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Coppa Davis 2019: Italia tra le favorite, ranking alla mano. Ma la realtà è diversa…

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Non vi sono dubbi che l’Italia del tennis, sponda maschile, abbia diversi motivi per i quali sorridere. Otto giocatori nella top-100, due nella top-15 e un Under19 nella top-80 sono riscontri che, se si pensa ad alcune stagioni fa, vanno al di là delle più rosee previsioni. Una crescita nella quale le figure di Matteo Berrettini, Fabio Fognini e di Jannik Sinner sono quelle più evidenti.

Il 23enne romano ha concluso la sua strepitosa avventura nel 2019 con l’ottavo posto nel ranking ATP, ottenendo due titoli a Budapest ed a Stoccarda, le semifinali allo US Open e nel Masters 1000 di Shanghai ed essendo il primo azzurro ad ottenere un successo nelle ATP Finals (contro l’austriaco Dominic Thiem). Una trasformazione che, nel giro di pochi mesi, lo ha portato in una nuova dimensione: dalle posizioni over-50 alla top-10. Fatti e non chiacchiere per un tennista in evoluzione e con ancora dei margini importanti, specie sul lato sinistro del campo (rovescio). E poi Fognini, il primo azzurro ad aggiudicarsi un 1000, nella splendida cornice di Montecarlo, regalandosi una settimana di grandissima qualità sul rosso del Principato e concludendo il 2019 da n.12 ATP. A completare il quadro, il tennista di cui tutti stanno parlando in questo momento e che non smette mai di stupire. Un Sinner che ha concluso la sua annata magica, come l’aveva cominciata, vincendo un ATP Challenger: a Bergamo, dove pose la sua prima firma, era n.546, oggi è numero 78 grazie al trionfo ad Ortisei. 2 titoli ITF, 3 Challenger e le Next Gen ATP Finals le vittorie del 18enne altoatesino.

Ora, però, è tempo di Coppa Davis 2019 e di “rivoluzione”. La tradizionale competizione a squadre ha cambiato completamente il proprio corso: addio ai quattro turni a eliminazione diretta spalmati nel corso dell’intera stagione e format a 18 squadre, divise in 6 gironi da tre formazioni ciascuno per poi procedere con i quarti di finale, le semifinali e l’atto conclusivo. Gli azzurri sono stati inseriti nel Girone F insieme agli Stati Uniti e al Canada e l’obiettivo è quello di andare il più avanti possibile. Per quanto detto, la selezione del Bel Paese ha le carte in regola per essere ambiziosa sul veloce indoor della Caja Magica di Madrid (Spagna), ma ci sono dei fattori da considerare.

In primis, Barazzutti ha deciso di non fare affidamento su Sinner, lasciandogli il tempo e lo spazio per rifiatare dopo un’annata logorante dal punto di vista fisico e mentale. Inoltre, Berrettini e Fognini arrivano all’appuntamento con alcuni punti di domanda: il classe ’96 del Bel Paese è apparso in fase calante dal punto di vista atletico, mentre il ligure si trascina da tempo un problema al piede e potrebbe soffrire su una superficie così rapida. In buona sostanza, le ottime prestazioni del nostro tennis potrebbero non riflettersi in questa competizione, dove chi avrà più benzina nel serbatoio potrà fare la differenza. Inoltre, i rivali nel raggruppamento non sono propriamente trascurabili. Ci si riferisce al Canada in particolare che annovera tra le sue file due tennisti di grandissimo talento come Denis Shapovalov (n.15 del mondo) e Felix Auger-Aliassime (n.21 del ranking), rispettivamente classe ’99 e 2000. Non vi sarà Milos Raonic, ma comunque la selezione nordamericana è assai temibile. Giova ricordare che si qualificheranno per i quarti di finale le squadre vincenti dei sei gironi all’italiana più le due migliori seconde classificate, basandosi sugli scontri diretti, i set e i game vinti. Pertanto, non ci si potrà permettere distrazioni e la speranza è quella di avere una squadra all’altezza della situazione.

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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Foto: Erste Bank Open 500

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