Biathlon
Con 20 tappe di fila sul podio l’Italia si siede al tavolo delle grandi del biathlon
Gli appassionati italiani di biathlon si sono abituati molto bene, poiché ormai da due anni non v’è tappa di Coppa del Mondo in cui il movimento azzurro non raccolga almeno un podio. In effetti oltre ai fasti del settore femminile e agli exploit di un paio di uomini, non va dimenticato come le prove miste regalino sovente soddisfazioni.
Insomma, tra gare individuali e a squadre, l’Italia è ormai una presenza fissa nella top-three del panorama del biathlon. Siamo pertanto andati a ritroso per scoprire dove è cominciata questa sequenza, quali altre nazioni possono vantare una striscia comparabile e soprattutto qual è il reale valore della stessa.
Per il movimento azzurro tutto comincia il 26 novembre 2017, a Östersund, in occasione dell’ouverture della Coppa del Mondo 2017-’18. Quel giorno la staffetta mista composta da Lisa Vittozzi, Dorothea Wierer, Dominik Windisch e Lukas Hofer si classificò al secondo posto. Da quel momento di quasi due anni fa è iniziata una striscia tuttora aperta di 20 tappe del massimo circuito con almeno un podio italiano.
Indubbiamente gran parte del merito di questa striscia va alle donne, che hanno raccolto quantomeno una top-three in 16 dei suddetti 20 appuntamenti. Tuttavia, quando le ragazze hanno mancato la chiamata con il podio, ci hanno pensato gli uomini e/o le prove miste a tenere viva la sequenza. L’evento si è verificato alle Olimpiadi di PyeongChang e a Tyumen nel 2018, nonché a Soldier Hollow e a Oslo nel 2019.
Dunque i grandi successi del settore femminile sono sotto gli occhi di tutti, ma non sono stati sufficienti per generare l’attuale filotto senza precedenti. Sinonimo quindi della presenza anche di eccellenze in campo maschile. Viene però spontaneo chiedersi qual è il peso della striscia in senso assoluto, ovvero rapportandola a quelle di altre nazioni. La risposta che si ottiene a questa domanda è che il valore della sfilza azzurra è forse ancora più elevato di quanto si possa immaginare.
Comprendendo l’Italia, sono sette i Paesi che alla vigilia della stagione 2019-2020 vantano una sequenza aperta di tappe con almeno un podio. Per tre di essi, però, si tratta di una striscia minima. Svezia e Slovacchia sono salite sul podio negli ultimi 2 appuntamenti della stagione 2018-’19; gli Stati Uniti, invece, solo in quello conclusivo.
Di conseguenza, volendo essere generosi, per questi tre casi si dovrebbe parlare al massimo di “embrione di filotto”. È infatti davvero troppo presto per capire se si possano generare catene di tappe consecutive sul podio e, francamente, fra le tre nazioni citate l’unica con la concreta potenzialità di generare una sequenza degna di questo nome appare la Svezia.
Gli altri tre Paesi che fanno compagnia all’Italia sono invece Francia, Norvegia e Germania. Citati in ordine non casuale. Cominciamo dal movimento tedesco che, esattamente come quello italiano, è forte di una striscia di 20 tappe consecutive. I teutonici, così come gli azzurri, hanno mancato il podio per l’ultima volta a Oslo nel 2017 e da allora sotto questo punto di vista le due nazioni viaggiano in parallelo. Solo gli scandinavi e i transalpini hanno fatto meglio. I norvegesi sono arrivati a quota 26, poiché dopo non aver raccolto alcuna top-three a Oberhof 2017, hanno sempre timbrato il cartellino.
Tuttavia anche questa sequenza sbiadisce di fronte a quella incredibile della Francia, che ha ottenuto almeno un podio nelle ultime 55 tappe di Coppa del Mondo! Per trovare un weekend di gara senza un francese nelle prime tre posizioni si deve ritornare addirittura a Ruhpolding 2014!
Al di là della clamorosa lunghezza del filotto transalpino, guardando all’Italia ciò che colpisce è il fatto di potersi sedere al tavolo di tre superpotenze del biathlon pur senza disporre dello stesso numero di praticanti e della medesima profondità nel proprio movimento. Un tavolo da cui peraltro manca la Russia, il cui settore femminile è caduto in disgrazia rispetto al fastoso passato.
Quanto a lungo potrà continuare la striscia azzurra? Le carte in regola per proseguire su questa strada ci sono tutte, fermo restando che se anche si dovesse interrompere, quanto fatto sinora, ovvero salire sempre sul podio per due anni consecutivi, è già di per sé un risultato eccezionale. Peraltro, alla luce dello stato attuale del movimento, se anche la catena si dovesse spezzare, è estremamente probabile che possa ripartire in tempi rapidissimi.
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paone_francesco[at]yahoo.it
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Foto: La Presse