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Coppa Davis 2019, gli Stati Uniti ai raggi X. L’Italia sfida gli americani: Tiafoe, Fritz e Opelka il trio giovane d’assalto

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La prossima avversaria di Canada (oggi) e Italia (domani) ha la bandiera a stelle e strisce e risponde al nome degli Stati Uniti d’America. Potenza del tennis mondiale praticamente incontrastata fino al 2003, dopo l’addio di Pete Sampras e Andre Agassi e ancor più dopo l’uscita di scena di Andy Roddick gli States si sono ritrovati senza i loro reali successori, trovando diversi buoni giocatori, da James Blake all’attuale capitano di Davis Mardy Fish, senza però trovare quel campione in grado di ridare slancio a un’attività che, Masters 1000 a parte, di tornei sul circuito maggiore ne sta perdendo sempre di più (e la situazione non è rosea neppure al femminile in quest’ultimo senso).

In queste finali di Coppa Davis, però, Fish ha deciso di fare scelte un po’ alternative, lasciando a casa sia John Isner che due leggende del doppio, i gemelli Bob e Mike Bryan, che hanno peraltro annunciato il loro ritiro agli US Open 2020 dopo un onorato servizio fatto di 34 Slam in due (Bob 16 e Mike 18 perché quest’ultimo, durante l’assenza per infortunio del gemello, ha continuato con profitto l’attività insieme a Jack Sock).

Ci sono, infatti, tre dei migliori prospetti del tennis americano in questi ultimi anni. Due, in verità, erano attesi, ma se Taylor Fritz quest’anno è riuscito a fare un passo importante arrivando fino al numero 25 del mondo (ora è numero 32), Frances Tiafoe si è invece un po’ fermato dopo un paio di brevissime apparizioni nei primi 30, e adesso il suo ranking dice 47. Il terzo, Reilly Opelka, non era propriamente tra i pronosticati al gran balzo, ma vincendo l’ATP 250 di New York è riuscito a guadagnarsi la possibilità di giocare solo sul circuito maggiore e oltretutto di poter confermare che, tra i giocatori di 21 o (è il suo caso) 22 anni del panorama a stelle e strisce lui, dall’alto dei suoi 211 centimetri, non è da meno, e sarà un cliente pericoloso per tutti. Nei minuti successivi a Italia-Canada, anche in funzione delle caratteristiche di gioco e dell’adattabilità alla superficie della Caja Magica totalmente diversi, Fabio Fognini ha indicato proprio Opelka come nome che non ha una gran voglia di incontrare.

La quota dell’esperienza spetta senza dubbio a Sam Querrey, ancora sulla cresta dell’onda a 32 anni con il suo numero 44, lui che è stato 11° a fine febbraio 2018. Dopo una stagione che l’ha rivisto nei quarti di uno Slam a Wimbledon (fermato da Rafael Nadal) e, poco prima, in finale a Eastbourne (sconfitto da Fritz), è riuscito a mantenere una certa continuità di risultati lungo la seconda parte del 2019. Rimane, infine, il dilemma Jack Sock. Posto che in doppio è probabilmente l’unico nome certo al quale Fish può affidarsi, la vera domanda è: sarà utilizzato come carta a sorpresa in singolare? I dubbi in questo caso sono assai leciti: il suo anno è andato talmente male, con nessuna vittoria in tornei e l’unica arrivata contro Fognini in Laver Cup (che però di punti ATP non ne porta), che è uscito, letteralmente, dalla classifica mondiale.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: Valerio Origo

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