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Coppa Davis 2019: Spagna e Serbia sopra tutte, ma il nuovo format offre spazio alle sorprese

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Si alza il sipario sulla settimana più intensa che la Coppa Davis ricordi, poiché per assegnare il titolo dell’Insalatiera, da quest’anno, si giocano le Finals in sede unica alla Caja Magica di Madrid, con sei gironi da tre, quarti, semifinali e finale, incontri al meglio dei due set su tre e sfide al meglio dei tre incontri.

Basta questo per capire quanto sia stata cambiata la natura di un evento amatissimo dal popolo del tennis, e che proprio per quest’amore ha diviso tantissimo nel momento in cui i voti necessari per la riforma sono stati raggiunti lo scorso anno a Orlando, in sede di ITF.

Tra le principali favorite ci sono senza dubbio Spagna e Serbia, sempre ammesso che possano contare l’una su Rafael Nadal nel pieno delle forze e l’altra su Novak Djokovic. Sono tantissime, però, le incognite che pesano sulla situazione: il nuovo format può dare uno spazio più accentuato a possibili sorprese, che possono davvero arrivare da qualunque parte. Già nel girone A, quello della Serbia, la Francia, finalista dell’ultima edizione “classica” del 2018, può dare fastidio con la solita batteria di ottimi giocatori (Gael Monfils, Benoit Paire, Jo-Wilfried Tsonga) e con il doppio Herbert-Mahut. Nel girone B la situazione è ancora più ingarbugliata, con la Spagna che ha sì Nadal e Roberto Bautista Agut, ma deve guardarsi dalla Croazia che, oltre a Borna Coric e Marin Cilic, schiera il gotha dei suoi doppisti: Ivan Dodig, Nikola Mektic e Mate Pavic. Il tutto senza dimenticare la Russia del trio Daniil Medvedev-Andrey Rublev-Karen Khachanov.

In questa situazione, il girone C si rivela diversamente equilibrato: mancano le forze principali (Del Potro all’Argentina, Zverev alla Germania), ma l’Albiceleste da una parte può contare su Diego Schwartzman e su Horacio Zeballos che da tempo si è reinventato doppista di grande successo, i tedeschi dall’altra schierano Kevin Krawietz e Andreas Mies, numeri 7 e 8 del ranking di doppio, mentre il Cile con Nicolas Jarry e Cristian Garin ha speranze soltanto puntando sui singolari. Il girone D vede la Colombia puntare sostanzialmente solo sul doppio Cabal/Farah, e l’Australia dovrebbe vincere senza particolari problemi sia contro i colombiani che contro il Belgio, che dietro non ha chissà quale copertura.

Il girone E è un po’ atipico, e dovrebbero giocarselo Gran Bretagna e Kazakistan, se non altro perché sul fronte britannico la presenza di Andy Murray può dare più di una svolta, e la vittima sacrificale appare l’Olanda, che pure il suo buon doppio lo possiede con Koolhof e Rojer. Infine, il girone F, con tre squadre tutte passibili del ruolo di outsider di lusso: Italia, Stati Uniti e Canada. Gli azzurri puntano molto sulla coppia Fognini-Berrettini, più Bolelli in doppio, il Canada rischia di pagare l’assenza di Milos Raonic, ma ha Shapovalov e Auger-Aliassime, mentre in casa USA Mardy Fish ha sparigliato del tutto le carte, con i gemelli Bryan (prossimi al ritiro, che avverrà agli US Open 2020) e John Isner fuori.

In sostanza, in prima fila partono Spagna e Serbia, ma ci sono almeno sei o sette formazioni che possono mettere i bastoni tra le ruote. Non è escluso che se ne possano vedere delle belle.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: LaPresse

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