivi. Sempre in solitaria, oltretutto, e sempre davanti a Wout Van Aert.

Se, però, Mathieu non dovesse realmente essere al 100%, allora un rivale che può insidiarlo c’è. Parliamo, ovviamente, di Eli Iserbyt (Pauwels Sauzen-Bingoal) che sta dominando quest’inizio di stagione. Il Folletto di Bavikhove, tra settembre e ottobre, ha vinto tutte e tre le prove di Coppa del Mondo che si sono, fin qui, disputate e si è imposto sui circuiti di Gieten e Gavere nel Superprestige. In quanto crossista leggero ed esplosivo, abile a guidare la bici e a rilanciarla in uscita dalle curve, Eli è particolarmente adatto, a sua volta, a un tracciato come quello di Ruddervoorde. Non a caso fu qua che, nella passata stagione, sfornò la sua miglior prestazione tra i professionisti, con un 4° posto a 45″ da Van der Poel, ma a soli 3″ dal podio di Toon Aerts.

Più che l’appena citato Toon Aerts (Telenet-Fidea), sicuramente il numero tre al mondo, ma molto meno adatto degli altri due a questo circuito, visto che è un crossista possente che preferisce percorsi duri, ricchi di fango e possibilmente poco tecnici, il terzo incomodo potrebbe essere Quinten Hermans (Telenet-Fidea), il quale già a Gieten seppe dare molto filo da torcere a Iserbyt. D’altronde i due si conoscono molto bene poiché grandi rivali nella categoria U23, ove proprio Ruddervoorde fu teatro di un paio d’intensi duelli nel 2015 e nel 2016. Il primo lo vinse Eli con 27″ di vantaggio su Quinten, il quale si rifece la stagione seguente precedendo il rivale di 15″. Inoltre, domenica, Hermans avrà il vantaggio di arrivare più fresco degli altri big, escluso, ovviamente, Van der Poel, poiché salterà il Koppenbergcross, prima prova stagionale di DVV Verzekeringen Trofee, che si terrà nella giornata odierna.

Ha un rapporto buono con questo circuito, ma non strepitoso, il leader attuale del Superprestige, nonché uno degli uomini più in forma del momento, Lars Van der Haar (Telenet-Fidea). Il suo risultato di maggior pregio, infatti, è un 3° posto a 50″ da Van der Poel nel 2017. Il neerlandese, però, arrivato a 28 anni, sembra stia vivendo una particolare metamorfosi. Da ciclocrossista famoso per le partenze “a cannone”, Lars si sta trasformando in un uomo di fondo, capace di venire fuori alla distanza e di piazzare grandi rimonte gara dopo gara. Già settimana scorsa a Gavere ha ottenuto il miglior piazzamento della carriera su un tracciato, storicamente, a lui poco favorevole (probabilmente aiutato dal fatto che il terreno fosse asciutto, cosa che non capita quasi mai su quel percorso). Per questo motivo, è lecito aspettarsi che possa sorprendere nuovamente anche questa domenica.

Chi, invece, laddove c’è un po’ di sabbia va tenuto in considerazione a priori è Laurens Sweeck (Pauwels Sauzen-Bingoal), il vero sultano di questo tipo di terreno, l’unico che possa dirsi al livello di Mathieu Van der Poel su tale superficie. Laurens qua vinse da U23 nel 2015, mentre nel 2016 fu 3° tra i professionisti, a 54″ dall’Olandese Volante. Quest’anno ha già vinto tre cross minori (Eeklo, Waterloo II e Neerpelt) e il recente 3° posto a Gavere lascia intendere che la condizione c’è. Il problema è che Sweeck è la rappresentazione vivente del concetto di discontinuità. Il fiammingo ha un talento immenso, ma, oltre a essere un po’ perseguitato dalla sfortuna, alterna gare in cui è capace di competere con i migliori, ad altre in cui non vede palla.

Fu due volte 2° tra gli U23, ma mai è andato oltre il 5° posto tra i professionisti, quel Michael Vanthourenhout che doveva essere il leader della Pauwels prima della fragorosa esplosione di Eli Iserbyt. Michael, proveniente da una famiglia ricca di tradizione crossistica, ha sicuramente le caratteristiche adatte a far bene su un circuito abbastanza veloce e tecnico, date le sue qualità nella guida del mezzo. Sembra, però, che gli manchi sempre qualcosa per riuscire a vincere. Infatti, pur avendo conquistato un numero infinito di podi, ancora non si è imposto in nessuna prova di una delle tre Challenge principali della stagione ciclocrossistica.

Ha un solo precedente qua, ed è un 9° posto dell’anno scorso, il britannico Tom Pidcock (Trinity), l’unico corridore non proveniente dal Benelux, al momento, capace di competere coi grandi del ciclocross. Non vi prende parte dal 2015, quando fu 7°, invece, il neerlandese Corne Van Kessel (Telenet-Fidea). Attualmente terzo nella classifica del Superprestige, infatti, Corne è tornato a disputare questa Challenge dopo che per anni aveva preso parte solo a Coppa del Mondo e DVV Verzekeringen Trofee.

Altri crossisti che potrebbero puntare quantomeno a un posto nei 10 sono Tim Merlier e Gianni Veermersch (Creafin), l’ormai vincitore ancestrale Tom Meeusen (Corendon-Circus), in calo netto nelle ultime stagioni nonostante sia solo un classe 1988, Jens Adams e Daan Soete (Pauwels Sauzen-Bingoal), Joris Nieuwenhuis (Sunweb) e Nicolas Cleppe (Telenet-Fidea).

Tra le donne, invece, si prospetta un nuovo duello tra neerlandesi e azzurre, visto anche il brutto momento che la campionessa del mondo Sanne Cant (IKO), maggior esponente del movimento femminile belga, sta vivendo. Un circuito come Ruddervoorde, però, strizza meno l’occhio ad Alice Maria Arzuffi (777) ed Eva Lechner (Creafin) rispetto ai più duri Gavere e Boom. Ci vorrebbe un po’ di maltempo a rendere più pesante il terreno, visto che le due italiane hanno dimostrato di esaltarsi quando la corsa si fa veramente ardua.

Al momento è da considerarsi favorita la campionessa europea Annemarie Worst (777), 4° due anni fa e 3° l’anno scorso. Da non sottavalutare, però, le due supernove che stanno mettendo a ferro e fuoco il mondo del ciclocross femminile, vale a dire la neerlandese di origini dominicane, classe 1998, Ceylin del Carmen Alvarado (Corendon), regina in quel di Gieten, e la connazionale Yara Kastelijn, nata, invece, nel 1997, che settimana scorsa si è imposta a Gavere.

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luca.saugo@oasport.it

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Foto: LaPresse

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