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Coppa Davis 2019: Italia, a metà tra sfortuna e stanchezza. Più scelte possibili nel 2020
La Coppa Davis dell’Italia, nel suo nuovo formato, non è stata particolarmente fortunata, a causa dell’eliminazione subita nella prima fase delle finali con le sconfitte patite nelle sfide contro Canada e Stati Uniti.
L’evento di Madrid ha mostrato prima di tutto una verità difficilmente confutabile: le energie di Matteo Berrettini erano finite da tempo. Dopo un anno in cui ha iniziato fuori dai primi 50, è arrivato a giocarsi otto semifinali sul circuito maggiore, con le prime due vittorie di tornei, i successi su big come Alexander Zverev e Dominic Thiem, la prima semifinale in uno Slam, la prima in un Masters 1000 e l’approdo meritatissimo alle ATP Finals, è anche abbastanza normale che sia arrivato con le forze al minimo. Tutto questo si è visto, più che contro Denis Shapovalov, nella sfida con Taylor Fritz, in cui l’indicatore della benzina è sceso abbastanza da fargli accendere la spia rossa della fine. Certo, non gli è stata di aiuto la scelta di Corrado Barazzutti di schierarlo anche in doppio al posto dell’ormai trasformato in specialista Simone Bolelli.
Ancora una volta, molte fortune dell’Italia sono passate anche da Fabio Fognini, che è stato il primo a subire la settimana di vena positiva di un ritrovato Vasek Pospisil, per poi trovare la forza di battere Reilly Opelka, giocatore che lo infastidisce parecchio anche per sua stessa ammissione. Il ligure è stato oltremodo messo alla gogna da parecchi, che ne dimenticano l’istinto di animale da Davis, pur se questa è una versione così diversa da quella del suo passato che fa quasi fatica a sembrare la stessa.
Per il 2020, le scelte in mano a Barazzutti saranno di sicuro maggiori, con le scalate di tantissimi protagonisti, a cominciare da Jannik Sinner, ma senza dimenticare quello che, quest’anno, hanno fatto Lorenzo Sonego, Salvatore Caruso, Stefano Travaglia, Gianluca Mager e quello che stanno iniziando a fare molti altri che si stanno cercando di far largo. Soprattutto, non va nemmeno scordato Marco Cecchinato, che avrà un gran bisogno di ritrovare fiducia, mentre l’esperienza di Andreas Seppi potrà in tutti i casi tornare utile. Il primo ostacolo sarà rappresentato dalla Corea del Sud, e la terra rossa, a marzo, outdoor o indoor, dovrebbe mettere gli azzurri in una chiara posizione di vantaggio, benché sia da comprendere quale sarà il modo in cui rientrerà per davvero Hyeon Chung, che nel 2019 è stato fermato da una lunga sequenza di infortuni, tant’è vero che ora il numero 1 sudcoreano non è più lui, ma Soonwoo Kwon.
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federico.rossini@oasport.it
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Foto: LaPresse