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F1, GP Abu Dhabi 2019: analisi delle qualifiche. Hamilton e Mercedes dominanti, la gara potrebbe appiattire i valori?

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Le qualifiche del Gran Premio di Abu Dhabi 2019 di Formula Uno, disputate come al solito con le luci della sera che andavano ad avvolgere la pista di Yas Marina, hanno visto brillare sotto i riflettori le Frecce d’argento, come ampiamente previsto e preventivabile. Le W10 hanno davvero impressionato sulla pista collocata tra deserto e Golfo Persico, con una efficacia che ha dell’incredibile. Le monoposto di Brackley sembrano non avere difetti su un lay-out simile. Cedono qualche centesimo nei tratti veloci, salvo poi fare il vuoto, letteralmente, nelle curve lente del T3, in concomitanza con lo splendido hotel a forma di pesce, caratteristica della parte conclusiva del circuito degli Emirati Arabi.

Il campione del mondo è stato in grado di centrare una pole position strepitosa, in 1:34.779 con le gomme soft, nuovo record della pista. Al suo fianco, in teoria, domani sarebbe dovuto scattare dalla griglia il suo compagno di scuderia Valtteri Bottas (a 194 millesimi), ma la doppia sostituzione del motore della vettura numero 77 del finlandese, lo costringerà all’ultima posizione del gruppo. Una penalità che, tuttavia, non cancella lo stato di forma della vettura tinta di argento. La W10, dopo una fase non scintillante, è tornata la monoposto di riferimento ed è pronta a dominare, per l’ennesima volta, ad Abu Dhabi.

Chi, quindi, potrà fermare la cavalcata di Hamilton e la rincorsa di Bottas? I nomi, come al solito, sono pochi: Max Verstappen e, forse, le due Ferrari. L’olandese, come spesso gli capita, è stato in grado di estrarre il massimo dalla sua Red Bull, collocandosi domani in prima fila, con la chiara intenzione di dare filo da torcere all’illustre rivale. La RB15, al solito, non ha potuto dare il proprio meglio in qualifica, ma domani si iscriverà al novero delle favorite, con un passo gara e una conduzione del T3 che potrebbe davvero fare la differenza.

Già, il T3, il settore più guidato della pista di Yas Marina. Un vero e proprio rompicapo per le Ferrari, Sembra di essere tornati al tratto finale di Barcellona, oppure a quello di Budapest. Porzioni di tracciato nelle quali dominano le curve lente, da inserimento, nelle quali la SF90 annaspa, senza mezzi termini. Il sottosterzo non permette a Charles Leclerc (domani terzo in griglia) e Sebastian Vettel (quarto) di esprimesi al meglio, ed il gap nei confronti dei rivali è imbarazzante, non ci sono altri termini. Quando va bene si parla di 5-6 decimi, solitamente di 7-8. Un abisso. Ingiustificato e ingiustificabile.

La scuderia di Maranello non ha mai vinto su questa pista in ben dieci edizioni, e un motivo in fondo ci sarà, e anche in questa occasione dovrà cercare il classico “coniglio dal cilindro” domani, ma con qualche speranza concreta. Intanto la posizione al via. Due vetture in seconda fila sono un buon viatico per una partenza aggressiva, dopodichè tutto si deciderà con gomme e strategie. Il monegasco ci proverà con le medie in avvio, il tedesco con le soft, per poi passare, probabilmente, alle hard, una mescola che venerdì ha dato buone risposte. Come si concluderà, dunque, il 21esimo ed ultimo appuntamento del Mondiale di Formula Uno? Hamilton è pronto a chiudere nel migliore dei modi l’annata che gli ha portato il sesto titolo iridato, ma Ferrari e Verstappen proveranno a rompergli le uova nel paniere. Sarà sufficiente?

 

alessandro.passanti@oasport.it

Twitter: @AlePasso

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Foto: Lapresse

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