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Corrado Barazzutti, Coppa Davis 2019: “La formula con i gironi favorisce i calcoli. Con Jannik Sinner possiamo aprire una nuova era”

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Dopo l’eliminazione dell’Italia dalla dibattutissima Coppa Davis 2019, è tempo di fare bilanci, pensare a cosa poteva essere fatto meglio e, non ultimo, ragionare anche sul futuro, sia di questo format così particolare, sia della nostra Nazionale. Per farlo non si può che affidarsi alle parole di Corrado Barazzutti, CT dell’Italia, che spiega in primo luogo quanto sia stata amara la mattina dopo l’eliminazione dalla Davis. “La mattina dopo eravamo ancora al campo... – le sue parole riportate dalla Gazzetta dell Sport – dopotutto siamo tornati in albergo dopo le 5.00. Pochi di noi sono riusciti a dormire, per la stanchezza e per la delusione. Purtroppo è andata così, i ragazzi hanno dato tutto, ma non è stato sufficiente. Ad ogni modo ci sono diverse cose da riconsiderare in questo nuovo formato della Coppa Davis”.

Barazzutti prova ad elencare le maggiori criticità di questa nuova versione della Coppa. “In primo luogo gli orari. Non si può giocare alle 4.00 del mattino. Mi sembra una questione di rispetto per i giocatori ed il pubblico. Ma il vero problema di questo formato è un altro, ovvero il round robin. I gironi a tre non funzionano soprattutto perchè puoi trovare chi non si comporta in maniera corretta. Non voglio fare polemiche, sbagliando si impara, ma se trovi delle squadre che si ritirano, mettono nei guai anche quelli che non sono in gara direttamente”

Il capitano della nostra Nazionale, ovviamente, si riferisce al ritiro dell’australiano Peers dopo aver giocato un solo game nel match di doppio contro il Belgio e che, quindi, ha reso inutile scendere in campo per Italia e USA nella sfida di coppia. “Una cosa che non ha fatto bene al nostro sport. Il tennis è sempre stato ad eliminazione diretta. Con i gironi è possibile che le squadre facciano dei calcoli, snaturando la competizione”.  L’ex campione friulano prova a comporre la sua formula giusta per rimettere in carreggiata questa competizione. “Forse sarebbe utile proporre un torneo a 24 squadre ad eliminazione diretta. Questo meccanismo a gironi va cambiato perchè c’è chi non ha onorato l’impegno”.  

Tornando al campo, gli Azzurri hanno dato la sensazione di essere arrivati con poca energia all’evento, come conferma Barazzutti. “Anche questo si poteva evitare. Gironi e teste di serie non si possono decidere sei mesi prima, altrimenti si formano gruppi come il nostro con il numero 8 del mondo ed il 12 che affrontano squadre forti e più fresche. Quando l’ho fatto presente mi è stato detto che dovevano vendere i biglietti e la gente vuole sapere cosa dovrà vedere. La Davis è di tutti ed è una delle tradizioni più amate del tennis. Ripeto, non voglio fare polemiche, ma penso che anche ITF e Kosmos debbano e vogliano migliorare la situazione”.

Andando ad analizzare le prestazioni dei nostri rappresentanti, non si può che concentrarsi su Matteo Berrettini che, dopo una stagione infinita, non ha potuto dare il suo massimo a Madrid.  “Matteo è si è presentato dopo le fatiche delle ATP Finals e quindi non poteva essere al 100%. Contro Fritz, con qualche dritto in più, sarebbe forse cambiato qualcosa. Non gli potevamo chiedere di più, lui e Fabio si sono messi completamente a disposizione e avrebbero meritato di andare avanti”.

A questo punto il mirino è puntato sul 2020. Incominciando dalle qualificazioni per la prossima edizione, che inizieranno già a febbraio.  “Spero di poter avere con noi anche Jannik Sinner, che è giovane ma è già molto maturo. Penso che con lui potremmo aprire una nuova era azzurra. Con lui, Berrettini e Fognini sarà un bel mix di energie e esperienza”.

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alessandro.passanti@oasport.it

Twitter: @AlePasso

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Foto: Lapresse

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